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9.5) Analisi 2000 casi
La psicoterapia autogena in quattro stadi : analisi statistica su duemila casi.
G. Gastaldo, M. Ottobre (1) & M. Prior (2)
Normal
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14
ABSTRACT.
Vengono prese in considerazione le medie dei livelli sia di ansia che di depressione (rilevati con i tests Ipat di Cattel e Zung rispettivamente) ottenuti su di un gruppo di 1867 soggetti che hanno effettuato un Iter di Psicoterapia Autogena strutturato in quattro stadi.
L'analisi statistica ha evidenziato una significativa diminuzione sia dei livelli d'ansia che di depressione. In aggiunta a ciò si è evidenziato un maggior decremento dei suddetti indici in quel gruppo di pazienti che si è caratterizzato per presentare un adeguato allenamento agli esercizi previsti dalla terapia
I dati pertanto invitano a concludere che il miglioramento clinico dei pazienti non è dovuto esclusivamente alla partecipazione ad un "Iter" di Psicoterapia Autogena bensì anche alla presenza di uno specifico allenamento alla stessa.
ABSTRACT
We take into consideration both distress and depression medium levels (gathered by means of the Ipat and Zung tests respectively), obtained on a group of 1867 subjects who underwent an Autogenic Psychotherapy "Iter" organised in four steps.
Statistical study highlighted a significant reduction of both distress and depression levels. Moreover we could notice a more important reduction of such levels in the group of subjects who presented a training adequat to the exercises foreseen by the therapy:
Data thus indicate us that clinical improvement in patients is not entirely determined by their having taken part to an Autogenic Psychotherapy "Iter", but also by the presence of a specific training to it.
INTRODUZIONE
Quando si parla di Terapia Autogena è facile cadere in una sorta di fraintendimento, che consiste nel confondere tale terapia con una gestione riduttiva del Training Autogeno Inferiore, finalizzata unicamente al rilassamento senza altre prospettive.
Il rischio, apparentemente innocuo, è serio in quanto la confusione è presente nell'uso comune del termine (T.A = tecnica per produrre rilassamento e null'altro); ciò ci spinge ad effettuare un chiaro "distinguo" fra Training Autogeno, inteso come tecnica applicata in modo riduttivo, e Training Autogeno inteso come sistema psicoterapeutico. Precisiamo che, in quest'ultimo caso, non è scorretto parlare di Training Autogeno, in quanto il T.A. è anche, ma non unicamente, un Sistema Terapeutico; tuttavia, per non creare confusione, preferiamo parlare di Psicoterapia Autogena, come del resto si è puntualizzato nel corso del meeting internazionale I.C.A.T. tenuto a Vienna nell'ottobre 1994. Intendendiamo identificare, con questo termine, un completo sistema psicoterapico che utilizza, in un' unità di stile, il T.A. Inferiore e quello Superiore, nelle sue varie modalità, al fine di perseguire una psicoevoluzione unitamente ad un maggior benessere psicofisico del paziente.
In un recente lavoro del 1995 dal titolo "La Psicoterapia Autogena; originale, complesso, duttile attuale sistema psicoterapeutico" (Gastaldo, Ottobre 1995), abbiamo messo in risalto la compattezza e la coerenza concettuale e metodologica di tale sistema psicoterapico e abbiamo chiarito che la nostra costruzione "Iter Autogeno in Quattro Stadi Gastaldo-Ottobre" è uno dei possibili Iter che sono potenzialmente costruibili con tale metodologia. In altri nostri lavori ci siamo interessati del problema ed abbiamo cercato di studiare ed evidenziare sia la coerenza logico-teorica sia l'efficacia clinica di tale tipo di psicoterapia (Gastaldo 1988; Gastaldo, Ottobre 1987,1988, 1989,1990, 1994, 1995).
Al riguardo di quest'ultimo obbiettivo, in ambito internazionale, esistono numerosi lavori di autorevoli studiosi, dei quali citiamo solo alcuni (Binder, 1957; Luthe, 1965; Iwabuchi & Kihara, 1966; Wallnoefer 1979,1992).
Per quanto concerne l'Italia sono numerosi i lavori di illustrazione del T.A sia inteso come tecnica sia inteso come Psicoterapia Autogena (Peresson 1975; Peresson 1979; Bazzi, Giorda 1979; Bazzi Giorda 1980; Widmann 1980; Peresson 1984;), non siamo invece a conoscenza di lavori, di rilievo, riguardanti la validazione clinico statistica del T.A. inteso come Psicoterapia Autogena.
In questo ambito, i nostri primi lavori risalgono agli anni 81/82 (Ottobre 1981; Gastaldo 1982); a questi ne fanno seguito altri. Prior (1990) analizza un gruppo di 604 pazienti trattati mediante il primo stadio della P.A. valutando quale potesse essere l'incidenza della regolarità dell'allenamento sulla diminuzione di ansia e depressione verificando sia l'efficacia del primo stadio dell'Iter sia l'importanza di un buon allenamento.
Con tale lavoro inizia una serie di studi (tuttora in corso) che si caratterizzano per il fatto di analizzare, attraverso statistiche su indici di disagio e loro evoluzione (quali ansia e depressione), grandi gruppi di pazienti trattati con questa metodica. Infatti seguono altri lavori (Ottobre, Prior 1993; Gastaldo, Ottobre 1994; Prior, Gastaldo 1995) che evidenziano non solo l'efficacia del primo, ma anche dei successivi stadi della Terapia.
Il presente lavoro si caratterizza dal fatto di aggiornare e riunire i lavoro di Gastaldo, Ottobre (1994) con quello di Prior (1990), che ha utilizzato una diversa strutturazione dei gruppi, permettono così una maggior credibilità degli assunti logico-metodologici su cui si basa la validazione statistica dei risultati clinici della P.A.
Nel presente lavoro non si descriverà il sistema e i suoi assunti teorici di base rimandando il lettore a scritti specifici precedentemente citati; in questo contesto verranno presentate analisi statistiche effettuate su grandi campioni (da circa 2000 pazienti) rispetto a indici di ansia e depressione, che permettono una stima e caratterizzazione del disagio nel paziente.
Tuttavia prima di esporre i risultati in questione riteniamo sia utile, per una maggior comprensione del lavoro, fornire un accenno della struttra, e modalità di procedure, dell' Iter.
Come abbiamo precedentemente accennato l'Iter viene suddiviso in quattro stadi e cioè :
I Stadio: consta del Training Autogeno Inferiore o meglio Somatico (T.A.I.), insegnato a gruppi di otto/dodici persone in nove sedute, della durata di tre ore ciascuna; la frequenza è settimanale. L'insegnamento è gestito in modo da potenziare al massimo, nel soggetto, la capacità di ascoltare ciò che nasce spontaneamente nel proprio essere psicofisico, e di lasciare accadere uno stato di veglia passiva in cui emisfero cerebrale destro, emisfero cerebrale sinistro, conscio e inconscio, si esprimano in un fluido alternarsi e integrarsi (Gastaldo, Ottobre 1988, 1984)
II Stadio : consta di sedute individuali, usualmente a frequenza settimanale, il cui numero può variare da un minimo di venti ad un massimo di settanta. Tale stadio si inizia dopo un anno e mezzo o due di allenamento con il T.A.I. Nelle sedute il sogg., dopo aver fatto il T.A.I., assiste e racconta ciò che allucina, immagina o percepisce come sensazioni fisiche o psichiche. Abbiamo studiato e individuato, in tali sedute, meccanismi spontanei di scissione (analisi), e successiva ristrutturazione (riordino), di "pacchetti di esperienze" incongrui, comportanti modalità di affrontare la realtà non adatte.
Tali sedute vengono da noi denominate con una nostra sigla (T.I.A.A.) Terapia Immaginativa Analitica Autogena. (Gastaldo e Ottobre 1987, 1988, 1993, 1994).
III Stadio: consta di quindici sedute di gruppo, di tre ore ciascuna a frequenza bisettimanale; i gruppi sono formati da cinque / sei persone che hanno già effettuato il II stadio. In ogni seduta viene proposto uno "stimolo" sul quale poi le persone si eserciteranno a domicilio. La prassi seguita è quella del Training Autogeno Superiore ad orientamento analitico secondo lo schema di Schultz-Wallnöfer (T.A.S.) (Schultz 1968, 1972; Wallnöfer 1978, 1992; Peresson 1984; Gastaldo, Ottobre 1994).
IV stadio In tale stadio il soggetto, a domicilio, può lavorare su di sè con sedute di T.A.I., di T.I.A.A.( cioè sedute di T.A.I. seguite da Rêve Eveillé senza premettere uno stimolo) e di T.A.S.(cioè sedute come le precedenti, ma con gli stimoli tipici del T.A.S.); a volte il soggetto chiede incontri periodici o sporadici per confrontare con il terapeuta il proprio lavoro.
Con sigla nostra abbiamo denominato questo stadio (T.A.C.T.) cioè Terapia Autogena con Collaborazione di tipo Analitico del Terapeuta. (Gastaldo Ottobre 1987, 1988, 1993, 1994).
Riteniamo sia importante sottolineare che ogni stadio dell'iter è completo in sè ed è propedeutico al successivo; ogni persona accede al successivo qualora non abbia raggiunto i risultati sperati; la maggior parte delle persone si ferma al primo stadio e può lavorare con la metodica appresa, per tutta la vita, raggiungendo man mano risultati di maggiore profondità. Ad ogni stadio il soggetto aggiunge nuove capacità e possibilità di compiere, a tempo indeterminato, un lavoro psicologico su se stesso. (I soggetti che interrompono la terapia durante i singoli stadi sono rispettivamente: 4,98% per il I stadio e il 3% per il II e il III)
Nel presente lavoro i risultati clinici statistici vengono valutati separatamente per ogni stadio non essendo corretto metodologicamente un loro confronto.
PRESENTAZIONE DEI TESTS E DEI CRITERI DI RICERCA
Come abbiamo detto l' Iter viene scomposto in quattro parti in ognuna delle quali viene somministrata una batteria di tests. L'ordine delle somministrazione è il seguente (in neretto quelle prese in considerazione nel presente lavoro):
- I somministrazione: prima del corso di T.A.I.
- II somministrazione: dopo due mesi dalla fine del corso.
- III somministrazione: dopo otto mesi dalla fine del corso.
- IV somministrazione: dopo il II Stadio.(T.I.A.A).
- V somministrazione: dopo il III Stadio (T.A.S.).
- VI somministrazione: dopo un anno di lavoro nel IV Stadio (T.A.C.T.)
- VII catamnestica.
Ogni somministrazione è composta dei seguenti questionari e tests (in neretto quelli presi in considerazione nel presente lavoro) :
Test dell'ansia S.A. IPAT di Cattel (1957)
Test per la depressione di Zung (Campailla 1975)
Test dei colori di Lüscher (1983, Widmann 1988)
Questionari dei sintomi, degli psicofarmaci, di autovalutazione del miglioramento clinico, per la
classificazione del tipo di allenamento.
Classificazione disturbi psichici o psicosomatici secondo DSM-III (1987).
Screening biologico, scheda anagrafica con specificazione dettagliata dell'età, sesso, scolarità, stato civile, professione, ecc., test di Edimburgo per il mancinismo.
-Scala dell' ansietà S.A. IPAT di R.B. Cattell
Il Test S.A. IPAT di Cattell è un questionario conciso e maneggevole composto da 40 quesiti a scelta multipla che fornisce un indice numerico del livello di ansia. Offre una misura obbiettiva dell'ansietà, pur rispondendo alle esigenze di un lavoro di routine; le risposte indicanti ansietà sono distribuite su cinque dei sedici fattori della personalità. Questi cinque fattori sono legati fra loro da un così detto "fattore di secondo ordine".
C'è pertanto un fattore di ansietà singolo ampio, qui indicato con Tot:
-Tot: nasce da cinque fonti o forme di manifestazioni distinte:
-Q3: difetto di integrazione e strutturazione nell'organizzazione del sentimento di sé.
-C: (-) debolezza dell'Io.
-L: insicurezza paranoide.
-O: tendenza al sentimento di colpa.
-Q4 tensione nervosa (impulsi e pressione del subconscio).
Il Cattel ha predisposto una conversione del punteggio grezzo in una scala a 10 punti standardizzati: "sten".
-Test per la depressione di Zung
Per la depressione si è scelto un test di autovalutazione il più semplice possibile, ma nello stesso tempo, con una struttura tale da garantire un minimo di completezza. Pensiamo possa corrispondere a tali caratteristiche la Scala di Zung W.W.K. (riportato da Campailla G. 1975). È composto da 20 quesiti, a scelta multipla, che danno un indice numerico del livello di depressione. Il punteggio "sten" deriva dal punteggio grezzo tradotto in percentuale.
-Questionario sull'allenamento.
Comprende 20 possibilità distinguendo: la quantità di sedute giornaliere, la regolarità e la continuità. Viene considerato un allenamento sufficiente o buono quando è regolare, con un minimo di una seduta al giorno, senza interruzioni nell'arco considerato.
RISULTATI E DISCUSSIONE.
a) Tests di entrata.
Questa prima analisi ha l'intento di valutare i livelli di ansia e depressione presenti alla prima somministrazione della batteria presenti in gruppi di pazienti diversi a seconda del comportamento rispetto all'Iter.
Prima di iniziare l'Iter il gruppo di persone, che ha effettuato la prima somministrazione (o valutazione) ammonta a 2014 pazienti; tra questi coloro che hanno effettuato tutti i tests, attualmente previsti sono 1867. Per una visione d'insieme abbiamo suddiviso quest'ultimo gruppo in sei sottogruppi e cioè :
Gruppo 1° 469 sogg.:hanno fatto il T.A.I., ma non si sono più presentati ai retests.
Gruppo 2° 499 sogg.: hanno fatto la I e la II somm.(non in lista per il II stadio ).
Gruppo 3° 360 sogg.:hanno fatto: I, II, III somm., oppure I e III (non sono in lista per il II stadio).
Gruppo 4° 387 sogg.:in corso o terminato II o III stadio, oppure sono in lista
d' attesa per accedervi (non ancora nel IVstadio).
Gruppo 5° 59 sogg.:sono nel IV stadio e hanno fatto la VI batteria.
Gruppo 6° 93 sogg.: hanno interrotto il corso di T.A.I.
Nel presente lavoro non prendiamo in considerazione il 6° gruppo e rimandiamo ad un recentissimo lavoro di Prior e Gastaldo (1995) per una analisi e discussione dell' argomento.
Possiamo sottolineatre il fatto che per quanto riguarda i punteggi medi dell'ansia e della depressione, i gruppi 5° e 6° presentano i valori più alti rispetto agli altri anche se tra loro sono simili (differenze non statisticamente significative all'analisi POST_HOC) Tuttavia anche nei lavori precedenti di Gastaldo e Ottobre, (1994) e Prior e Gastaldo (1995) si è costantemente riscontrato che i soggetti del gruppo 6° hanno sempre ottenuto una punteggio medio dell'ansia più bassa e quella della depressione più alta, di quelli del gruppo 5°.
el I e II grafico possiamo notare come l'ansia totale (punteggio sten al Test IPAT) e la depressione (punteggio sten al test di Zung) subiscano degli incrementi costanti via via che si passi dal 1° gruppo al 5° gruppo; ciò significa che, prima di iniziare la terapia, si presentavano mediamente più ansiosi e più depressi i soggetti che in seguito proseguono l'Iter di terapia rispetto a quelli che partecipano al solo T.A.I. (I Stadio), e non verranno più ai retest, oppure fanno solo il I retest (primi due gruppi). (Vedi I e II grafico).
Vengono prese in considerazione le medie dei livelli sia di ansia che di depressione (rilevati con i tests Ipat di Cattel e Zung rispettivamente) ottenuti su di un gruppo di 1867 soggetti che hanno effettuato un Iter di Psicoterapia Autogena strutturato in quattro stadi.
L'analisi statistica ha evidenziato una significativa diminuzione sia dei livelli d'ansia che di depressione. In aggiunta a ciò si è evidenziato un maggior decremento dei suddetti indici in quel gruppo di pazienti che si è caratterizzato per presentare un adeguato allenamento agli esercizi previsti dalla terapia
I dati pertanto invitano a concludere che il miglioramento clinico dei pazienti non è dovuto esclusivamente alla partecipazione ad un "Iter" di Psicoterapia Autogena bensì anche alla presenza di uno specifico allenamento alla stessa.
ABSTRACT
We take into consideration both distress and depression medium levels (gathered by means of the Ipat and Zung tests respectively), obtained on a group of 1867 subjects who underwent an Autogenic Psychotherapy "Iter" organised in four steps.
Statistical study highlighted a significant reduction of both distress and depression levels. Moreover we could notice a more important reduction of such levels in the group of subjects who presented a training adequat to the exercises foreseen by the therapy:
Data thus indicate us that clinical improvement in patients is not entirely determined by their having taken part to an Autogenic Psychotherapy "Iter", but also by the presence of a specific training to it.
INTRODUZIONE
Quando si parla di Terapia Autogena è facile cadere in una sorta di fraintendimento, che consiste nel confondere tale terapia con una gestione riduttiva del Training Autogeno Inferiore, finalizzata unicamente al rilassamento senza altre prospettive.
Il rischio, apparentemente innocuo, è serio in quanto la confusione è presente nell'uso comune del termine (T.A = tecnica per produrre rilassamento e null'altro); ciò ci spinge ad effettuare un chiaro "distinguo" fra Training Autogeno, inteso come tecnica applicata in modo riduttivo, e Training Autogeno inteso come sistema psicoterapeutico. Precisiamo che, in quest'ultimo caso, non è scorretto parlare di Training Autogeno, in quanto il T.A. è anche, ma non unicamente, un Sistema Terapeutico; tuttavia, per non creare confusione, preferiamo parlare di Psicoterapia Autogena, come del resto si è puntualizzato nel corso del meeting internazionale I.C.A.T. tenuto a Vienna nell'ottobre 1994. Intendendiamo identificare, con questo termine, un completo sistema psicoterapico che utilizza, in un' unità di stile, il T.A. Inferiore e quello Superiore, nelle sue varie modalità, al fine di perseguire una psicoevoluzione unitamente ad un maggior benessere psicofisico del paziente.
In un recente lavoro del 1995 dal titolo "La Psicoterapia Autogena; originale, complesso, duttile attuale sistema psicoterapeutico" (Gastaldo, Ottobre 1995), abbiamo messo in risalto la compattezza e la coerenza concettuale e metodologica di tale sistema psicoterapico e abbiamo chiarito che la nostra costruzione "Iter Autogeno in Quattro Stadi Gastaldo-Ottobre" è uno dei possibili Iter che sono potenzialmente costruibili con tale metodologia. In altri nostri lavori ci siamo interessati del problema ed abbiamo cercato di studiare ed evidenziare sia la coerenza logico-teorica sia l'efficacia clinica di tale tipo di psicoterapia (Gastaldo 1988; Gastaldo, Ottobre 1987,1988, 1989,1990, 1994, 1995).
Al riguardo di quest'ultimo obbiettivo, in ambito internazionale, esistono numerosi lavori di autorevoli studiosi, dei quali citiamo solo alcuni (Binder, 1957; Luthe, 1965; Iwabuchi & Kihara, 1966; Wallnoefer 1979,1992).
Per quanto concerne l'Italia sono numerosi i lavori di illustrazione del T.A sia inteso come tecnica sia inteso come Psicoterapia Autogena (Peresson 1975; Peresson 1979; Bazzi, Giorda 1979; Bazzi Giorda 1980; Widmann 1980; Peresson 1984;), non siamo invece a conoscenza di lavori, di rilievo, riguardanti la validazione clinico statistica del T.A. inteso come Psicoterapia Autogena.
In questo ambito, i nostri primi lavori risalgono agli anni 81/82 (Ottobre 1981; Gastaldo 1982); a questi ne fanno seguito altri. Prior (1990) analizza un gruppo di 604 pazienti trattati mediante il primo stadio della P.A. valutando quale potesse essere l'incidenza della regolarità dell'allenamento sulla diminuzione di ansia e depressione verificando sia l'efficacia del primo stadio dell'Iter sia l'importanza di un buon allenamento.
Con tale lavoro inizia una serie di studi (tuttora in corso) che si caratterizzano per il fatto di analizzare, attraverso statistiche su indici di disagio e loro evoluzione (quali ansia e depressione), grandi gruppi di pazienti trattati con questa metodica. Infatti seguono altri lavori (Ottobre, Prior 1993; Gastaldo, Ottobre 1994; Prior, Gastaldo 1995) che evidenziano non solo l'efficacia del primo, ma anche dei successivi stadi della Terapia.
Il presente lavoro si caratterizza dal fatto di aggiornare e riunire i lavoro di Gastaldo, Ottobre (1994) con quello di Prior (1990), che ha utilizzato una diversa strutturazione dei gruppi, permettono così una maggior credibilità degli assunti logico-metodologici su cui si basa la validazione statistica dei risultati clinici della P.A.
Nel presente lavoro non si descriverà il sistema e i suoi assunti teorici di base rimandando il lettore a scritti specifici precedentemente citati; in questo contesto verranno presentate analisi statistiche effettuate su grandi campioni (da circa 2000 pazienti) rispetto a indici di ansia e depressione, che permettono una stima e caratterizzazione del disagio nel paziente.
Tuttavia prima di esporre i risultati in questione riteniamo sia utile, per una maggior comprensione del lavoro, fornire un accenno della struttra, e modalità di procedure, dell' Iter.
Come abbiamo precedentemente accennato l'Iter viene suddiviso in quattro stadi e cioè :
I Stadio: consta del Training Autogeno Inferiore o meglio Somatico (T.A.I.), insegnato a gruppi di otto/dodici persone in nove sedute, della durata di tre ore ciascuna; la frequenza è settimanale. L'insegnamento è gestito in modo da potenziare al massimo, nel soggetto, la capacità di ascoltare ciò che nasce spontaneamente nel proprio essere psicofisico, e di lasciare accadere uno stato di veglia passiva in cui emisfero cerebrale destro, emisfero cerebrale sinistro, conscio e inconscio, si esprimano in un fluido alternarsi e integrarsi (Gastaldo, Ottobre 1988, 1984)
II Stadio : consta di sedute individuali, usualmente a frequenza settimanale, il cui numero può variare da un minimo di venti ad un massimo di settanta. Tale stadio si inizia dopo un anno e mezzo o due di allenamento con il T.A.I. Nelle sedute il sogg., dopo aver fatto il T.A.I., assiste e racconta ciò che allucina, immagina o percepisce come sensazioni fisiche o psichiche. Abbiamo studiato e individuato, in tali sedute, meccanismi spontanei di scissione (analisi), e successiva ristrutturazione (riordino), di "pacchetti di esperienze" incongrui, comportanti modalità di affrontare la realtà non adatte.
Tali sedute vengono da noi denominate con una nostra sigla (T.I.A.A.) Terapia Immaginativa Analitica Autogena. (Gastaldo e Ottobre 1987, 1988, 1993, 1994).
III Stadio: consta di quindici sedute di gruppo, di tre ore ciascuna a frequenza bisettimanale; i gruppi sono formati da cinque / sei persone che hanno già effettuato il II stadio. In ogni seduta viene proposto uno "stimolo" sul quale poi le persone si eserciteranno a domicilio. La prassi seguita è quella del Training Autogeno Superiore ad orientamento analitico secondo lo schema di Schultz-Wallnöfer (T.A.S.) (Schultz 1968, 1972; Wallnöfer 1978, 1992; Peresson 1984; Gastaldo, Ottobre 1994).
IV stadio In tale stadio il soggetto, a domicilio, può lavorare su di sè con sedute di T.A.I., di T.I.A.A.( cioè sedute di T.A.I. seguite da Rêve Eveillé senza premettere uno stimolo) e di T.A.S.(cioè sedute come le precedenti, ma con gli stimoli tipici del T.A.S.); a volte il soggetto chiede incontri periodici o sporadici per confrontare con il terapeuta il proprio lavoro.
Con sigla nostra abbiamo denominato questo stadio (T.A.C.T.) cioè Terapia Autogena con Collaborazione di tipo Analitico del Terapeuta. (Gastaldo Ottobre 1987, 1988, 1993, 1994).
Riteniamo sia importante sottolineare che ogni stadio dell'iter è completo in sè ed è propedeutico al successivo; ogni persona accede al successivo qualora non abbia raggiunto i risultati sperati; la maggior parte delle persone si ferma al primo stadio e può lavorare con la metodica appresa, per tutta la vita, raggiungendo man mano risultati di maggiore profondità. Ad ogni stadio il soggetto aggiunge nuove capacità e possibilità di compiere, a tempo indeterminato, un lavoro psicologico su se stesso. (I soggetti che interrompono la terapia durante i singoli stadi sono rispettivamente: 4,98% per il I stadio e il 3% per il II e il III)
Nel presente lavoro i risultati clinici statistici vengono valutati separatamente per ogni stadio non essendo corretto metodologicamente un loro confronto.
PRESENTAZIONE DEI TESTS E DEI CRITERI DI RICERCA
Come abbiamo detto l' Iter viene scomposto in quattro parti in ognuna delle quali viene somministrata una batteria di tests. L'ordine delle somministrazione è il seguente (in neretto quelle prese in considerazione nel presente lavoro):
- I somministrazione: prima del corso di T.A.I.
- II somministrazione: dopo due mesi dalla fine del corso.
- III somministrazione: dopo otto mesi dalla fine del corso.
- IV somministrazione: dopo il II Stadio.(T.I.A.A).
- V somministrazione: dopo il III Stadio (T.A.S.).
- VI somministrazione: dopo un anno di lavoro nel IV Stadio (T.A.C.T.)
- VII catamnestica.
Ogni somministrazione è composta dei seguenti questionari e tests (in neretto quelli presi in considerazione nel presente lavoro) :
Test dell'ansia S.A. IPAT di Cattel (1957)
Test per la depressione di Zung (Campailla 1975)
Test dei colori di Lüscher (1983, Widmann 1988)
Questionari dei sintomi, degli psicofarmaci, di autovalutazione del miglioramento clinico, per la
classificazione del tipo di allenamento.
Classificazione disturbi psichici o psicosomatici secondo DSM-III (1987).
Screening biologico, scheda anagrafica con specificazione dettagliata dell'età, sesso, scolarità, stato civile, professione, ecc., test di Edimburgo per il mancinismo.
-Scala dell' ansietà S.A. IPAT di R.B. Cattell
Il Test S.A. IPAT di Cattell è un questionario conciso e maneggevole composto da 40 quesiti a scelta multipla che fornisce un indice numerico del livello di ansia. Offre una misura obbiettiva dell'ansietà, pur rispondendo alle esigenze di un lavoro di routine; le risposte indicanti ansietà sono distribuite su cinque dei sedici fattori della personalità. Questi cinque fattori sono legati fra loro da un così detto "fattore di secondo ordine".
C'è pertanto un fattore di ansietà singolo ampio, qui indicato con Tot:
-Tot: nasce da cinque fonti o forme di manifestazioni distinte:
-Q3: difetto di integrazione e strutturazione nell'organizzazione del sentimento di sé.
-C: (-) debolezza dell'Io.
-L: insicurezza paranoide.
-O: tendenza al sentimento di colpa.
-Q4 tensione nervosa (impulsi e pressione del subconscio).
Il Cattel ha predisposto una conversione del punteggio grezzo in una scala a 10 punti standardizzati: "sten".
-Test per la depressione di Zung
Per la depressione si è scelto un test di autovalutazione il più semplice possibile, ma nello stesso tempo, con una struttura tale da garantire un minimo di completezza. Pensiamo possa corrispondere a tali caratteristiche la Scala di Zung W.W.K. (riportato da Campailla G. 1975). È composto da 20 quesiti, a scelta multipla, che danno un indice numerico del livello di depressione. Il punteggio "sten" deriva dal punteggio grezzo tradotto in percentuale.
-Questionario sull'allenamento.
Comprende 20 possibilità distinguendo: la quantità di sedute giornaliere, la regolarità e la continuità. Viene considerato un allenamento sufficiente o buono quando è regolare, con un minimo di una seduta al giorno, senza interruzioni nell'arco considerato.
RISULTATI E DISCUSSIONE.
a) Tests di entrata.
Questa prima analisi ha l'intento di valutare i livelli di ansia e depressione presenti alla prima somministrazione della batteria presenti in gruppi di pazienti diversi a seconda del comportamento rispetto all'Iter.
Prima di iniziare l'Iter il gruppo di persone, che ha effettuato la prima somministrazione (o valutazione) ammonta a 2014 pazienti; tra questi coloro che hanno effettuato tutti i tests, attualmente previsti sono 1867. Per una visione d'insieme abbiamo suddiviso quest'ultimo gruppo in sei sottogruppi e cioè :
Gruppo 1° 469 sogg.:hanno fatto il T.A.I., ma non si sono più presentati ai retests.
Gruppo 2° 499 sogg.: hanno fatto la I e la II somm.(non in lista per il II stadio ).
Gruppo 3° 360 sogg.:hanno fatto: I, II, III somm., oppure I e III (non sono in lista per il II stadio).
Gruppo 4° 387 sogg.:in corso o terminato II o III stadio, oppure sono in lista
d' attesa per accedervi (non ancora nel IVstadio).
Gruppo 5° 59 sogg.:sono nel IV stadio e hanno fatto la VI batteria.
Gruppo 6° 93 sogg.: hanno interrotto il corso di T.A.I.
Nel presente lavoro non prendiamo in considerazione il 6° gruppo e rimandiamo ad un recentissimo lavoro di Prior e Gastaldo (1995) per una analisi e discussione dell' argomento.
Possiamo sottolineatre il fatto che per quanto riguarda i punteggi medi dell'ansia e della depressione, i gruppi 5° e 6° presentano i valori più alti rispetto agli altri anche se tra loro sono simili (differenze non statisticamente significative all'analisi POST_HOC) Tuttavia anche nei lavori precedenti di Gastaldo e Ottobre, (1994) e Prior e Gastaldo (1995) si è costantemente riscontrato che i soggetti del gruppo 6° hanno sempre ottenuto una punteggio medio dell'ansia più bassa e quella della depressione più alta, di quelli del gruppo 5°.
el I e II grafico possiamo notare come l'ansia totale (punteggio sten al Test IPAT) e la depressione (punteggio sten al test di Zung) subiscano degli incrementi costanti via via che si passi dal 1° gruppo al 5° gruppo; ciò significa che, prima di iniziare la terapia, si presentavano mediamente più ansiosi e più depressi i soggetti che in seguito proseguono l'Iter di terapia rispetto a quelli che partecipano al solo T.A.I. (I Stadio), e non verranno più ai retest, oppure fanno solo il I retest (primi due gruppi). (Vedi I e II grafico).
In sintesi possiamo dire che una condizione di ansia e depressione più intense inducano i pazienti a proseguire l'Iter terapeutico, tuttavia si deve inoltre sottolineare che le medesime caratteristiche sono presenti nei soggetti che sospendono, ai primi incontri, il corso di T.A.,I. (Prior. 1995).
b) I Stadio.
Prendiamo ora in considerazione il gruppo complessivo dei soggetti che hanno fatto il primo stadio dell'Iter. Vengono confrontati i livelli di ansia e depressione, sia in entrata (prima della partecipazione del corso di T.A.I.), che a due mesi dalla fine del corso. Compariamo la prima e la seconda somministrazione per quanto concerne il numero di sogg., in varie fasce di ansia e depressione. Dividendo i punteggi standardizzati, sia dell'ansia che della depressione, nelle seguenti fasce:,
1 - 6 = ansia normale A 25 - 44 = non depressione A
7 - 8 = ansia lieve-media B 45 - 63 = depress. Lieve- media B
9 - 10 = ansia alta C 64 - 100 = depressione alta C
otteniamo una suddivisione in percentuale dei punteggi.
I grafici III e IV mostrano le proporzioni fra il la percentuale dei pazienti nelle tre fasce, messi a confronto fra la I e la II somministazione rispettivamente per l'ansia e la depressione.
La tabella V riporta i dati e il c2. Si può vedere che, sia per quanto riguarda l'ansia che la depressione, le differenze sono statisticamente significative.
b) I Stadio.
Prendiamo ora in considerazione il gruppo complessivo dei soggetti che hanno fatto il primo stadio dell'Iter. Vengono confrontati i livelli di ansia e depressione, sia in entrata (prima della partecipazione del corso di T.A.I.), che a due mesi dalla fine del corso. Compariamo la prima e la seconda somministrazione per quanto concerne il numero di sogg., in varie fasce di ansia e depressione. Dividendo i punteggi standardizzati, sia dell'ansia che della depressione, nelle seguenti fasce:,
1 - 6 = ansia normale A 25 - 44 = non depressione A
7 - 8 = ansia lieve-media B 45 - 63 = depress. Lieve- media B
9 - 10 = ansia alta C 64 - 100 = depressione alta C
otteniamo una suddivisione in percentuale dei punteggi.
I grafici III e IV mostrano le proporzioni fra il la percentuale dei pazienti nelle tre fasce, messi a confronto fra la I e la II somministazione rispettivamente per l'ansia e la depressione.
La tabella V riporta i dati e il c2. Si può vedere che, sia per quanto riguarda l'ansia che la depressione, le differenze sono statisticamente significative.
Confrontando i dati, relativi al test dell'ansia IPAT, e quelli relativi alla depressione, nella prima e nella seconda somministrazione si nota che esistono (V Grafico) sei gruppi di due barre ciascuno; nella prima coppia, a sinistra, sono rappresentati i dati dell'ansia globale ( ansia Tot.) e nei successivi quei fattori di personalità già descritti: Q3, C, L, O, Q4.
Il VI grafico è relativo alla depressione rilevata con il test di Zung.
Nella tabella successiva (VI Tabella ) si trovano i dati relativi ai due grafici, con rispettive validazioni, che, come si può vedere, risultano tutte positive al Test di Student (p< .001)
Il VI grafico è relativo alla depressione rilevata con il test di Zung.
Nella tabella successiva (VI Tabella ) si trovano i dati relativi ai due grafici, con rispettive validazioni, che, come si può vedere, risultano tutte positive al Test di Student (p< .001)
In una seconda fase abbiamo voluto suddividere lo stesso gruppo di soggetti, che hanno eseguito la I e la II somm., in due gruppi e cioè:
Gruppo A comprende tutti coloro che, dall'inizio del corso di T.A.I, fino all'esecuzione della II somm., hanno effettuato un allenamento sufficiente o buono, ovvero tutti coloro che hanno eseguito gli esercizi di Training Autogeno una o più volte al giorno regolarmente.
Gruppo B comprende coloro che non si sono mai allenati ( sono 10) o eseguono gli esercizi meno di una volta al dì, oppure anche più volte al giorno tuttavia saltuariamente, oppure si sono allenati regolarmente solo per brevi periodi o, ancora, hanno smesso l'allenamento per periodi superiori ad un mese.
Nei grafici relativi all'ansia (VII grafico) e alla depressione ( VIII grafico) possiamo vedere come il gruppo A ed il gruppo B hanno, nella prima valutazione, livelli di ansia e depressione dissimili, anche se la differenza non è statisticamente significativa. Possiamo inoltre notare all'analisi di varianza (between and within), con misure ripetute, che:
1) sia il gruppo A che il gruppo B presentano una diminuzione sia dell'ansia che della depressione passando dalla I alla II valutazione; questo non è che una riconferma dei dati esposti nell'analisi precedente.
2) il gruppo A registra una maggiore diminuzione sia dell'ansia che della depressione.
All'analisi di varianza 2 X 2 sui fattori allenamento e livello di ansia e depressione risulta che quanto detto ai punti 1) e 2) è statisticamente significativo.( vedi tabella VI).
Gruppo A comprende tutti coloro che, dall'inizio del corso di T.A.I, fino all'esecuzione della II somm., hanno effettuato un allenamento sufficiente o buono, ovvero tutti coloro che hanno eseguito gli esercizi di Training Autogeno una o più volte al giorno regolarmente.
Gruppo B comprende coloro che non si sono mai allenati ( sono 10) o eseguono gli esercizi meno di una volta al dì, oppure anche più volte al giorno tuttavia saltuariamente, oppure si sono allenati regolarmente solo per brevi periodi o, ancora, hanno smesso l'allenamento per periodi superiori ad un mese.
Nei grafici relativi all'ansia (VII grafico) e alla depressione ( VIII grafico) possiamo vedere come il gruppo A ed il gruppo B hanno, nella prima valutazione, livelli di ansia e depressione dissimili, anche se la differenza non è statisticamente significativa. Possiamo inoltre notare all'analisi di varianza (between and within), con misure ripetute, che:
1) sia il gruppo A che il gruppo B presentano una diminuzione sia dell'ansia che della depressione passando dalla I alla II valutazione; questo non è che una riconferma dei dati esposti nell'analisi precedente.
2) il gruppo A registra una maggiore diminuzione sia dell'ansia che della depressione.
All'analisi di varianza 2 X 2 sui fattori allenamento e livello di ansia e depressione risulta che quanto detto ai punti 1) e 2) è statisticamente significativo.( vedi tabella VI).
L'analisi ci permette di concludere che esiste un miglioramento clinico dei pazienti che hanno effettuato il I stadio dell'Iter e che tale miglioramento risulta particolarmente accentuato quando c'è stato un allenamento sufficiente.
c) II Stadio
Per quanto riguarda il secondo stadio, abbiamo analizzato esclusivamente la presenza di una variazione dei livelli di ansia e depressione, omettendo lo studio dell'incidenza dell'allenamento data la difficoltà di separare un fattore dall'altro. Le considerazioni, i commenti, le modalità di lettura di grafici e di tabelle sono sovrapponibili a quelle effettuate nel primo stadio ( paragrafo b). L'analisi statistica ANOVA ha evidenziato differenze statisticamente significative (grafici IX, X, XI, XII, - tabelle VIII, IX).
Anche se non è del tutto statisticamente corretto fare confronti fra i risultati ottenuti nel secondo stadio a quelli ottenuti nel primo tuttavia possiamo legittimamente ritenere indicativo il fatto che:
a) I soggetti del gruppo ora preso in considerazione, presentano all'inizio del primo stadio (I somm.) un livello d'ansia e di depressione più alto di quello del gruppo del II stadio.
b) Possiamo inoltre constatare come i soggetti, di questo secondo gruppo, che hanno effettuato sia la terapia di primo stadio che di secondo, arrivano a livelli più bassi di ansia e depressione.
In sintesi possiamo dire che l'analisi svolta dimostra la presenza di una efficacia del II stadio dell'Iter di terapia; possiamo poi indicativamente ritenere che, l'effettuare il II stadio, permetta una ulteriore diminuzione dei livelli di ansia e di depressione rispetto al I stadio.
c) II Stadio
Per quanto riguarda il secondo stadio, abbiamo analizzato esclusivamente la presenza di una variazione dei livelli di ansia e depressione, omettendo lo studio dell'incidenza dell'allenamento data la difficoltà di separare un fattore dall'altro. Le considerazioni, i commenti, le modalità di lettura di grafici e di tabelle sono sovrapponibili a quelle effettuate nel primo stadio ( paragrafo b). L'analisi statistica ANOVA ha evidenziato differenze statisticamente significative (grafici IX, X, XI, XII, - tabelle VIII, IX).
Anche se non è del tutto statisticamente corretto fare confronti fra i risultati ottenuti nel secondo stadio a quelli ottenuti nel primo tuttavia possiamo legittimamente ritenere indicativo il fatto che:
a) I soggetti del gruppo ora preso in considerazione, presentano all'inizio del primo stadio (I somm.) un livello d'ansia e di depressione più alto di quello del gruppo del II stadio.
b) Possiamo inoltre constatare come i soggetti, di questo secondo gruppo, che hanno effettuato sia la terapia di primo stadio che di secondo, arrivano a livelli più bassi di ansia e depressione.
In sintesi possiamo dire che l'analisi svolta dimostra la presenza di una efficacia del II stadio dell'Iter di terapia; possiamo poi indicativamente ritenere che, l'effettuare il II stadio, permetta una ulteriore diminuzione dei livelli di ansia e di depressione rispetto al I stadio.
Come si può vedere nella IX tabella, come per il I stadio, i confronti risultano tutti significativi al Test di Student (p<.001) tranne quello riguardante il fattore L (insicurezza paranoide). Come si può notare c'è, in tale fattore, una diminuzione, dei punteggi medi, nel passaggio fra I e IV valutazione ma, come anche nel nostro lavoro precedente già citato (Gastaldo, Ottobre 1994), tale diminuzione non è significativa. L'ipotesi, a questo riguardo da noi formulata, è che in alcuni sogg. ci sia una mancata diminuzione del punteggio in tale fattore perchè verosimilmente si sono destrutturate altre difese di nevrosi per cui si sentono più esposti verso gli altri.
d) III-IV Stadio.
Abbiamo scelto di verificare le differenze tra I e VI somministrazione, che, come abbiamo già detto, viene eseguita dopo un anno dalla fine del III stadio; essa rappresenta sia il lavoro del Training Autogeno Superiore Analitico che il lavoro proprio del IV stadio. L'allenamento è una delle peculiarità del T.A. sia Inferiore che Superiore. Si mira a consegnare ai soggetti strumenti e modalità per compiere, con tale allenamento, un lavoro psichico su se stessi. Il lavoro del III stadio quindi non finisce con il corso, ma continua: i sogg. lavorano a domicilio con gli stimoli imparati al corso. Un anno di lavoro può, in alcuni casi, essere sufficiente. Nel IV stadio il soggetto lavora su di sè con il T.A.I., e con sedute di Training Superiore; può usufruire della consulenza sporadica del terapeuta oppure può ritornare ad avere regolari sedute in studio come nel II stadio.
Anche per il confronto fra la I e VI somministrazione procediamo in modo analogo al confronto tra la I e la II e tra la I e la IV.
Le considerazioni, i commenti, le modalità di lettura di grafici ( XIII, XIV, XV, XVI) e tabelle (X e XI) sono sovrapponibili; le validazioni statistiche sono significative con l'unica eccezione del fattore L.
Anche per questo gruppo possiamo osservare che i sogg. alla prima somm. hanno valori più alti, sia di ansia che di depressione, mentre alla VI somm. tali valori sono più bassi di quanto abbiamo visto accadere nei paragoni fra la I e la II e fra la I e la IV somm.. Questo dato, solo indicativo, per i motivi già esposti, trova conferma nella clinica. Le persone che arrivano al IV Stadio del nostro Iter, sono quelle che solitamente hanno patologie più marcate. Di 62 sogg. ben 6 sono affetti da psicosi , 15 da neurosi fobico coatta, 12 da depressione maggiore, due da alcoolismo, due di caratteropatia mentre la maggior parte degli altri sono affetti da neurosi gravi, a volte con importanti somatizzazioni, con situazioni perduranti da molti anni, con ospedalizzazioni, tentativi di altre psicoterapie e prolungati periodi di psicofarmacoterapia anche, a volte , molto pesante. È la gravità del loro malessere il motivo più importante che spinge, la maggior parte di loro, a proseguire per anni l'Iter; tuttavia questi sono coloro che statisticamente conseguono i risultati più alti.
d) III-IV Stadio.
Abbiamo scelto di verificare le differenze tra I e VI somministrazione, che, come abbiamo già detto, viene eseguita dopo un anno dalla fine del III stadio; essa rappresenta sia il lavoro del Training Autogeno Superiore Analitico che il lavoro proprio del IV stadio. L'allenamento è una delle peculiarità del T.A. sia Inferiore che Superiore. Si mira a consegnare ai soggetti strumenti e modalità per compiere, con tale allenamento, un lavoro psichico su se stessi. Il lavoro del III stadio quindi non finisce con il corso, ma continua: i sogg. lavorano a domicilio con gli stimoli imparati al corso. Un anno di lavoro può, in alcuni casi, essere sufficiente. Nel IV stadio il soggetto lavora su di sè con il T.A.I., e con sedute di Training Superiore; può usufruire della consulenza sporadica del terapeuta oppure può ritornare ad avere regolari sedute in studio come nel II stadio.
Anche per il confronto fra la I e VI somministrazione procediamo in modo analogo al confronto tra la I e la II e tra la I e la IV.
Le considerazioni, i commenti, le modalità di lettura di grafici ( XIII, XIV, XV, XVI) e tabelle (X e XI) sono sovrapponibili; le validazioni statistiche sono significative con l'unica eccezione del fattore L.
Anche per questo gruppo possiamo osservare che i sogg. alla prima somm. hanno valori più alti, sia di ansia che di depressione, mentre alla VI somm. tali valori sono più bassi di quanto abbiamo visto accadere nei paragoni fra la I e la II e fra la I e la IV somm.. Questo dato, solo indicativo, per i motivi già esposti, trova conferma nella clinica. Le persone che arrivano al IV Stadio del nostro Iter, sono quelle che solitamente hanno patologie più marcate. Di 62 sogg. ben 6 sono affetti da psicosi , 15 da neurosi fobico coatta, 12 da depressione maggiore, due da alcoolismo, due di caratteropatia mentre la maggior parte degli altri sono affetti da neurosi gravi, a volte con importanti somatizzazioni, con situazioni perduranti da molti anni, con ospedalizzazioni, tentativi di altre psicoterapie e prolungati periodi di psicofarmacoterapia anche, a volte , molto pesante. È la gravità del loro malessere il motivo più importante che spinge, la maggior parte di loro, a proseguire per anni l'Iter; tuttavia questi sono coloro che statisticamente conseguono i risultati più alti.
CONCLUSIONI GENERALI
Nel IV capitolo del libro gia più volte citato (Gastaldo, Ottobre 1994) abbiamo scritto: "Se prendiamo un singolo gruppo di pazienti e un singolo test possiamo senza dubbio trovare il modo di dire che i risultati non sono significativi, anche se i più sofisticati tests di validazione sono positivi.
Possiamo per esempio dire che il "malessere" psichico o psicofisico ha un andamento ondulatorio nel tempo; nel primo test i soggetti possono essere nella fase più negativa (e per questo vanno dal terapeuta) mentre poi, fatalmente, vanno verso la fase di maggior benessere, e questo accade anche a chi non fa terapia. A tale osservazione potremmo rispondere che la maggior parte dei soggetti che si presentano nel nostro studio hanno una storia di nevrosi che dura da molti anni; hanno tentato molti rimedi e vengono da noi per tentare l'ennesimo. Questi non necessariamente chiedono il nostro intervento durante la fase negativa. Quelli poi che si decidono durante tale fase riescono in effetti solo a prenotare il colloquio che effettueranno quando ormai una terapia medica, prescritta dal medico di base, avrà già prodotto un certo effetto. Il T.A., poi, e i tests li faranno dopo qualche altro mese e possono essere già nella fase positiva.
Possiamo ancora dire che molte volte si dimenticano di fare i retests quando è il loro turno, ma vengono quando hanno delle ricadute.
Pur tuttavia, non avendo dei dati precisi o un valido gruppo di controllo per confrontare questa obiezione, la accettiamo come buona e non ci permetteremo mai di basare la nostra ricerca solo su un gruppo di pazienti per un solo test o, peggio ancora, per un solo sintomo.
Quello che ci pare interessante di tutto questo lavoro è il fatto seguente: ci sono molti gruppi, diversi per tappe di terapia e per tempi trascorsi fra tests e retests che vanno da un minimo di quattro mesi a molti anni; tali gruppi effettuano diversi tests (ansia, depressione, sintomi psicosomatici, sintomi psichici, autovalutazione di miglioramento, Test di Lüscher, psicofarmacoterapia).
In tutti i gruppi, per tutti i tests, è evidente nei raffronti fra I° somministrazione e una o due delle successive, una direzione che è quella verso la diminuzione del malessere e l'evoluzione della personalità.
Può essere casuale tale insieme di direzioni univoche? ...."
La nostra tesi è che ciò non sia possibile. Pensiamo che i dati presentati in questo lavoro, usufruendo di gruppi con maggior N° di persone, riconfermino e quindi rafforzino questa tesi.
In quella sede ponevamo un altro quesito:
"Naturalmente questo quesito ne apre un altro, e cioè se i risultati possono essere attribuiti al fatto che i pazienti fanno una terapia, oppure al fatto che fanno quella terapia, oppure al fatto che fanno un lavoro con quel terapeuta, oppure ancora al fatto che credono di fare un lavoro con un terapeuta, ecc..
Tutto ciò è interessante e c'è lavoro per tutti, ma pensiamo che sia prioritario dimostrare che serva al "paziente" fare una psicoterapia e in questa strada ci sembra di essere arrivati a un buon punto, anche se siamo coscienti che il cammino sia ancora molto lungo"
Pensiamo che, con questo lavoro, abbiamo fatto un altro piccolo passo in avanti; abbiamo riconfermato quanto già esposto da Prior (1993), avendo a disposizione, in questo lavoro, un numero quasi doppio di soggetti rispetto al precedente. Abbiamo riconfermato che c'è un maggior calo, sia dell'ansia che della depressione, quando i pazienti si allenano maggiormente, cioè quando compiono un maggior lavoro specifico.
Sembra quindi ragionevole pensare, che il lavoro specifico sia un cardine importante per ottenere risultati clinici.
BIBLIOGRAFIA
1. BAZZI T., GIORDA R. (1979). I nuovi orizzonti del Training Autogeno. Città Nuova Ed. Roma.
2. BAZZI T., GIORDA R. (1980). Il Training Autogeno; teoria e pratica. Città Nupova Ed. Roma.
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9. GASTALDO, G. (1988). Lo stato Autogeno e il tiro con l'arco nello Zen. Rassegna di psicoterapie - Ipnosi, Vol. 15, N.3. Settembre Dicembre 1988. Ed. Minerva Medica.
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11. GASTALDO, G. OTTOBRE, M. (1988). Terapia Immaginativa Analitica Autogena (T.I.A.A.). Rassegna di Psicoterapie - Ipnosi. Vol. 15, N°1. Gennaio Aprile 1988, Ed. Minerva Medica.
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22. PEDON A. (1988). Statistica e ricerca psicologica.Ed. Libreria Cortina Padova.
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25. PERESSON L. (1984). Trattato di Psicoterapia Autogenaq. Piovan Ed. Abano Terme. Padova
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27. PRIOR, M. GASTALDO, G. Fattori correlati alla "disponibilità"ad effettuare un iter psicoterapico di Terapia Autogena: uno studio statistico.Attualità di Psicologia, Anno X - N. 2/3 (in corso di pubblicazione), Ed. Universitarie Romane.
28. SCHULTZ I. H. (1968). Il Training Autogeno. Feltrinelli Editore, Milano - I°-II° Vol.
29. WALLNÖFER, H. (1979). Il trattamento dell'ansia con il Training Autogeno. Psicoterapie, metodi e tecniche; numero unico, pag. 181. Edizioni C.I.S.S.P.A.T., Padova.
30. WALLNÕFER, H. (1992). Anima senza ansia. Edizioni Universitarie Romane, Roma.
31. WALLNÖFER, H. .(1978). Tecniche analitiche nel ciclo superiore del Training Autogeno."Psicoterapie", numero unico 1978 pag.148, Ed. C.I.S.S.P.A.T. Padova
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33. WIDMANN, C. (1988). Il simbolismo dei colori. Piovan editore, Abano Terme (PD).
34. WINER B. J. (1974). Statistical principales in experimental design. Ed. Mc Grow, Hill
Nel IV capitolo del libro gia più volte citato (Gastaldo, Ottobre 1994) abbiamo scritto: "Se prendiamo un singolo gruppo di pazienti e un singolo test possiamo senza dubbio trovare il modo di dire che i risultati non sono significativi, anche se i più sofisticati tests di validazione sono positivi.
Possiamo per esempio dire che il "malessere" psichico o psicofisico ha un andamento ondulatorio nel tempo; nel primo test i soggetti possono essere nella fase più negativa (e per questo vanno dal terapeuta) mentre poi, fatalmente, vanno verso la fase di maggior benessere, e questo accade anche a chi non fa terapia. A tale osservazione potremmo rispondere che la maggior parte dei soggetti che si presentano nel nostro studio hanno una storia di nevrosi che dura da molti anni; hanno tentato molti rimedi e vengono da noi per tentare l'ennesimo. Questi non necessariamente chiedono il nostro intervento durante la fase negativa. Quelli poi che si decidono durante tale fase riescono in effetti solo a prenotare il colloquio che effettueranno quando ormai una terapia medica, prescritta dal medico di base, avrà già prodotto un certo effetto. Il T.A., poi, e i tests li faranno dopo qualche altro mese e possono essere già nella fase positiva.
Possiamo ancora dire che molte volte si dimenticano di fare i retests quando è il loro turno, ma vengono quando hanno delle ricadute.
Pur tuttavia, non avendo dei dati precisi o un valido gruppo di controllo per confrontare questa obiezione, la accettiamo come buona e non ci permetteremo mai di basare la nostra ricerca solo su un gruppo di pazienti per un solo test o, peggio ancora, per un solo sintomo.
Quello che ci pare interessante di tutto questo lavoro è il fatto seguente: ci sono molti gruppi, diversi per tappe di terapia e per tempi trascorsi fra tests e retests che vanno da un minimo di quattro mesi a molti anni; tali gruppi effettuano diversi tests (ansia, depressione, sintomi psicosomatici, sintomi psichici, autovalutazione di miglioramento, Test di Lüscher, psicofarmacoterapia).
In tutti i gruppi, per tutti i tests, è evidente nei raffronti fra I° somministrazione e una o due delle successive, una direzione che è quella verso la diminuzione del malessere e l'evoluzione della personalità.
Può essere casuale tale insieme di direzioni univoche? ...."
La nostra tesi è che ciò non sia possibile. Pensiamo che i dati presentati in questo lavoro, usufruendo di gruppi con maggior N° di persone, riconfermino e quindi rafforzino questa tesi.
In quella sede ponevamo un altro quesito:
"Naturalmente questo quesito ne apre un altro, e cioè se i risultati possono essere attribuiti al fatto che i pazienti fanno una terapia, oppure al fatto che fanno quella terapia, oppure al fatto che fanno un lavoro con quel terapeuta, oppure ancora al fatto che credono di fare un lavoro con un terapeuta, ecc..
Tutto ciò è interessante e c'è lavoro per tutti, ma pensiamo che sia prioritario dimostrare che serva al "paziente" fare una psicoterapia e in questa strada ci sembra di essere arrivati a un buon punto, anche se siamo coscienti che il cammino sia ancora molto lungo"
Pensiamo che, con questo lavoro, abbiamo fatto un altro piccolo passo in avanti; abbiamo riconfermato quanto già esposto da Prior (1993), avendo a disposizione, in questo lavoro, un numero quasi doppio di soggetti rispetto al precedente. Abbiamo riconfermato che c'è un maggior calo, sia dell'ansia che della depressione, quando i pazienti si allenano maggiormente, cioè quando compiono un maggior lavoro specifico.
Sembra quindi ragionevole pensare, che il lavoro specifico sia un cardine importante per ottenere risultati clinici.
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12. GASTALDO, G. OTTOBRE, M. (1990). Iter di Terapia Autogena in quattro stadi. Attualità in Psicologia, Vol. 5 N° 4, Ottobre Novembre Dicembre 1990, Ed. Universitarie Romane.
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