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Perché anche il ‘cucciolo’ umano ha paura del predatore?

Perché da adulti possiamo soffrire di attacchi di panico o di depressione a causa di distacchi avvenuti nel primo anno di vita dalla figura materna? Il bambino è come tutti i cuccioli di animali ‘inetti’; come i cani, i gatti, i cavalli ecc. Si chiamano ‘inetti’ tutti gli animali incapaci, all’inizio della loro vita, di vivere senza l’aiuti dei genitori. Per tali animali l’assenza della figura materna significa essere immediatamente aggrediti dai predatori. Madre Natura ha loro fornito un sistema di allarme, fatto da circuiti di neuroni, per cui, quando la figura materna è assente, per un certo periodo, piangono con angoscia per farla ritornare. Il cucciolo dell’uomo conserva questo meccanismo ereditato da milioni di anni di evoluzione. È il vissuto di angoscia, di paura del predatore che, se ripetuto molte volte, rafforza il circuito di neuroni che presiede all’emozione paura. Inoltre, per il bambino del primo anno la figura materna assente è anche la perdita di chi lo tiene in vita e pertanto è anch’esso segno di pericolo. Potrebbe esser sufficiente la presenza di un adulto?
Dott. Giovanni Gastaldo
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