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9.6) Analisi test lüscher
(questo lavoro è stato presentato al Convegno I.C.S.A.T. del maggio 2000 a Ravenna; non è stato possibile includerlo negli atti del convegno in quanto le validazioni statistiche erano statr completate solo dopo qualche mese; era pertanto rimasto nel cassetto in attesa di pubblicarlo nel rinnovato sito A.I.R.D.A.. Il rinnovo è avvenuto solo recentemente.
Per inciso precisiamo che attualmente il numero dei sogg. che hanno frequentato i corsi di T.A., che quindi hanno fatto le batterie di test, è salito a quota 3000 come si può vedere dall'abstract di una relazione al Congresso mondiale di Psicoterapia del 2010 a Lucerna; vedi www.psicoterapia-autogena.it, menu approfondimenti, T.A. a 3000 persone)
Analisi statistica delle variazioni al test di Lüscher in sogg. che hanno effettuato iter di Psicoterapia Autogena.
Giovanni Gastaldo Miranda Ottobre & Massimo Prior
A.I.R.D.A.
Scopo del seguente lavoro è rilevare e valutare statisticamente le variazioni della scelta dei colori, nel test di Lüscher, in quattro somministrazioni scaglionate lungo un iter di Psicoterapia Autogena di centododici pazienti; lo studio è inquadrato in un più vasto panorama di rilevazione di variazioni in più test su circa duemila soggetti
1) Iter di Psicoterapia Autogena in quattro stadi (Gastaldo/Ottobre 1987, 1990, 1994, 1996, 2000).
L’iter a cui ci riferiamo è quello di Psicoterapia Autogena in quattro stadi di Gastaldo/Ottobre; esso va considerato uno degli iter potenzialmente costruibili con il complesso sistema psicoterapico schultziano. La strutturazione in stadi ben definiti corrisponde anche ad una esigenza di studio statistico delle variazioni prodotte dal lavoro psicologico effettuato.
Nel primo stadio il soggetto svolge un lavoro con il Training Autogeno Basale, che apprende in un corso comprendente nove incontri settimanali, di tre ore ciascuno, in un gruppo di circa dieci persone. (Gastaldo 1988, Gastaldo/Ottobre 1994).
Il secondo stadio inizia solitamente dopo uno o due anni di lavoro con il Training Autogeno Basale. Qui le sedute sono individuali; in tale stadio si mette a frutto la capacità acquisita dal paziente, attraverso l’allenamento autogeno, di lasciar emergere ciò che si genera spontaneamente in sé in piena coscienza. Abbiamo denominato tali sedute Terapia Immaginativa Analitica Autogena (T.I.A.A.). Le sedute, di solito settimanali e della durata di un’ora, si svolgono nello studio del terapeuta; il loro numero può variare per lo più da 25 a 50 (Gastaldo/Ottobre 1988, 1994; Ottobre 1990; Ottobre, Prior 1993).
Nel terzo stadio il soggetto svolge un lavoro con il Training Autogeno Analitico Avanzato, che apprende in un corso di quindici incontri di tre ore ciascuno, in un gruppo di circa sei persone. Le sedute sono quindicinali (Wallnöfer 1978, Gastaldo/Ottobre 1994, Ottobre 1990).
Nel quarto stadio il soggetto richiede sedute con il terapeuta per analizzare il materiale elaborato tramite sedute svolte a domicilio, autonomamente, con il Training Autogeno Basale e con il Training Autogeno Avanzato, ma anche materiale onirico, o per semplice consulenza. Tali incontri possono essere sporadici o comunque con frequenze richieste dal soggetto stesso (Gastaldo/Ottobre 1994).
Ogni soggetto si ferma allo stadio in cui ha ottenuto i risultati sperati.
Per effettuare periodicamente indagini statistiche sull’efficacia dell’iter abbiamo organizzato quanto segue (Gastaldo/Ottobre, 1994 –cap. IV- ): prima del primo stadio viene somministrata una batteria di test e di questionari (storia clinica computerizzata; test IPAT di Cattel per l’ansia, riferita a cinque fattori della personalità, tra i quali il sentimento di colpa specificamente analizzato in questo nostro lavoro (Cattel 1957); test di Zung (Campailla 1975) per la depressione; test di Lüscher (1983); lista di sintomi psicosomatici e psichici; scheda per l’autovalutazione dei risultati clinici; scheda di raccolta dati sull’eventuale terapia psicofarmacologica e sulle sue variazioni qualitative e quantitative; lista dei valori esistenziali ecc.) (Gastaldo/Ottobre 1994).
La batteria di test viene poi somministrata dopo ogni stadio di terapia (due volte per il primo stadio).
- I batteria (I B), prima del T. A. Basale.
- II batteria (II B) dopo due mesi dalla fine del corso di apprendimento del T.A.Basale,
- III batteria (III B) dopo otto mesi dalla fine del T.A. Basale (non viene citata in questo contesto in quanto non essenziale)
- IV batteria (IV B) alla fine del secondo stadio
- V batteria (V B) alla fine del terzo stadio.
VI batteria (VI B) ad un anno di lavoro con il IV stadio
[In questo contesto non prendiamo in considerazione il IV stadio in quanto sarà oggetto di un futuro lavoro].
2) Gruppi in esame
I gruppo: 1633 sogg. che hanno fatto il I STADIO con 1° e 2° batteria
II gruppo: 211 sogg. che hanno fatto il I e II STADIO con 1° e 4° batteria
III gruppo: 150 sogg. che hanno fatto il I, II, III, STADIO con 1° e 5° batteria
[per questi primi tre gruppi faremo solo qualche accenno statistico per un inquadramento generale, del cui scopo parleremo nel paragrafo 4)]
IV gruppo: 112 sogg. che hanno fatto il I, II, III, STADIO con 1°, 2°. 4°, 5° batteria
Quest’ultimo è il gruppo specificatamente preso in esame.
Di tale gruppo i sogg. hanno effettuato i primi tre stadi, e compilato le batterie di test relativi.
Rispetto a tale gruppo diamo qualche ragguaglio:
Per tradizione, più che ventennale, al nostro Studio si rivolgono di solito pazienti con sintomi psichici e/o psicosomatici assai marcati, quasi sempre dopo ricoveri o tentativi prolungati di psicofarmacoterapia.
In precedenti nostri lavori abbiamo constatato, in modo statisticamente significativo (Gastaldo Ottobre 1994, 1995), che i pazienti che proseguono l’iter hanno, alla prima batteria di test, sintomatologia più marcata di quelli che si fermano al primo stadio. Abbiamo anche constatato che hanno sintomatologia ancora più marcata coloro che effettuano regolarmente tutte le batterie prescritte (ciò dipende dal fatto che i sogg. più sofferenti usufruiscono dei controlli programmati con maggior regolarità).
In tale gruppo ci sono 10 sogg con psicosi schizofrenica o paranoidea in compenso farmacologico, 13 con neurosi ossessiva compulsiva, 7 con sindrome borderline, 10 con depressione maggiore, 3 con anoressia o bulimia, 79 con neurosi gravi. (esula da questo contesto discutere il perché trattiamo con Psicoterapia Autogena anche pazienti psicotici; tuttavia facciamo notare che i risultati ottenuti sono sempre stati soddisfacenti e non abbiamo riscontrato rischi di scompenso. È comunque da segnalare che il modo con cui prepariamo, con specifico allenamento, i pazienti al T.A. Basale è del tutto peculiare del nostro Studio e influisce molto sul come i pazienti effettuano il successivo allenamento di T. A.).
Per la comprensione del significato dei dati in oggetto in questo lavoro, è importante dare qualche informazione ancora sul III stadio.
Nel I e II i soggetti conquistano una diminuzione statisticamente significativa dell’ansia globale, e parziale riferita: al sentimento di colpa, al sentimento di sé e alla forza dell’Io, un miglioramento della sensazione soggettiva di benessere, una diminuzione della depressione, dei sintomi psichici e psicosomatici e inoltre della quantità di psicofarmaci assunti.
I pazienti sono pertanto pronti ad effettuare nuove conquiste riguardo l’autonomia, il modo più affermativo e personale di porsi verso gli altri e verso la realtà in particolare quella lavorativa; non è raro per esempio che si stacchino dalla famiglia d’origine, che inizino una relazione sentimentale, che allarghino la cerchia di amicizie, che inizino un’attività lavorativa prima impossibile, che effettuino un avanzamento di carriera che spesso comporta assunzione di maggior responsabilità. In effetti molti di loro durante il III stadio realizzano tali conquiste, iniziando perciò un periodo in cui è più duro lo scontro con la realtà. Non è pertanto da meravigliarsi che per diversi soggetti ci sia un certo aumento dell’ansia o della depressione.
Porta contributo ad aumentare le loro difficoltà il fatto che, passando dal II al III stadio, passano da una relazione diadica col terapeuta, ad una triangolare nella situazione di gruppo. È questa una conquista di autonomia che simbolicamente fa ripercorrere la tappa della prima infanzia del superamento del bisogno di avere l’esclusiva della figura materna.
Per noi è pertanto già un buon risultato che i pazienti, in queste condizioni, riescano a mantenere o migliorare leggermente, nei parametri dei vari test, i risultati ottenuti alla IV batteria, e che solo alcuni abbiano dei lievi cedimenti. Per quanto detto abbiamo in questo stadio, dal punto di vista statistico, un miglioramento ai test più contenuto che negli stadi precedenti.
3) I test
· Test IPAT dell’ansia di Cattel per l’ansia globale (Cattel 1957).
· Test IPAT dell’ansia di Cattel per il sentimento di colpa (uno dei cinque fattori di personalità implicati nell’ansia) (Cattel 1957).
(Scala sten. 1/10; livello normale fino a 6; livello medio tra 7 e 8, e livello alto 9 e 10.)
· Test di Zung per la depressione (Campailla 1975).
(Scala 20 / 80; fino a 35 normale, 36/45 D. lieve, 46/55 D. media, 56/80 D. alta)
· Autovalutazione: migliorato, invariato, peggiorato (Gastaldo/Ottobre 1994).
[I dati del test IPAT, del test di Zung e del questionario di autovalutazione vengono solo accennati per inquadrare il lavoro; ciò per criteri metodologici – vedi par. - 4)]
· Test dei colori di Lüscher (1983): Tavola degli 8 colori -a e b-; Tavola dei quattro colori; tavole delle sfumature.
Di tutta la batteria di tests prenderemo in esame solo alcuni aspetti del test di Lüscher e, per una questione metodologica, inquadreremo tale studio nel più ampio contesto degli altri dati ricavati dai test; questo sia per il gruppo di centododici pazienti sia per i più vasti gruppi dei vari stadi considerati separatamente.
Essendo il Test di Lüscher il test specificatamente preso in esame diamo una breve descrizione di quelle caratteristiche che sono indispensabili per comprendere i dati emersi. Di tale test inoltre, per non ampliare esageratamente il lavoro, considereremo solo gli aspetti più salienti
1) Tavola degli otto colori: blu, verde, rosso, giallo, viola, marron, nero, grigio; i sogg. sono invitati a dare un ordine di preferenza scegliendo fra i quadrati colorati della tavola (scelta degli 8 colori – a -). Si ripete la somministrazione di questa tavola (scelta degli 8 colori – b -) dopo aver somministrato le altre tavole descritte al punto 3) e 4).
2) Tavola dei quattro colori; si attua lo stesso procedimento con i colori fondamentali: blu, verde rosso, giallo.
3) Tavola delle sfumature: per ognuno dei colori nominati al punto 2) c’è una tavola con 12 quadrati colorati con sfumature diverse di quel colore a seconda che sia mescolato con uno dei rimanenti tre colori: Abbiamo pertanto ad es nella colonna del blu: Il blu nel blu, il blu nel verde, il blu nel rosso e il blu nel giallo. Così anche per gli altri tre. Si ottiene così una griglia con quattro colonne divise in quattro parti e pertanto con 16 celle ognuna delle quali contiene da 0 a 3 preferenze.
1) Iter di Psicoterapia Autogena in quattro stadi (Gastaldo/Ottobre 1987, 1990, 1994, 1996, 2000).
L’iter a cui ci riferiamo è quello di Psicoterapia Autogena in quattro stadi di Gastaldo/Ottobre; esso va considerato uno degli iter potenzialmente costruibili con il complesso sistema psicoterapico schultziano. La strutturazione in stadi ben definiti corrisponde anche ad una esigenza di studio statistico delle variazioni prodotte dal lavoro psicologico effettuato.
Nel primo stadio il soggetto svolge un lavoro con il Training Autogeno Basale, che apprende in un corso comprendente nove incontri settimanali, di tre ore ciascuno, in un gruppo di circa dieci persone. (Gastaldo 1988, Gastaldo/Ottobre 1994).
Il secondo stadio inizia solitamente dopo uno o due anni di lavoro con il Training Autogeno Basale. Qui le sedute sono individuali; in tale stadio si mette a frutto la capacità acquisita dal paziente, attraverso l’allenamento autogeno, di lasciar emergere ciò che si genera spontaneamente in sé in piena coscienza. Abbiamo denominato tali sedute Terapia Immaginativa Analitica Autogena (T.I.A.A.). Le sedute, di solito settimanali e della durata di un’ora, si svolgono nello studio del terapeuta; il loro numero può variare per lo più da 25 a 50 (Gastaldo/Ottobre 1988, 1994; Ottobre 1990; Ottobre, Prior 1993).
Nel terzo stadio il soggetto svolge un lavoro con il Training Autogeno Analitico Avanzato, che apprende in un corso di quindici incontri di tre ore ciascuno, in un gruppo di circa sei persone. Le sedute sono quindicinali (Wallnöfer 1978, Gastaldo/Ottobre 1994, Ottobre 1990).
Nel quarto stadio il soggetto richiede sedute con il terapeuta per analizzare il materiale elaborato tramite sedute svolte a domicilio, autonomamente, con il Training Autogeno Basale e con il Training Autogeno Avanzato, ma anche materiale onirico, o per semplice consulenza. Tali incontri possono essere sporadici o comunque con frequenze richieste dal soggetto stesso (Gastaldo/Ottobre 1994).
Ogni soggetto si ferma allo stadio in cui ha ottenuto i risultati sperati.
Per effettuare periodicamente indagini statistiche sull’efficacia dell’iter abbiamo organizzato quanto segue (Gastaldo/Ottobre, 1994 –cap. IV- ): prima del primo stadio viene somministrata una batteria di test e di questionari (storia clinica computerizzata; test IPAT di Cattel per l’ansia, riferita a cinque fattori della personalità, tra i quali il sentimento di colpa specificamente analizzato in questo nostro lavoro (Cattel 1957); test di Zung (Campailla 1975) per la depressione; test di Lüscher (1983); lista di sintomi psicosomatici e psichici; scheda per l’autovalutazione dei risultati clinici; scheda di raccolta dati sull’eventuale terapia psicofarmacologica e sulle sue variazioni qualitative e quantitative; lista dei valori esistenziali ecc.) (Gastaldo/Ottobre 1994).
La batteria di test viene poi somministrata dopo ogni stadio di terapia (due volte per il primo stadio).
- I batteria (I B), prima del T. A. Basale.
- II batteria (II B) dopo due mesi dalla fine del corso di apprendimento del T.A.Basale,
- III batteria (III B) dopo otto mesi dalla fine del T.A. Basale (non viene citata in questo contesto in quanto non essenziale)
- IV batteria (IV B) alla fine del secondo stadio
- V batteria (V B) alla fine del terzo stadio.
VI batteria (VI B) ad un anno di lavoro con il IV stadio
[In questo contesto non prendiamo in considerazione il IV stadio in quanto sarà oggetto di un futuro lavoro].
2) Gruppi in esame
I gruppo: 1633 sogg. che hanno fatto il I STADIO con 1° e 2° batteria
II gruppo: 211 sogg. che hanno fatto il I e II STADIO con 1° e 4° batteria
III gruppo: 150 sogg. che hanno fatto il I, II, III, STADIO con 1° e 5° batteria
[per questi primi tre gruppi faremo solo qualche accenno statistico per un inquadramento generale, del cui scopo parleremo nel paragrafo 4)]
IV gruppo: 112 sogg. che hanno fatto il I, II, III, STADIO con 1°, 2°. 4°, 5° batteria
Quest’ultimo è il gruppo specificatamente preso in esame.
Di tale gruppo i sogg. hanno effettuato i primi tre stadi, e compilato le batterie di test relativi.
Rispetto a tale gruppo diamo qualche ragguaglio:
Per tradizione, più che ventennale, al nostro Studio si rivolgono di solito pazienti con sintomi psichici e/o psicosomatici assai marcati, quasi sempre dopo ricoveri o tentativi prolungati di psicofarmacoterapia.
In precedenti nostri lavori abbiamo constatato, in modo statisticamente significativo (Gastaldo Ottobre 1994, 1995), che i pazienti che proseguono l’iter hanno, alla prima batteria di test, sintomatologia più marcata di quelli che si fermano al primo stadio. Abbiamo anche constatato che hanno sintomatologia ancora più marcata coloro che effettuano regolarmente tutte le batterie prescritte (ciò dipende dal fatto che i sogg. più sofferenti usufruiscono dei controlli programmati con maggior regolarità).
In tale gruppo ci sono 10 sogg con psicosi schizofrenica o paranoidea in compenso farmacologico, 13 con neurosi ossessiva compulsiva, 7 con sindrome borderline, 10 con depressione maggiore, 3 con anoressia o bulimia, 79 con neurosi gravi. (esula da questo contesto discutere il perché trattiamo con Psicoterapia Autogena anche pazienti psicotici; tuttavia facciamo notare che i risultati ottenuti sono sempre stati soddisfacenti e non abbiamo riscontrato rischi di scompenso. È comunque da segnalare che il modo con cui prepariamo, con specifico allenamento, i pazienti al T.A. Basale è del tutto peculiare del nostro Studio e influisce molto sul come i pazienti effettuano il successivo allenamento di T. A.).
Per la comprensione del significato dei dati in oggetto in questo lavoro, è importante dare qualche informazione ancora sul III stadio.
Nel I e II i soggetti conquistano una diminuzione statisticamente significativa dell’ansia globale, e parziale riferita: al sentimento di colpa, al sentimento di sé e alla forza dell’Io, un miglioramento della sensazione soggettiva di benessere, una diminuzione della depressione, dei sintomi psichici e psicosomatici e inoltre della quantità di psicofarmaci assunti.
I pazienti sono pertanto pronti ad effettuare nuove conquiste riguardo l’autonomia, il modo più affermativo e personale di porsi verso gli altri e verso la realtà in particolare quella lavorativa; non è raro per esempio che si stacchino dalla famiglia d’origine, che inizino una relazione sentimentale, che allarghino la cerchia di amicizie, che inizino un’attività lavorativa prima impossibile, che effettuino un avanzamento di carriera che spesso comporta assunzione di maggior responsabilità. In effetti molti di loro durante il III stadio realizzano tali conquiste, iniziando perciò un periodo in cui è più duro lo scontro con la realtà. Non è pertanto da meravigliarsi che per diversi soggetti ci sia un certo aumento dell’ansia o della depressione.
Porta contributo ad aumentare le loro difficoltà il fatto che, passando dal II al III stadio, passano da una relazione diadica col terapeuta, ad una triangolare nella situazione di gruppo. È questa una conquista di autonomia che simbolicamente fa ripercorrere la tappa della prima infanzia del superamento del bisogno di avere l’esclusiva della figura materna.
Per noi è pertanto già un buon risultato che i pazienti, in queste condizioni, riescano a mantenere o migliorare leggermente, nei parametri dei vari test, i risultati ottenuti alla IV batteria, e che solo alcuni abbiano dei lievi cedimenti. Per quanto detto abbiamo in questo stadio, dal punto di vista statistico, un miglioramento ai test più contenuto che negli stadi precedenti.
3) I test
· Test IPAT dell’ansia di Cattel per l’ansia globale (Cattel 1957).
· Test IPAT dell’ansia di Cattel per il sentimento di colpa (uno dei cinque fattori di personalità implicati nell’ansia) (Cattel 1957).
(Scala sten. 1/10; livello normale fino a 6; livello medio tra 7 e 8, e livello alto 9 e 10.)
· Test di Zung per la depressione (Campailla 1975).
(Scala 20 / 80; fino a 35 normale, 36/45 D. lieve, 46/55 D. media, 56/80 D. alta)
· Autovalutazione: migliorato, invariato, peggiorato (Gastaldo/Ottobre 1994).
[I dati del test IPAT, del test di Zung e del questionario di autovalutazione vengono solo accennati per inquadrare il lavoro; ciò per criteri metodologici – vedi par. - 4)]
· Test dei colori di Lüscher (1983): Tavola degli 8 colori -a e b-; Tavola dei quattro colori; tavole delle sfumature.
Di tutta la batteria di tests prenderemo in esame solo alcuni aspetti del test di Lüscher e, per una questione metodologica, inquadreremo tale studio nel più ampio contesto degli altri dati ricavati dai test; questo sia per il gruppo di centododici pazienti sia per i più vasti gruppi dei vari stadi considerati separatamente.
Essendo il Test di Lüscher il test specificatamente preso in esame diamo una breve descrizione di quelle caratteristiche che sono indispensabili per comprendere i dati emersi. Di tale test inoltre, per non ampliare esageratamente il lavoro, considereremo solo gli aspetti più salienti
1) Tavola degli otto colori: blu, verde, rosso, giallo, viola, marron, nero, grigio; i sogg. sono invitati a dare un ordine di preferenza scegliendo fra i quadrati colorati della tavola (scelta degli 8 colori – a -). Si ripete la somministrazione di questa tavola (scelta degli 8 colori – b -) dopo aver somministrato le altre tavole descritte al punto 3) e 4).
2) Tavola dei quattro colori; si attua lo stesso procedimento con i colori fondamentali: blu, verde rosso, giallo.
3) Tavola delle sfumature: per ognuno dei colori nominati al punto 2) c’è una tavola con 12 quadrati colorati con sfumature diverse di quel colore a seconda che sia mescolato con uno dei rimanenti tre colori: Abbiamo pertanto ad es nella colonna del blu: Il blu nel blu, il blu nel verde, il blu nel rosso e il blu nel giallo. Così anche per gli altri tre. Si ottiene così una griglia con quattro colonne divise in quattro parti e pertanto con 16 celle ognuna delle quali contiene da 0 a 3 preferenze.
Codifica tavola delle sfumature
In questo contesto prendiamo in esame solo la somma delle preferenze totalizzate per colonna (parte evidenziata) per fare un confronto statistico fra le varie somministrazioni.
Per una più facile lettura del significato dei grafici descriviamo come sono formati:
1) Tavola degli otto colori.
Ogni soggetto assegna ad ognuno degli otto colori un posizione: prima posizione oppure seconda, o sesta ecc.: è l’assegnazione di un “punteggio” dato dal gradimento. La posizione -1- indica il maggior gradimento e la -8- quello più basso. Le medie statistiche dei punteggi danno l’indice del gradimento di quel colore.
Disponendo lungo un segmento di retta, che va da 1 a 8, i vari punteggi ottenuti si ottiene la sequenza dei colori a seconda del gradimento. Così che il più gradito si colloca a Sx. cioè più vicino all’1 e il meno gradito a Dx. cioè più vicino all’8.
Si fa una seconda somministrazione della stessa tavola degli otto colori dopo aver somministrato le altre tavole. La prima somministrazione è chiamata Lüscher 8 colori a e la seconda Lüscher 8 colori b
Dopo aver compiuto la prima parte dell’iter di terapia si rifanno i tests; II batteria (II B.). Se aumenta statisticamente il numero di persone che esprimono maggiormente gradimento verso un colore, il punto che lo rappresenta nel segmento di retta si sposta verso l’1 cioè verso Sx.; pertanto la linea che unisce la posizione alla prima batteria alla posizione della seconda sarà un segmento che dal basso all’alto s’inclina a Sx); viceversa se alla II B. diminuisce il gradimento s’inclina a Dx. (nell’esempio portato –grafico 1- rispettivamente il colore rosso s’inclina a Sx. e il colore nero a Dx.; è questo il grafico delle variazioni dalla prima alla seconda batteria – prima e dopo il T. A. Basale - della somministrazione b del Test di Lüscher (vedi, al paragrafo 5, la corrispondente TABELLA N° 4 del Luscher 8 c b, I gruppo- dati evidenziati)
In questo contesto prendiamo in esame solo la somma delle preferenze totalizzate per colonna (parte evidenziata) per fare un confronto statistico fra le varie somministrazioni.
Per una più facile lettura del significato dei grafici descriviamo come sono formati:
1) Tavola degli otto colori.
Ogni soggetto assegna ad ognuno degli otto colori un posizione: prima posizione oppure seconda, o sesta ecc.: è l’assegnazione di un “punteggio” dato dal gradimento. La posizione -1- indica il maggior gradimento e la -8- quello più basso. Le medie statistiche dei punteggi danno l’indice del gradimento di quel colore.
Disponendo lungo un segmento di retta, che va da 1 a 8, i vari punteggi ottenuti si ottiene la sequenza dei colori a seconda del gradimento. Così che il più gradito si colloca a Sx. cioè più vicino all’1 e il meno gradito a Dx. cioè più vicino all’8.
Si fa una seconda somministrazione della stessa tavola degli otto colori dopo aver somministrato le altre tavole. La prima somministrazione è chiamata Lüscher 8 colori a e la seconda Lüscher 8 colori b
Dopo aver compiuto la prima parte dell’iter di terapia si rifanno i tests; II batteria (II B.). Se aumenta statisticamente il numero di persone che esprimono maggiormente gradimento verso un colore, il punto che lo rappresenta nel segmento di retta si sposta verso l’1 cioè verso Sx.; pertanto la linea che unisce la posizione alla prima batteria alla posizione della seconda sarà un segmento che dal basso all’alto s’inclina a Sx); viceversa se alla II B. diminuisce il gradimento s’inclina a Dx. (nell’esempio portato –grafico 1- rispettivamente il colore rosso s’inclina a Sx. e il colore nero a Dx.; è questo il grafico delle variazioni dalla prima alla seconda batteria – prima e dopo il T. A. Basale - della somministrazione b del Test di Lüscher (vedi, al paragrafo 5, la corrispondente TABELLA N° 4 del Luscher 8 c b, I gruppo- dati evidenziati)
2) Tavole dei quattro colori e tavola delle sfumature.
In queste tavole non viene più assegnata dal soggetto al colore una posizione, ma vengono date delle preferenze (da 0 a 3); pertanto più è alto il numero delle preferenze e più è gradito quel colore o quella sfumatura. I grafici pertanto sono simili ai precedenti, ma il segmento che unisce i punteggi medi ottenuti nelle somministrazioni s’inclina a Dx. quando aumenta il gradimento (vedi come esempio il colore giallo al grafico seguente. Tale grafico, al paragrafo 5, corrisponde alla TABELLA N° 7 – dati evidenziati –)
In queste tavole non viene più assegnata dal soggetto al colore una posizione, ma vengono date delle preferenze (da 0 a 3); pertanto più è alto il numero delle preferenze e più è gradito quel colore o quella sfumatura. I grafici pertanto sono simili ai precedenti, ma il segmento che unisce i punteggi medi ottenuti nelle somministrazioni s’inclina a Dx. quando aumenta il gradimento (vedi come esempio il colore giallo al grafico seguente. Tale grafico, al paragrafo 5, corrisponde alla TABELLA N° 7 – dati evidenziati –)
4) Metodologia
Molte ricerche sull’efficienza delle psicoterapie tendono a prendere in considerazione pazienti con un solo disturbo - o voce diagnostica del DSM. IV (1996) - Questa metodologia è stata la prevalente nello studio dei cambiamenti prodotti da una terapia. L’intento era dare scientificità limitando le variabili.
Abbiamo preferito, fin dagli anni ottanta, imboccare una via diversa basata su due caratteristiche: essere una ricerca sul campo e sondare contemporaneamente più aree di disagio, anziché puntare sul sintomo o su un’unica voce diagnostica. Abbiamo sempre notato che pazienti in trattamento psicoterapico presentavano una remissione di una gastrite o di un’ulcera gastrica, o di una fobia, e contemporaneamente dichiaravano di essere diventati ansiosi o di accusare nuovi disturbi. C’erano pazienti che ai test dell’ansia dimostravano di essere più ansiosi di prima del trattamento, ma dichiaravano di essere notevolmente migliorati sia soggettivamente sia dal punto di vista di coloro che li frequentavano; in effetti avevano una migliore qualità di vita. L’uomo è una realtà in cui innumerevoli capacità, possibilità, blocchi, paure, conflitti, tendenze verso la vita e verso la morte, componenti psichiche e biologiche coesistono in un equilibrio dinamico.
Un altro importante problema da affrontare è quello dei gruppi di controllo.
Abbiamo considerato la possibilità di formare due gruppi dei nostri stessi pazienti attraverso una selezione casuale: i componenti di un gruppo effettuerebbero psicoterapia mentre quelli del secondo non farebbero alcuna terapia; ciò per mesi o per anni, cioè per il periodo in cui i sogg. del primo gruppo effettuano il loro iter. Tutto questo ci appare non possibile, e non scientifico, in quanto solo i pazienti meno gravi del gruppo di controllo rimarrebbero disponibili all’osservazione, senza ricorrere ad altri interventi.
Abbiamo pertanto escluso di ricorrere a metodologie valide per sistemi con variabili più controllabili. Abbiamo rinunciato ai gruppi di controllo. Abbiamo fatto fiducia sulla possibilità di imboccare un po’ alla volta, attraverso prove ed errori, vie più praticabili per la ‘realtà uomo’.
Come già detto, abbiamo preferito sondare contemporaneamente più aree di disagio; e abbiamo realizzato ciò attraverso due categorie di mezzi:
a) lista di domande di autovalutazione, lista di domande sui farmaci assunti, aumentati, diminuiti, sospesi, variati ecc., lista di sintomi psicosomatici di ogni organo o apparato, e lista di sintomi psichici, sulla quantità e tipo di lavoro svolto ecc., b) test psicometrici e proiettivi.
Abbiamo inoltre confrontato molti sottogruppi, scelti con parametri diversi, ad es. un gruppo di sogg. che si allenavano sufficientemente e un gruppo di sogg. con allenamento insufficiente (Prior 1990), per sondare l’effetto specifico del trattamento.
Dagli anni '95 anche le metodologie per la valutazione dei risultati clinici in psicoterapia hanno seguito nuove vie.
Il processo di cambiamento è iniziato con un sondaggio fatto da “Consumer Report” la grande associazione americana di consumatori. Tale sondaggio prende in considerazione le risposte di alcune migliaia di persone, che avendo effettuato psicoterapia, hanno risposto ad un preciso e articolato questionario riguardante le eventuali modifiche riscontrate dopo un lavoro psicologico effettuato. (*lavoro sul campo, *sondate più aree di disagio).
Seligman M. E. P. (1997), uno dei più prestigiosi studiosi in tale campo, dopo attento studio dei dati emersi e della metodologia adoperata, ha riconosciuto e messo in luce alcuni limiti della metodologia fino ad allora in voga e i possibili vantaggi del nuovo tipo di approccio. Questo ci ha confortato nel nostro lavoro e ci ha incoraggiato a seguire la strada già da tempo imboccata.
Per sondare l’efficacia del nostro iter terapeutico consideriamo dunque importante evidenziare i seguenti due punti:
a) miglioramento statistico per tutte le aree di disagio considerate. È perciò che in questo lavoro poniamo l’analisi nel quadro più vasto comprendente diversi Test.
b) miglioramento statistico in tutti i sottogruppi, pur diversi per quantità e durata del trattamento.
Abbiamo usato i seguenti test di validazioni statistiche (Winer 1974, Geller 1987, Pedon 1991).
1) c2 , per valutare la casualità, o non casualità, della posizione dei colori in ogni singola somministrazione.
2) Test di Student, per valutare la casualità o non casualità dello spostamento di ogni colore nel confronto fra due batterie. La significatvità è segnalata, nei grafici e nelle tabelle, con un asterisco (*).
3) Test di Varianza “ANOVA”, per valutare la casualità o non casualità dello spostamento di ogni colore nel confronto di più batterie. La significatività è segnalata, nei grafici e nelle tabelle, con asterisco (*).
4) Per i test: IPAT e Zung, e l’autovalutazione, ai quali solo accenniamo, rimandiamo ai lavori citati in bibliografia. I dati statistici, qui riportati, sono stati validati con i test ai punti 1), 2), 3) e sono risultati significativi.
5) Dati e grafici. Nelle tabelle n° 1 e 2 vengono esposti i risultati dei punteggi alle scale per la depressione, l’ansia, il sentimento di colpa e il giudizio soggettivo relativi a gruppi di pazienti che hanno effettuato il 1°, 2° e 3° stadio di terapia autogena.
Molte ricerche sull’efficienza delle psicoterapie tendono a prendere in considerazione pazienti con un solo disturbo - o voce diagnostica del DSM. IV (1996) - Questa metodologia è stata la prevalente nello studio dei cambiamenti prodotti da una terapia. L’intento era dare scientificità limitando le variabili.
Abbiamo preferito, fin dagli anni ottanta, imboccare una via diversa basata su due caratteristiche: essere una ricerca sul campo e sondare contemporaneamente più aree di disagio, anziché puntare sul sintomo o su un’unica voce diagnostica. Abbiamo sempre notato che pazienti in trattamento psicoterapico presentavano una remissione di una gastrite o di un’ulcera gastrica, o di una fobia, e contemporaneamente dichiaravano di essere diventati ansiosi o di accusare nuovi disturbi. C’erano pazienti che ai test dell’ansia dimostravano di essere più ansiosi di prima del trattamento, ma dichiaravano di essere notevolmente migliorati sia soggettivamente sia dal punto di vista di coloro che li frequentavano; in effetti avevano una migliore qualità di vita. L’uomo è una realtà in cui innumerevoli capacità, possibilità, blocchi, paure, conflitti, tendenze verso la vita e verso la morte, componenti psichiche e biologiche coesistono in un equilibrio dinamico.
Un altro importante problema da affrontare è quello dei gruppi di controllo.
Abbiamo considerato la possibilità di formare due gruppi dei nostri stessi pazienti attraverso una selezione casuale: i componenti di un gruppo effettuerebbero psicoterapia mentre quelli del secondo non farebbero alcuna terapia; ciò per mesi o per anni, cioè per il periodo in cui i sogg. del primo gruppo effettuano il loro iter. Tutto questo ci appare non possibile, e non scientifico, in quanto solo i pazienti meno gravi del gruppo di controllo rimarrebbero disponibili all’osservazione, senza ricorrere ad altri interventi.
Abbiamo pertanto escluso di ricorrere a metodologie valide per sistemi con variabili più controllabili. Abbiamo rinunciato ai gruppi di controllo. Abbiamo fatto fiducia sulla possibilità di imboccare un po’ alla volta, attraverso prove ed errori, vie più praticabili per la ‘realtà uomo’.
Come già detto, abbiamo preferito sondare contemporaneamente più aree di disagio; e abbiamo realizzato ciò attraverso due categorie di mezzi:
a) lista di domande di autovalutazione, lista di domande sui farmaci assunti, aumentati, diminuiti, sospesi, variati ecc., lista di sintomi psicosomatici di ogni organo o apparato, e lista di sintomi psichici, sulla quantità e tipo di lavoro svolto ecc., b) test psicometrici e proiettivi.
Abbiamo inoltre confrontato molti sottogruppi, scelti con parametri diversi, ad es. un gruppo di sogg. che si allenavano sufficientemente e un gruppo di sogg. con allenamento insufficiente (Prior 1990), per sondare l’effetto specifico del trattamento.
Dagli anni '95 anche le metodologie per la valutazione dei risultati clinici in psicoterapia hanno seguito nuove vie.
Il processo di cambiamento è iniziato con un sondaggio fatto da “Consumer Report” la grande associazione americana di consumatori. Tale sondaggio prende in considerazione le risposte di alcune migliaia di persone, che avendo effettuato psicoterapia, hanno risposto ad un preciso e articolato questionario riguardante le eventuali modifiche riscontrate dopo un lavoro psicologico effettuato. (*lavoro sul campo, *sondate più aree di disagio).
Seligman M. E. P. (1997), uno dei più prestigiosi studiosi in tale campo, dopo attento studio dei dati emersi e della metodologia adoperata, ha riconosciuto e messo in luce alcuni limiti della metodologia fino ad allora in voga e i possibili vantaggi del nuovo tipo di approccio. Questo ci ha confortato nel nostro lavoro e ci ha incoraggiato a seguire la strada già da tempo imboccata.
Per sondare l’efficacia del nostro iter terapeutico consideriamo dunque importante evidenziare i seguenti due punti:
a) miglioramento statistico per tutte le aree di disagio considerate. È perciò che in questo lavoro poniamo l’analisi nel quadro più vasto comprendente diversi Test.
b) miglioramento statistico in tutti i sottogruppi, pur diversi per quantità e durata del trattamento.
Abbiamo usato i seguenti test di validazioni statistiche (Winer 1974, Geller 1987, Pedon 1991).
1) c2 , per valutare la casualità, o non casualità, della posizione dei colori in ogni singola somministrazione.
2) Test di Student, per valutare la casualità o non casualità dello spostamento di ogni colore nel confronto fra due batterie. La significatvità è segnalata, nei grafici e nelle tabelle, con un asterisco (*).
3) Test di Varianza “ANOVA”, per valutare la casualità o non casualità dello spostamento di ogni colore nel confronto di più batterie. La significatività è segnalata, nei grafici e nelle tabelle, con asterisco (*).
4) Per i test: IPAT e Zung, e l’autovalutazione, ai quali solo accenniamo, rimandiamo ai lavori citati in bibliografia. I dati statistici, qui riportati, sono stati validati con i test ai punti 1), 2), 3) e sono risultati significativi.
5) Dati e grafici. Nelle tabelle n° 1 e 2 vengono esposti i risultati dei punteggi alle scale per la depressione, l’ansia, il sentimento di colpa e il giudizio soggettivo relativi a gruppi di pazienti che hanno effettuato il 1°, 2° e 3° stadio di terapia autogena.
Nelle tabelle n° 5 e 6 vengono esposti i risultati dei punteggi di gradimento dei colori, della tavola degli 8 Colori a e della tavola degli 8 Colori bdel Lüscher -Test, relativi al gruppo dei pazienti presi specificatamente in esame (IV gruppo).
Nella tabella n° 7 vengono esposti i risultati dei punteggi delle preferenze attribuite ai colori, della tavola dei 4 Coloridel Lüscher -Test, relativi al gruppo dei pazienti presi specificatamente in esame (IV gruppo).
6) Discussione e conclusioni Un gruppo di 1633 pazienti effettua il primo stadio di un iter psicoterapico. Tali pazienti soffrono di disturbi psichici e psicosomatici. Di questi, 211 proseguono l’iter con il secondo stadio e, fra questi, 150 effettuano anche il terzo stadio dell’iter. Il gruppo preso specificatamente in esame (il IV) consta di centododici soggetti che, oltre ad aver fatto i tre stadi come il gruppo precedente, hanno anche effettuato regolarmente tutte le batterie di test previste.
Ogni gruppo, andando dal 4° al 1° è un sottogruppo del precedente.
Dai dati qui riportati come esempio, ma anche da altri dati riportati nei lavori citati, si constata che il denominatore comune di questi gruppi consiste nella diminuzione del disagio in ogni ‘area di disagio’ presa in esame; abbiamo cioè un miglioramento clinico dei pazienti.
In questo contesto collochiamo il Test di Lüscher.
- In ogni grafico di ogni gruppo preso da noi in considerazione (compresi anche quelli presi in considerazione in altri contesti), sia che i test siano stati effettuati prima o dopo un intervento psicoterapico, vediamo che i colori: giallo, rosso, verde, e viola si collocano sempre ai primi quattro posti, cioè nell’area di Sx.; varia la sequenza e la distanza l’uno dall’altro. Negli ultimi tre posti (nei grafici nell’area di destra) si collocano il marrone, grigio e nero. Fa da spartiacque il blu che rimane sempre nel mezzo, distanziato sia dal gruppo dei primi quattro sia da quello degli ultimi tre; di questi ultimi il nero si dispone sempre all’ultimo posto e assieme al grigio o al marrone, forma la coppia dei colori “più sgraditi”. A volte il marrone, altre il grigio, formano con il blu la coppia dei colori “indifferenti” (Nel Test di Lüscher i due colori “più graditi”, che si collocano ai primi due posti, vengono contrassegnati con i segni + + -, i due “graditi”, che occupano il 3° e 4° posto, con x x., la coppia successiva, gli indifferenti, con i segni = = e l’ultima coppia, i più sgraditi, con i segni - - ,). Nei nostri rilievi statistici ciò che varia, in questo schema che si ripete, è la sequenza dei colori: giallo, rosso, verde e viola all’interno dei primi quattro posti; l’altra variazione consiste nello scambio di posizione del grigio e del marron fra sesto e settimo posto.
Nei grafici che riguardano la tavola dei quattro colori e la tavola delle sfumature, tenendo presente che mancano i colori: viola, marrone, grigio e nero, e che il gruppo dei colori più graditi si colloca a destra, si ha una simile struttura nel senso che il blu rimane distanziato dal gruppo degli altri colori - verde, viola, giallo e rosso - che si collocano nell’area del maggior gradimento.
- La sequenza dei colori nei gruppi di tutte le batterie esaminate non è casuale, come è dimostrato dal fatto che il c2 è positivo sempre per ogni colore (c2.> 14). Nel raffronto fra due o più batterie pertanto, visto che ognuna delle sequenze non è casuale, si potrebbe considerare non casuale anche la diversità di scelta che comporta poi la sequenza dei colori. Anche se tale fatto non può essere ritenuto una vera e propria validazione statistica pur tuttavia pensiamo possa rappresentare un buon indizio per avvalorare che il cambiamento prodotto non sia del tutto casuale.
- Nel gruppo più numeroso, cioè nel gruppo in cui si effettua il raffronto fra prima e seconda batteria, sia nella tavola degli 8 colori a) sia nella tavola degli 8 colori b) i colori rosso e giallo si portano ai primi due posti nella seconda batteria (significativo il cambiamento al T. di Student), il verde e il viola occupano i secondi due posti (i loro spostamenti non sono significativi), il blu si sposta a destra cioè verso l’area di minor gradimento e lo spostamento è significativo al T. di Student. Ancora significativo è lo spostamento verso destra, cioè verso il minor gradimento, del marrone e del nero. Il grigio si sposta invece verso sinistra, ma in modo significativo solo nella prima scelta - Lüscher 8 colori a - .
- La scelta dei colori dopo il Training Autogeno Basale, cioè alla seconda batteria, determina la sequenza: rosso, giallo, verde, viola, blu, grigio, marrone, nero. Questa è la sequenza (tranne che per il grigio che dovrebbe essere dopo il marrone) che H. Wallnöfer (1969, 1992) ha riscontrato in gruppi che si allenano con il T. A.. (Ottobre 1981, Gastaldo 1982). Nel II e III stadio il grigio assume la posizione di tale sequenza mentre il giallo, come vedremo, la infrangerà collocandosi al primo posto.
- Nei gruppi di gran lunga meno numerosi (confronto fra le batterie I e IV, I e V e nel gruppo specificatamente preso in esame IV gruppo) ciò che permane sempre è la significatività, al test di Student e Anova, dello spostamento verso l’area di maggior gradimento, del colore giallo (fa eccezione solo al terzo stadio, nella tavola degli otto colori b), tenendo comunque presente che lo spostamento globale da I a V batteria di tale colore è comunque verso sinistra come in tutti gli altri casi. Il giallo nel primo stadio della terapia guadagna il secondo posto e nei successivi il primo; è da tener presente che prima della terapia, cioè nella prima batteria, non è mai al primo posto.
- È ancora interessante notare che qualsiasi sia l’ordine in cui si dispongono i primi quattro colori nella prima batteria, cioè prima di qualsiasi intervento psicoterapico, (che sia primo il rosso o il verde o il viola) nelle batterie successive abbiamo sempre ai primi due posti il giallo e il rosso, o viceversa, e, ai secondi due, il verde e il viola. Questi ultimi due colori non si spostano mai significativamente e di solito mantengono le loro posizioni e i loro reciproci rapporti.
- Altro colore che si sposta nei vari gruppi sempre nella stessa direzione verso l’area del minor gradimento, anche se non sempre in modo statisticamente significativo, è il colore blu il quale rimane sempre al quinto posto (fa eccezione l’inversione di tendenza al III stadio nella tavola degli otto colori b).
Per i colori marron, nero e grigio non si riscontrano modalità uguali nei vari gruppi e nelle tavole degli otto colori a) e b).
- Il grigio tende a spostarsi leggermente a destra nel primo stadio e più accentuatamente nei successivi sorpassando il marrone sulla destra.
- Prendendo ora in considerazione il gruppo IV, cioè quello preso specificatamente in considerazione, vediamo che pur essendo un gruppo in cui, più che negli altri, sono numerosi i pazienti con disturbi psichici gravi si ha, passando dalla I alla V batteria, una diminuzione dell’ansia, della depressione e del sentimento di colpa fino a valori vicini alla normalità con maggior decremento ai primi due stadi e molto lieve al terzo. Per quanto riguarda l’autovalutazione alla IV e V batteria abbiamo che, su 112 pazienti, 98 si dichiarano migliorati e 14 invariati o peggiorati.
Al test di Lüscher sia nella tavola degli otto colori a) sia nella b) la sequenza dei primi quattro colori nella prima batteria (I B.) è la seguente: verde, rosso, giallo, viola; nella seconda batteria il rosso e il giallo si collocano ai primi due posti seguiti dal verde e dal viola. Nella III batteria, cioè dopo il secondo stadio, troviamo ancora in testa questi due colori, ma il giallo al primo posto che mantiene anche dopo il III stadio. Il verde e il viola mantengono il 3° e il 4° posto con una inversione (4°, 3° posto) solo alla V batteria b).
- Il blu, come in tutti gli altri gruppi, si sposta verso destra ma lo spostamento non è statisticamente significativo.
Significativi al Test Anova sono gli spostamenti del giallo nel percorso fra I e V batteria nella tavola degli otto colori a); mentre nella tavola degli otto colori b) è statisticamente significativo nel tratto fra I e IV batteria.
- Possiamo ancora vedere che nella tavola degli otto colori b) è significativo lo spostamento del marrone che va, nei primi due stadi, verso destra e accentuatamente verso sinistra nel passaggio fra IV e V batteria cioè nel terzo stadio.
- La tavola dei quattro colori conferma la preferenza per il giallo, con la significatività dello spostamento del giallo verso il posto che indica la maggiore preferenza.
- Nella tavola delle sfumature il colore rosso si sposta significativamente al primo posto.
Nel commento dobbiamo tenere presente che non si tratta del test di un soggetto singolo, ma di medie di un gruppo di soggetti e che pertanto possiamo parlare solo di tendenze verso una direzione.
In tale commento abbiamo utilizzato e utilizzeremo:
1°) Il significato della sequenza dei colori nelle singole batterie, validata dal test c2;
2°) lo spostamento dei colori, riguardante il loro maggior o minor gradimento, da una batteria alle successive, validato dal test Anova;
3°) accenniamo anche allo spostamento del colore blu verso destra che, validato statisticamente con il T di Student solo nel gruppo ad alta numerosità (I gruppo), risulta essere uno spostamento costante ad eccezione del passaggio dalla IV alla V batteria della somministrazione b), che vede invertire la rotta. Anche in questo caso tuttavia, considerando complessivamente lo spostamento da I a V batteria, si ha ancora uno spostamento verso Dx. cioè dalla posizione 4.37 alla posizione 4.53.
Nella prima batteria, prima cioè di qualsiasi intervento psicoterapico, abbiamo in prima posizione il colore verde. Come dice l’Autore del test (Lüscher 1983; vedi anche, per il significato dei colori, Widmann 1988), tale colore se ricercato indica una tensione spasmodica alla autoaffermazione; nelle successive batterie esso si colloca in III o IV posizione e ciò indica la tendenza a raggiungere una buona capacità di autoaffermazione.
Emergenti nelle batterie successive sono il rosso e il giallo che nel loro abbinamento indicano eccitazione, attività, vitalità. Nelle tavole degli otto colori e in quella dei quattro, eseguite alla fine del secondo stadio, il giallo è balzato al primo posto; sembra una tendenza eccessiva alle novità, al cambiamento all’espansione, ma probabilmente essa è necessaria, per superare le resistenze al cambiamento; inoltre l’equilibrio mantenuto è testimoniato dai seguenti indici:
1°) l’abbinamento al rosso; abbinare cioè la tendenza/aspirazione al cambiamento con la tendenza/aspirazione all’eccitazione, alla vitalità, all’energia, alla pulsionalità.
2°) l’avere come meta l’autoaffermazione denunciata dal colore verde in III o IV posizione
3°) il minor bisogno di rifugio e di calma espresso dallo spostamento del blu verso destra.
4°) l’aspirazione al godimento della vita espresso dal rosso che nelle tavole delle sfumature si rivela emergente. (La significatività dello spostamento del rosso nella tavola delle sfumature ripristina il ruolo del rosso, di co-protagonista con il giallo, nel segnalare il tendere al benessere dei componenti del gruppo preso in esame). In questa tavola l’emergere del rosso forse è dovuto al fatto che non viene scelto da una sola ‘gradazione’ del rosso come nelle altre tavole ma da quattro ‘immagini’ del rosso; la preferenza ad esso attribuita può forse derivare dalla “maggior ricchezza e capacità” del soggetto di attingere a più fonti del gusto della vita?
Nel III stadio, più accentuatamente nella tavola degli otto colori b), si nota una inversione di tendenza del giallo e del rosso che comunque mantengono le prime due posizioni. Ciò può essere interpretato come un riassestamento dopo una grande tendenza all’espansione. Come già detto tale riassetto è comprensibile pensando al coinvolgimento più maturo di molti pazienti alle responsabilità della vita; e in questo ambito si può interpretare l’inversione di tendenza del blu nella tavola degli otto colori b) come una maggiore disponibilità alla calma. È interessante anche il cospicuo e improvviso movimento del marron verso sinistra cioè verso l’area del maggior gradimento (nell’area dell’indifferenza contrassegnata dal segno ‘=’); le ipotesi interpretative possono essere molte ma comunque probabilmente inquadrabili nell’“assestamento”; si può pensare ad esempio ad una maggiore attenzione ai bisogni corporei.
Concludendo possiamo dire che il Test di Lüscher conferma il miglioramento clinico statistico (descritto da una batteria di test) dei soggetti del gruppo preso specificatamente in esame - IV gruppo -; soggetti che hanno effettuato tre stadi di Psicoterapia Autogena seguendo l’iter Gastaldo/Ottobre. In particolare il test di Lüscher segnala che il cammino è contrassegnato da una tendenza verso l’espansione, la vitalità ed il gusto per la vita contrappuntato da una minore ricerca di calma. Parallelamente agli altri test si può constatare che tale tendenza è accentuata nei primi due stadi mentre subisce un ridimensionamento nel terzo, in quanto i soggetti, in questo momento della vita in cui hanno riguadagnato la salute, sono impegnati con un grado maggiore di responsabilità nell’immergersi nella realtà.
Biblografia 1.
CAMPAILLA G. Semeiologia psichiatrica. Libreria goliardica Trieste, 1975
2. CATTEL R. B. Scala di ansietà. Manuale O. S., Firenze, 1957
3. DSM-IV; American Psychiatric Association.Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali Ed. Masson, Milano, Parigi, Barcellona 1996.
4. GASTALDO G.: Tesi Specialità in psichiatrica (Anno Accademico 1981/1982, Università di Trieste): "Indagine statistico clinica su 117 casi di soggetti con organizzazione nevrotica della personalità, trattati con T.A. di gruppo", Trieste, 1982.
5. GASTALDO G.: "Lo stato autogeno e il tiro con l'arco nello Zen". Rassegna di psicoterapie, ipnosi; Vol. 15, n. 3, Edizioni Minerva Medica, Torino, 1988
6. GASTALDO G. OTTOBRE M.: "Nel labirinto con il filo di Arianna; lo strutturarsi delle vie dell'energia nell'età evolutiva". Piovan Editore , Abano Terme Padova, 1987.
7. GASTALDO G. OTTOBRE M.: "T.I.A.A.: Terapia Immaginativa Analitica Autogena"; Rassegna di Psicoterapie, Ipnosi, Vol 15, n. 1, Edizione Minerva Medica, Torino, 1988.
8. GASTALDO, G., OTTOBRE, M.: Autogene Therapie in 4 Stufen. Springer- Verlag Berlin Heildelberg 1990.
9. GASTALDO G. OTTOBRE M. : "Il Training Autogeno in quattro stadi; l’appuntamento con se stessi"; Armando Editore, Roma, 1994.
10. GASTALDO G. OTTOBRE M.: Autogenic psychotherpy iter organised in four steps", relazione e seminario 1st Congress for Psychotherapy WCP Vienna 30 June - 4 July 1996.
11. GASTALDO, G., OTTOBRE, M.: Autogene Psychotherapie in vier Stufen In, pagg.58/59; in: “Wörterbuch der Psychotherapie”, Gerhard Stumm Alfred Pritz (hrsg.); Springer Wien, New Yotk 2000
12. GASTALDO G. OTTOBRE M. & PRIOR M.: La psicoterapia Autogena in quattro stadi: Analisi statistica su duemila casi, Imagination, Nr. 2/1995 pag. 92, Facultas - Universitäts verlag, Wien 1995.
13. GELLER S.: Statistica. Edizione italiana a cura di Boddi V.; Ed. Masson, manuali economici di medicina. Milano 1987
14. LÜSCHER M.: Colore e forma nell'indagine psicologica. Piovan Editore, Abano Terme, 1983.
15. OTTOBRE M.: Tesi di laurea: "Controllo delle modificazioni della personalità dopo allenamento breve con il T.A. di gruppo". Corso di Laurea in Psicologia della Facoltà di Magistero di Padova; Relatore Prof. Bruno Vezzani. Padova 1981.
16. OTTOBRE M.: La conoscenza del profondo: il tabù dei tabù. Rivista di Psicoterapie, Ipnosi; Vol. 1, n° 1. Edizioni EUR, Roma, 1990.
17. OTTOBRE M., Prior M.: Il II stadio della Terapia Autogena secondo l'Iter GastaldoOttobre, risultati statistico-clinici. Attualità di Psicologia, Vol. 8, n° 2, Edizioni Universitarie Romane, 1993
18. PEDON A.: Statistica e ricerca psicologica. Edizioni Cortina, Padova. 1991.
19. PRIOR M.: "T.A. Somatico: incidenza della variabile «regolarità dell'allenamento» nella diminuzione dell'ansia e della depressione", rivista di psicoterapie, ipnosi, vol. 1, n.1, edizioni EUR Roma 1990.
20. SELIGMAN, M. E. P.. L’efficacia della psicoterapia, in Integrazione nelle Psicoterapie e nel Counseling, Edizioni Scientifiche A.S.P.I.C:.11-32, 1997
21. WALLNÖFER H.:Die Autogene Norm des Lüscher. i969.
22. WALLNÖFER H.:"Tecniche analitiche nel ciclo superiore del Training Autogeno". Psicoterapie, pag 148, numero unico 1978, Ed. C.I.S.S.P.A.T., Padova. 1978.
23. WALLNÖFER H.: "Anima senza ansia " Ed. E.U.R. Roma 1992.
24. WIDMANN C.: Il simbolismo dei colori. Ed Scientifiche Ma.Gi. Roma, 2000.
25. WINER B. J.: Statistical principales in experimental design. Ed. Mc Grow, Hill 1974.
Abstract
Vengono valutate statisticamente le variazioni nella scelta dei colori, nel test di Lüscher, in quattro somministrazioni scaglionate lungo l’iter di Psicoterapia Autogena in quattro stadi Gastaldo/Ottobre, di centododici pazienti; lo studio è inquadrato in un più vasto panorama di rilevazione di variazioni in più test clinici su circa milleseicentotrentatre soggetti che eseguono vari stadi dell’iter.
Nel gruppo preso in esame il miglioramento clinico, messo in risalto da una batteria di test ripetuta ad ogni tappa dell’iter, viene confermato dal Test di Lüscher In particolare tale test segnala che il cammino è contrassegnato da una tendenza verso l’espansione, la vitalità ed il gusto per la vita contrappuntato da un minor bisogno di calma. Parallelamente agli altri test si può constatare che tale tendenza è accentuata nei primi due stadi mentre subisce un ridimensionamento di riassestamento nel terzo, in quanto i soggetti sono, in questo momento della vita, in cui hanno riguadagnato la salute, impegnati nell’immergersi nella realtà con un grado maggiore di autonomia.
Abstract
In the Lüscher test, the patient’s colour selection is statistically evaluated in four staggered administrations during the Autogenous Psychotherapy procedure in four steps by Gastaldo/Ottobre, conducted on 112 patients. This study is part of a larger overview of research into the variations in several clinical tests administered to approximately 1,633 subjects that took part in various steps of the procedure.
In the group under examination, clinical improvement - better highlighted by a battery of tests repeated at every phase of the procedure - is confirmed by the Lüscher test. In particular, this test has demonstrated that patient progress is marked by a tendency towards emotional expansiveness, vitality and zest for life, counter-pointed by a lesser need for calm. Parallel to other tests, it has been found that this tendency is accentuated during the first two steps, whereas it undergoes a readjustment in its dimensions in the third step. This is likely due to the fact that at this point in their lives, the patients have regained their health and are involved in reinserting themselves into reality with a greater degree of autonomy.
Ogni gruppo, andando dal 4° al 1° è un sottogruppo del precedente.
Dai dati qui riportati come esempio, ma anche da altri dati riportati nei lavori citati, si constata che il denominatore comune di questi gruppi consiste nella diminuzione del disagio in ogni ‘area di disagio’ presa in esame; abbiamo cioè un miglioramento clinico dei pazienti.
In questo contesto collochiamo il Test di Lüscher.
- In ogni grafico di ogni gruppo preso da noi in considerazione (compresi anche quelli presi in considerazione in altri contesti), sia che i test siano stati effettuati prima o dopo un intervento psicoterapico, vediamo che i colori: giallo, rosso, verde, e viola si collocano sempre ai primi quattro posti, cioè nell’area di Sx.; varia la sequenza e la distanza l’uno dall’altro. Negli ultimi tre posti (nei grafici nell’area di destra) si collocano il marrone, grigio e nero. Fa da spartiacque il blu che rimane sempre nel mezzo, distanziato sia dal gruppo dei primi quattro sia da quello degli ultimi tre; di questi ultimi il nero si dispone sempre all’ultimo posto e assieme al grigio o al marrone, forma la coppia dei colori “più sgraditi”. A volte il marrone, altre il grigio, formano con il blu la coppia dei colori “indifferenti” (Nel Test di Lüscher i due colori “più graditi”, che si collocano ai primi due posti, vengono contrassegnati con i segni + + -, i due “graditi”, che occupano il 3° e 4° posto, con x x., la coppia successiva, gli indifferenti, con i segni = = e l’ultima coppia, i più sgraditi, con i segni - - ,). Nei nostri rilievi statistici ciò che varia, in questo schema che si ripete, è la sequenza dei colori: giallo, rosso, verde e viola all’interno dei primi quattro posti; l’altra variazione consiste nello scambio di posizione del grigio e del marron fra sesto e settimo posto.
Nei grafici che riguardano la tavola dei quattro colori e la tavola delle sfumature, tenendo presente che mancano i colori: viola, marrone, grigio e nero, e che il gruppo dei colori più graditi si colloca a destra, si ha una simile struttura nel senso che il blu rimane distanziato dal gruppo degli altri colori - verde, viola, giallo e rosso - che si collocano nell’area del maggior gradimento.
- La sequenza dei colori nei gruppi di tutte le batterie esaminate non è casuale, come è dimostrato dal fatto che il c2 è positivo sempre per ogni colore (c2.> 14). Nel raffronto fra due o più batterie pertanto, visto che ognuna delle sequenze non è casuale, si potrebbe considerare non casuale anche la diversità di scelta che comporta poi la sequenza dei colori. Anche se tale fatto non può essere ritenuto una vera e propria validazione statistica pur tuttavia pensiamo possa rappresentare un buon indizio per avvalorare che il cambiamento prodotto non sia del tutto casuale.
- Nel gruppo più numeroso, cioè nel gruppo in cui si effettua il raffronto fra prima e seconda batteria, sia nella tavola degli 8 colori a) sia nella tavola degli 8 colori b) i colori rosso e giallo si portano ai primi due posti nella seconda batteria (significativo il cambiamento al T. di Student), il verde e il viola occupano i secondi due posti (i loro spostamenti non sono significativi), il blu si sposta a destra cioè verso l’area di minor gradimento e lo spostamento è significativo al T. di Student. Ancora significativo è lo spostamento verso destra, cioè verso il minor gradimento, del marrone e del nero. Il grigio si sposta invece verso sinistra, ma in modo significativo solo nella prima scelta - Lüscher 8 colori a - .
- La scelta dei colori dopo il Training Autogeno Basale, cioè alla seconda batteria, determina la sequenza: rosso, giallo, verde, viola, blu, grigio, marrone, nero. Questa è la sequenza (tranne che per il grigio che dovrebbe essere dopo il marrone) che H. Wallnöfer (1969, 1992) ha riscontrato in gruppi che si allenano con il T. A.. (Ottobre 1981, Gastaldo 1982). Nel II e III stadio il grigio assume la posizione di tale sequenza mentre il giallo, come vedremo, la infrangerà collocandosi al primo posto.
- Nei gruppi di gran lunga meno numerosi (confronto fra le batterie I e IV, I e V e nel gruppo specificatamente preso in esame IV gruppo) ciò che permane sempre è la significatività, al test di Student e Anova, dello spostamento verso l’area di maggior gradimento, del colore giallo (fa eccezione solo al terzo stadio, nella tavola degli otto colori b), tenendo comunque presente che lo spostamento globale da I a V batteria di tale colore è comunque verso sinistra come in tutti gli altri casi. Il giallo nel primo stadio della terapia guadagna il secondo posto e nei successivi il primo; è da tener presente che prima della terapia, cioè nella prima batteria, non è mai al primo posto.
- È ancora interessante notare che qualsiasi sia l’ordine in cui si dispongono i primi quattro colori nella prima batteria, cioè prima di qualsiasi intervento psicoterapico, (che sia primo il rosso o il verde o il viola) nelle batterie successive abbiamo sempre ai primi due posti il giallo e il rosso, o viceversa, e, ai secondi due, il verde e il viola. Questi ultimi due colori non si spostano mai significativamente e di solito mantengono le loro posizioni e i loro reciproci rapporti.
- Altro colore che si sposta nei vari gruppi sempre nella stessa direzione verso l’area del minor gradimento, anche se non sempre in modo statisticamente significativo, è il colore blu il quale rimane sempre al quinto posto (fa eccezione l’inversione di tendenza al III stadio nella tavola degli otto colori b).
Per i colori marron, nero e grigio non si riscontrano modalità uguali nei vari gruppi e nelle tavole degli otto colori a) e b).
- Il grigio tende a spostarsi leggermente a destra nel primo stadio e più accentuatamente nei successivi sorpassando il marrone sulla destra.
- Prendendo ora in considerazione il gruppo IV, cioè quello preso specificatamente in considerazione, vediamo che pur essendo un gruppo in cui, più che negli altri, sono numerosi i pazienti con disturbi psichici gravi si ha, passando dalla I alla V batteria, una diminuzione dell’ansia, della depressione e del sentimento di colpa fino a valori vicini alla normalità con maggior decremento ai primi due stadi e molto lieve al terzo. Per quanto riguarda l’autovalutazione alla IV e V batteria abbiamo che, su 112 pazienti, 98 si dichiarano migliorati e 14 invariati o peggiorati.
Al test di Lüscher sia nella tavola degli otto colori a) sia nella b) la sequenza dei primi quattro colori nella prima batteria (I B.) è la seguente: verde, rosso, giallo, viola; nella seconda batteria il rosso e il giallo si collocano ai primi due posti seguiti dal verde e dal viola. Nella III batteria, cioè dopo il secondo stadio, troviamo ancora in testa questi due colori, ma il giallo al primo posto che mantiene anche dopo il III stadio. Il verde e il viola mantengono il 3° e il 4° posto con una inversione (4°, 3° posto) solo alla V batteria b).
- Il blu, come in tutti gli altri gruppi, si sposta verso destra ma lo spostamento non è statisticamente significativo.
Significativi al Test Anova sono gli spostamenti del giallo nel percorso fra I e V batteria nella tavola degli otto colori a); mentre nella tavola degli otto colori b) è statisticamente significativo nel tratto fra I e IV batteria.
- Possiamo ancora vedere che nella tavola degli otto colori b) è significativo lo spostamento del marrone che va, nei primi due stadi, verso destra e accentuatamente verso sinistra nel passaggio fra IV e V batteria cioè nel terzo stadio.
- La tavola dei quattro colori conferma la preferenza per il giallo, con la significatività dello spostamento del giallo verso il posto che indica la maggiore preferenza.
- Nella tavola delle sfumature il colore rosso si sposta significativamente al primo posto.
Nel commento dobbiamo tenere presente che non si tratta del test di un soggetto singolo, ma di medie di un gruppo di soggetti e che pertanto possiamo parlare solo di tendenze verso una direzione.
In tale commento abbiamo utilizzato e utilizzeremo:
1°) Il significato della sequenza dei colori nelle singole batterie, validata dal test c2;
2°) lo spostamento dei colori, riguardante il loro maggior o minor gradimento, da una batteria alle successive, validato dal test Anova;
3°) accenniamo anche allo spostamento del colore blu verso destra che, validato statisticamente con il T di Student solo nel gruppo ad alta numerosità (I gruppo), risulta essere uno spostamento costante ad eccezione del passaggio dalla IV alla V batteria della somministrazione b), che vede invertire la rotta. Anche in questo caso tuttavia, considerando complessivamente lo spostamento da I a V batteria, si ha ancora uno spostamento verso Dx. cioè dalla posizione 4.37 alla posizione 4.53.
Nella prima batteria, prima cioè di qualsiasi intervento psicoterapico, abbiamo in prima posizione il colore verde. Come dice l’Autore del test (Lüscher 1983; vedi anche, per il significato dei colori, Widmann 1988), tale colore se ricercato indica una tensione spasmodica alla autoaffermazione; nelle successive batterie esso si colloca in III o IV posizione e ciò indica la tendenza a raggiungere una buona capacità di autoaffermazione.
Emergenti nelle batterie successive sono il rosso e il giallo che nel loro abbinamento indicano eccitazione, attività, vitalità. Nelle tavole degli otto colori e in quella dei quattro, eseguite alla fine del secondo stadio, il giallo è balzato al primo posto; sembra una tendenza eccessiva alle novità, al cambiamento all’espansione, ma probabilmente essa è necessaria, per superare le resistenze al cambiamento; inoltre l’equilibrio mantenuto è testimoniato dai seguenti indici:
1°) l’abbinamento al rosso; abbinare cioè la tendenza/aspirazione al cambiamento con la tendenza/aspirazione all’eccitazione, alla vitalità, all’energia, alla pulsionalità.
2°) l’avere come meta l’autoaffermazione denunciata dal colore verde in III o IV posizione
3°) il minor bisogno di rifugio e di calma espresso dallo spostamento del blu verso destra.
4°) l’aspirazione al godimento della vita espresso dal rosso che nelle tavole delle sfumature si rivela emergente. (La significatività dello spostamento del rosso nella tavola delle sfumature ripristina il ruolo del rosso, di co-protagonista con il giallo, nel segnalare il tendere al benessere dei componenti del gruppo preso in esame). In questa tavola l’emergere del rosso forse è dovuto al fatto che non viene scelto da una sola ‘gradazione’ del rosso come nelle altre tavole ma da quattro ‘immagini’ del rosso; la preferenza ad esso attribuita può forse derivare dalla “maggior ricchezza e capacità” del soggetto di attingere a più fonti del gusto della vita?
Nel III stadio, più accentuatamente nella tavola degli otto colori b), si nota una inversione di tendenza del giallo e del rosso che comunque mantengono le prime due posizioni. Ciò può essere interpretato come un riassestamento dopo una grande tendenza all’espansione. Come già detto tale riassetto è comprensibile pensando al coinvolgimento più maturo di molti pazienti alle responsabilità della vita; e in questo ambito si può interpretare l’inversione di tendenza del blu nella tavola degli otto colori b) come una maggiore disponibilità alla calma. È interessante anche il cospicuo e improvviso movimento del marron verso sinistra cioè verso l’area del maggior gradimento (nell’area dell’indifferenza contrassegnata dal segno ‘=’); le ipotesi interpretative possono essere molte ma comunque probabilmente inquadrabili nell’“assestamento”; si può pensare ad esempio ad una maggiore attenzione ai bisogni corporei.
Concludendo possiamo dire che il Test di Lüscher conferma il miglioramento clinico statistico (descritto da una batteria di test) dei soggetti del gruppo preso specificatamente in esame - IV gruppo -; soggetti che hanno effettuato tre stadi di Psicoterapia Autogena seguendo l’iter Gastaldo/Ottobre. In particolare il test di Lüscher segnala che il cammino è contrassegnato da una tendenza verso l’espansione, la vitalità ed il gusto per la vita contrappuntato da una minore ricerca di calma. Parallelamente agli altri test si può constatare che tale tendenza è accentuata nei primi due stadi mentre subisce un ridimensionamento nel terzo, in quanto i soggetti, in questo momento della vita in cui hanno riguadagnato la salute, sono impegnati con un grado maggiore di responsabilità nell’immergersi nella realtà.
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24. WIDMANN C.: Il simbolismo dei colori. Ed Scientifiche Ma.Gi. Roma, 2000.
25. WINER B. J.: Statistical principales in experimental design. Ed. Mc Grow, Hill 1974.
Abstract
Vengono valutate statisticamente le variazioni nella scelta dei colori, nel test di Lüscher, in quattro somministrazioni scaglionate lungo l’iter di Psicoterapia Autogena in quattro stadi Gastaldo/Ottobre, di centododici pazienti; lo studio è inquadrato in un più vasto panorama di rilevazione di variazioni in più test clinici su circa milleseicentotrentatre soggetti che eseguono vari stadi dell’iter.
Nel gruppo preso in esame il miglioramento clinico, messo in risalto da una batteria di test ripetuta ad ogni tappa dell’iter, viene confermato dal Test di Lüscher In particolare tale test segnala che il cammino è contrassegnato da una tendenza verso l’espansione, la vitalità ed il gusto per la vita contrappuntato da un minor bisogno di calma. Parallelamente agli altri test si può constatare che tale tendenza è accentuata nei primi due stadi mentre subisce un ridimensionamento di riassestamento nel terzo, in quanto i soggetti sono, in questo momento della vita, in cui hanno riguadagnato la salute, impegnati nell’immergersi nella realtà con un grado maggiore di autonomia.
Abstract
In the Lüscher test, the patient’s colour selection is statistically evaluated in four staggered administrations during the Autogenous Psychotherapy procedure in four steps by Gastaldo/Ottobre, conducted on 112 patients. This study is part of a larger overview of research into the variations in several clinical tests administered to approximately 1,633 subjects that took part in various steps of the procedure.
In the group under examination, clinical improvement - better highlighted by a battery of tests repeated at every phase of the procedure - is confirmed by the Lüscher test. In particular, this test has demonstrated that patient progress is marked by a tendency towards emotional expansiveness, vitality and zest for life, counter-pointed by a lesser need for calm. Parallel to other tests, it has been found that this tendency is accentuated during the first two steps, whereas it undergoes a readjustment in its dimensions in the third step. This is likely due to the fact that at this point in their lives, the patients have regained their health and are involved in reinserting themselves into reality with a greater degree of autonomy.
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