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1) Corso di dattica di Training Autogeno basale per psicologi e medici
9.8) Destrimani e mancini
Destrismo - Mancinismo nel Training Autogeno
G. Gastaldo, M Ottobre (1) & M.Prior (2)
(1) Presidente e Vicepresidente A.I.R.D.A. (2) Direttore scientifico area psicologica A.I.R.D.A.
Articolo pubblicato in I.C.S.A.T. NEWS N° 12 Ottobre 2005 e 13 Marzo 2006
da relazione al XIX Seminario NazionaleI.C.S.A.T., Ancona 28 Maggio 2005
1. 1 La finalità di questo lavoro è di proporre un cambiamento di approccio nella scelta del braccio con il quale iniziare il primo esercizio standard del Training Autogeno Basale: ci limitiamo a esporre le ragioni che ci hanno portato prima a sperimentare il cambiamento ed ora a proporlo agli altri. In questo contesto pertanto non esponiamo in modo completo il problema della preferenza manuale, né, tanto meno, della dominanza emisferica della quale la preferenza è l’espressione più evidente ed accessibile.
1. 2 Iniziamo con il riferire un interessante studio di David Cheek (Cheek 1978, Rossi 1988).
Egli ha sottoposto 300 soggetti al test della stretta delle mani. Tale test consiste nell’invitare la persona a congiungere le mani e nel constatare quale dei due pollici si situa sopra all’altro. (Si presume che nell’iniziare la manovra di congiungimento, la mano che parte per prima - cioè teoricamente la mano dominante - vada a collocare il proprio mignolo fra il mignolo e l’anulare dell’altra; pertanto. incrociandosi tutte le dita, il pollice della mano dominante si colloca sopra. In questo modo, sempre teoricamente, dovrebbe essere che i mancini hanno il pollice Sx sopra e i destrimani il Dx.) L’autore ha riscontrato invece che in 300 soggetti, sottoposti al test, dei quali solo sei erano mancini, il 50% avevano il pollice Sx. sopra. Si potrebbe obbiettare che potrebbe essere che il pollice Sx o Dx sopra siano eventi casuali per cui, proprio per questo, si abbia una distribuzione al 50%.
Ciò però viene smentito da un dato anche da noi riscontrato e cioè che quando ciascun soggetto fa tante prove, anche a distanza di mesi od anni l’una dall’altra, si ha sempre la stessa risposta – vedi a questo proposito i dati del nostro studio riportati al paragrafo 2. 3).
Citiamo l’esperimento di David Cheek più interessante in questo contesto.
Venne effettuato su 125 sogg. il cui pollice Sx. si situava sopra nel test della stretta delle mani, e che scrivevano con la mano destra.
In ipnosi l’esperimentatore, induceva una regressione d’età e dava la seguente consegna: “Guardi davanti a lei; c’è una persona che tiene in mano qualcosa che Lei realmente desidera prendere …. allunghi la mano che desidera prendere l’oggetto”.
Vediamo nella tabella quale , o quali mani, i sogg. tendevano per prendere.
Articolo pubblicato in I.C.S.A.T. NEWS N° 12 Ottobre 2005 e 13 Marzo 2006
da relazione al XIX Seminario NazionaleI.C.S.A.T., Ancona 28 Maggio 2005
1. 1 La finalità di questo lavoro è di proporre un cambiamento di approccio nella scelta del braccio con il quale iniziare il primo esercizio standard del Training Autogeno Basale: ci limitiamo a esporre le ragioni che ci hanno portato prima a sperimentare il cambiamento ed ora a proporlo agli altri. In questo contesto pertanto non esponiamo in modo completo il problema della preferenza manuale, né, tanto meno, della dominanza emisferica della quale la preferenza è l’espressione più evidente ed accessibile.
1. 2 Iniziamo con il riferire un interessante studio di David Cheek (Cheek 1978, Rossi 1988).
Egli ha sottoposto 300 soggetti al test della stretta delle mani. Tale test consiste nell’invitare la persona a congiungere le mani e nel constatare quale dei due pollici si situa sopra all’altro. (Si presume che nell’iniziare la manovra di congiungimento, la mano che parte per prima - cioè teoricamente la mano dominante - vada a collocare il proprio mignolo fra il mignolo e l’anulare dell’altra; pertanto. incrociandosi tutte le dita, il pollice della mano dominante si colloca sopra. In questo modo, sempre teoricamente, dovrebbe essere che i mancini hanno il pollice Sx sopra e i destrimani il Dx.) L’autore ha riscontrato invece che in 300 soggetti, sottoposti al test, dei quali solo sei erano mancini, il 50% avevano il pollice Sx. sopra. Si potrebbe obbiettare che potrebbe essere che il pollice Sx o Dx sopra siano eventi casuali per cui, proprio per questo, si abbia una distribuzione al 50%.
Ciò però viene smentito da un dato anche da noi riscontrato e cioè che quando ciascun soggetto fa tante prove, anche a distanza di mesi od anni l’una dall’altra, si ha sempre la stessa risposta – vedi a questo proposito i dati del nostro studio riportati al paragrafo 2. 3).
Citiamo l’esperimento di David Cheek più interessante in questo contesto.
Venne effettuato su 125 sogg. il cui pollice Sx. si situava sopra nel test della stretta delle mani, e che scrivevano con la mano destra.
In ipnosi l’esperimentatore, induceva una regressione d’età e dava la seguente consegna: “Guardi davanti a lei; c’è una persona che tiene in mano qualcosa che Lei realmente desidera prendere …. allunghi la mano che desidera prendere l’oggetto”.
Vediamo nella tabella quale , o quali mani, i sogg. tendevano per prendere.
Come si può vedere dei 125 sogg., in regessione all’età di sei mesi: 4 tendono entrambe le mani, 3 tendono la mano Dx e 118 la Sx. Alla regreesione a due anni tutti tendono la mano Dx. che è quella risultante la scrivente da adulti. Ecco alcune convinzioni ed ipotesi di Davide Cheek. Il 50% degli esseri umani iniziano la vita con l’essere ambidestri o fondamentalmente mancini. Ci sono mancini ‘non malleabili’ (sono quelli che rimangono mancini persistendo decisamente nella loro lateralità originaria; se viene esercitata una forte coercizione possono imparare ad adoperare la mano destra per compiere una o più precise funzione come per esempio scrivere) e ‘mancini malleabili’ che diventano ambidestri o destrimani. All’età di tre anni tutti i soggetti originariamente mancini –50% -, fuorché approssimativamente il 7% si è convertito all’uso dominante della mano Dx. Data la giovane età in cui è venuta la conversione c’è raramente un ricordo conscio. Nei mancini malleabili la conversione avviene in quanto il bambino ha facilità a: “sottomettersi tranquillamente alle ripetute suggestioni di un mondo di destrimani; mimano i destrimani oppure sopportano delle leggere coercizioni senza alcuna apparente difficoltà”. (Nostra considerazione e constatazione a favore di questa tesi: appena il bambino impara a stringere un giocattolino nella mano, gli adulti, che non si pongono il problema di quale sia la mano dominante, glielo danno nella Dx e così, successivamente, succede per il cucchiaino; per inciso il cucchiaino storto per bambini piccoli, nel passato, era sempre fatto esclusivamente per la mano Dx. In questo modo il centro motore della mano Dx, riceve maggiori stimolazioni e quindi si sviluppa maggiormente rispetto al collaterale e la mano può assumere il ruolo di dominante).
1. 3 teorie sulla dominanza emisferica:
Habib M. e Robichon F(2001) affermano che le ipotesi sul meccanismo in causa fanno ricorso a tre tipologie di spiegazioni:
a) Ambientale: chiamati in causa sono fattori culturali e pressioni sociali; a questa tipologia appartiene l’ipotesi di D. Cheek (la lateralizzazione e non la specializzazione emisferica sarebbe influenzata da fattori ambientali).
b) Patologica: ipotesi del mancinismo patologico Bakan P.(1977) dovuto, per lo più, al verificarsi di un trauma cerebrale, anche minimo in un parto difficile.
c) Genetica: il più celebre è il modello di Annett M. (1995) che ipotizza che la preferenza manuale sia determinata da un gene.
Habib M. e Robichon F.(2001) pensano che il modello che spiega il maggior numero di aspetti sia quello proposto da Geschwind N. e Behan PO. (1984) e Galaburda AM. (Geschwind N e Galaburda AM (1985). Questi autori considerano che esistano due gruppi di persone: Il primo a ‘dominanza standard’ (70% della popolazione) con soggetti completamente destrimani con forte lateralizzazione del linguaggio a Sx..Il secondo con ‘dominanza atipica’ (restante 30%) comprendente mancini ambidestri, e una parte dei destrimani nei quali il linguaggio sarebbe ripartito in modo variabile fra i due emisferi.. Tutti i soggetti ricevono dai geni la tendenza alla prevalenza dell’emisfero Sx. ma nel secondo gruppo ci sarebbe l’intervento di fattori ambientali che si verificano in un periodo critico prenatale frenando e impedendo la innata tendenza genetica. (questa teoria porterebbe a presupporre che il 70% delle persone nasca e rimanga perfettamente destrimane; nelle nostre statistiche non riscontriamo questa percentuale - vedi al paragrafo 2. 3 le sommatorie - sia con il terst di Edimburgo che con quello della stretta delle mani. Tutt’al più ci si potrebbe orientare verso il 50%)
1. 4 Altra interessante teoria è quella di Carl H. Delacato (1972): “Quando è difficile imparare a leggere”:
“Tenemmo sotto osservazione un gran numero di bambini … i bambini al di sotto di un anno (quanto al di sotto?) non sono monolaterali nell’uso delle mani bensì del tutto ambidestri …(Secondo l’ipotesi di D.Cheek potrebbe già essere molto avanzata la conversione all’uso della mano Dx nei mancini malleabili).
Nel quarto di copertina: “Nei primi due anni ci sono quattro stadi di maturazione…
Se, per difetto di opportunità dovute a cause patologiche o ambientali il bambino ‘salta’ uno di questi stadi …, e quindi non si stabilisce una completa lateralità, incorrerà certamente in qualche difficoltà di lettura….Apag 94: lo stadio finale si conclude all’età di sei o sette anni e consiste in una completa monolateralità: cioè una delle due metà del cervello diventa dominante e assurge al ruolo di emisfero linguistico”.
Afferma ancora Delacato che gli studi hanno dimostrato che il 10 / 15 % degli individui sono geneticamente condizionati o predisposti all’uso della mano Sx.; a questi deve essere consentito di essere mancini, agli altri di essere destrimani. L’autore consiglia un metodo molto elaborato per portare questi ultimi ad essere completamente lateralizzati a Dx..
1. 5 Disturbi o problemi attribuiti a chi ha problemi di lateralizzazione o di contrariamento della tendenza genetica.
ØI sofferenti di emicrania sono spesso dei ‘convertiti’ mancini.
ØQuando, guidando la macchina, viene dato il comando di girare a destra o a sinistra ci può essere confusione rispetto alla direzione da prendere. Ciò a volte è causa di incidenti (Cheek 1968).
ØFacilmente nei primi anni di scuola i mancini contrariati (Cheek 1968), o quelli che non hanno maturato un’armonica lateralizzazione (Delacato 1972), possono scambiare p con q o d con b o leggere iva per vai o ancora scambiare il 6 per 9.; ciò può comportare maggiore difficoltà nella lettura e nella scrittura, con conseguenti: ritardo nell’apprendimento, derisione da parte dei compagni, senso d’inferiorità (Gastasldo Cipolla 1987 -Gastaldo Ottobre 1978).
ØIl mancino consciamente o inconsciamente contrariato o autocontrariatosi percepisce in contrasto con ciò che i ‘sapienti’ adulti vogliono, perciò inadeguato; ha pertanto maggior paura di sbagliare, e sviluppa la convinzione di non essere né accettato né accettabile.(Cheek 1968, Gastaldo Ottobre 1978, 1994)
2. 1 Contributi dello Studio Gastaldo/Ottobre – A.I.R.D.A.
Negli anni 1973 - 1977 la nostra attenzione fu attratta da quei soggetti che si ritenevano del tutto destrimani, e scrivevano con la mano Dx., ma che, con loro grande meraviglia, pur iniziando il T.A. con: “Braccio destro pesante” avvertivano la pesantezza al braccio sinistro. Raccogliemmo 132 casi dei quali 13 erano mancini e 119 si consideravano destrimani. Fra questi ultimi 18 sentivano prima la pesantezza a Sinistra. Da un’accurata anamnesi risultò che tutti questi ultimi avevano uno o più parenti di primo grado mancini.
Tali soggetti avevano maggior difficoltà ad apprendere il T. A. e ad effettuarlo regolarmente. Alcuni denunciavano, durante l’allenamento, momenti di pavor, altri tremori intensi oppure altre scariche autogene di tipo vertigini inusuali: “come se il corpo girasse come un’elica”.
A volte il suggerimento di iniziare il T. A. con l’arto di Sx. risolveva il problema.
Nel maggio dell’87 presentammo la ricerca al Seminario I.C.S.A.T.; da questa emergeva che quando nel T.A. ci si libera della pretesa dell’Io per accedere al lasciare che accada e cogliere ciò che nasce spontaneo - autogenicità -, si oltrepassa la barriera dei condizionamenti cognitivo-comportamentali della lateralizzazione. Per questo si può accedere alla dominanza emisferica probabilmente genetica. È comunque esperienza frequente in soggetti che nel T. A. sanno raggiungere un autentico ascolto di sé, di percepire la sensazione netta di un assetto non corrispondente a quello della lateralizzazione quotidiana.
2. 2 Partendo dai risultati della nostra ricerca compiuta, ed ancora in atto, nel 1980, all’apertura dello Studio Gastaldo/Ottobre, decidemmo di:
ØIndicare ai soggetti di scegliere l’arto di avvio in modo del tutto autogeno: “Inizi il primo esercizio del T.A. rivolgendosi al braccio a cui le viene spontaneo rivolgersi, e si ripeta mentalmente la frase: “braccio Dx. o Sx. pesante” a seconda del braccio scelto.”
ØAggiungere ai test di routine, prima e dopo ogni tappa di terapia, anche il test di Edimburgo per la lateralizzazione manuale, con aggiunta del test della stretta delle mani, la prova per l’occhio dominante e per il piede con il quale si inizia la marcia.
ØCondurre un’analisi dei vissuti quando le persone, nel periodo di apprendimento del T. A., riportano sensazioni, atteggiamenti, difficoltà inerenti al problema e ciò sia nel T. A. Basale sia in quello Avanzato.
2. 3 Presentiamo una tabella dove sono riportati alcuni dati riguardanti i su menzionati test di lateralità; sono solo un esiguo campione di quelli raccolti dallo Studio, tuttavia sono sufficienti a mostrare ciò che emerge da tutto il rimanente database come diremo nei commenti. Le prime 10 voci riguardano il test di Edimburgo, la 12° e 13° rispettivamente il test dell’incrocio delle mani e dell’occhio dominante; le altre tre voci sono sommatorie. Il campione è di 1191 soggetti.
1. 3 teorie sulla dominanza emisferica:
Habib M. e Robichon F(2001) affermano che le ipotesi sul meccanismo in causa fanno ricorso a tre tipologie di spiegazioni:
a) Ambientale: chiamati in causa sono fattori culturali e pressioni sociali; a questa tipologia appartiene l’ipotesi di D. Cheek (la lateralizzazione e non la specializzazione emisferica sarebbe influenzata da fattori ambientali).
b) Patologica: ipotesi del mancinismo patologico Bakan P.(1977) dovuto, per lo più, al verificarsi di un trauma cerebrale, anche minimo in un parto difficile.
c) Genetica: il più celebre è il modello di Annett M. (1995) che ipotizza che la preferenza manuale sia determinata da un gene.
Habib M. e Robichon F.(2001) pensano che il modello che spiega il maggior numero di aspetti sia quello proposto da Geschwind N. e Behan PO. (1984) e Galaburda AM. (Geschwind N e Galaburda AM (1985). Questi autori considerano che esistano due gruppi di persone: Il primo a ‘dominanza standard’ (70% della popolazione) con soggetti completamente destrimani con forte lateralizzazione del linguaggio a Sx..Il secondo con ‘dominanza atipica’ (restante 30%) comprendente mancini ambidestri, e una parte dei destrimani nei quali il linguaggio sarebbe ripartito in modo variabile fra i due emisferi.. Tutti i soggetti ricevono dai geni la tendenza alla prevalenza dell’emisfero Sx. ma nel secondo gruppo ci sarebbe l’intervento di fattori ambientali che si verificano in un periodo critico prenatale frenando e impedendo la innata tendenza genetica. (questa teoria porterebbe a presupporre che il 70% delle persone nasca e rimanga perfettamente destrimane; nelle nostre statistiche non riscontriamo questa percentuale - vedi al paragrafo 2. 3 le sommatorie - sia con il terst di Edimburgo che con quello della stretta delle mani. Tutt’al più ci si potrebbe orientare verso il 50%)
1. 4 Altra interessante teoria è quella di Carl H. Delacato (1972): “Quando è difficile imparare a leggere”:
“Tenemmo sotto osservazione un gran numero di bambini … i bambini al di sotto di un anno (quanto al di sotto?) non sono monolaterali nell’uso delle mani bensì del tutto ambidestri …(Secondo l’ipotesi di D.Cheek potrebbe già essere molto avanzata la conversione all’uso della mano Dx nei mancini malleabili).
Nel quarto di copertina: “Nei primi due anni ci sono quattro stadi di maturazione…
Se, per difetto di opportunità dovute a cause patologiche o ambientali il bambino ‘salta’ uno di questi stadi …, e quindi non si stabilisce una completa lateralità, incorrerà certamente in qualche difficoltà di lettura….Apag 94: lo stadio finale si conclude all’età di sei o sette anni e consiste in una completa monolateralità: cioè una delle due metà del cervello diventa dominante e assurge al ruolo di emisfero linguistico”.
Afferma ancora Delacato che gli studi hanno dimostrato che il 10 / 15 % degli individui sono geneticamente condizionati o predisposti all’uso della mano Sx.; a questi deve essere consentito di essere mancini, agli altri di essere destrimani. L’autore consiglia un metodo molto elaborato per portare questi ultimi ad essere completamente lateralizzati a Dx..
1. 5 Disturbi o problemi attribuiti a chi ha problemi di lateralizzazione o di contrariamento della tendenza genetica.
ØI sofferenti di emicrania sono spesso dei ‘convertiti’ mancini.
ØQuando, guidando la macchina, viene dato il comando di girare a destra o a sinistra ci può essere confusione rispetto alla direzione da prendere. Ciò a volte è causa di incidenti (Cheek 1968).
ØFacilmente nei primi anni di scuola i mancini contrariati (Cheek 1968), o quelli che non hanno maturato un’armonica lateralizzazione (Delacato 1972), possono scambiare p con q o d con b o leggere iva per vai o ancora scambiare il 6 per 9.; ciò può comportare maggiore difficoltà nella lettura e nella scrittura, con conseguenti: ritardo nell’apprendimento, derisione da parte dei compagni, senso d’inferiorità (Gastasldo Cipolla 1987 -Gastaldo Ottobre 1978).
ØIl mancino consciamente o inconsciamente contrariato o autocontrariatosi percepisce in contrasto con ciò che i ‘sapienti’ adulti vogliono, perciò inadeguato; ha pertanto maggior paura di sbagliare, e sviluppa la convinzione di non essere né accettato né accettabile.(Cheek 1968, Gastaldo Ottobre 1978, 1994)
2. 1 Contributi dello Studio Gastaldo/Ottobre – A.I.R.D.A.
Negli anni 1973 - 1977 la nostra attenzione fu attratta da quei soggetti che si ritenevano del tutto destrimani, e scrivevano con la mano Dx., ma che, con loro grande meraviglia, pur iniziando il T.A. con: “Braccio destro pesante” avvertivano la pesantezza al braccio sinistro. Raccogliemmo 132 casi dei quali 13 erano mancini e 119 si consideravano destrimani. Fra questi ultimi 18 sentivano prima la pesantezza a Sinistra. Da un’accurata anamnesi risultò che tutti questi ultimi avevano uno o più parenti di primo grado mancini.
Tali soggetti avevano maggior difficoltà ad apprendere il T. A. e ad effettuarlo regolarmente. Alcuni denunciavano, durante l’allenamento, momenti di pavor, altri tremori intensi oppure altre scariche autogene di tipo vertigini inusuali: “come se il corpo girasse come un’elica”.
A volte il suggerimento di iniziare il T. A. con l’arto di Sx. risolveva il problema.
Nel maggio dell’87 presentammo la ricerca al Seminario I.C.S.A.T.; da questa emergeva che quando nel T.A. ci si libera della pretesa dell’Io per accedere al lasciare che accada e cogliere ciò che nasce spontaneo - autogenicità -, si oltrepassa la barriera dei condizionamenti cognitivo-comportamentali della lateralizzazione. Per questo si può accedere alla dominanza emisferica probabilmente genetica. È comunque esperienza frequente in soggetti che nel T. A. sanno raggiungere un autentico ascolto di sé, di percepire la sensazione netta di un assetto non corrispondente a quello della lateralizzazione quotidiana.
2. 2 Partendo dai risultati della nostra ricerca compiuta, ed ancora in atto, nel 1980, all’apertura dello Studio Gastaldo/Ottobre, decidemmo di:
ØIndicare ai soggetti di scegliere l’arto di avvio in modo del tutto autogeno: “Inizi il primo esercizio del T.A. rivolgendosi al braccio a cui le viene spontaneo rivolgersi, e si ripeta mentalmente la frase: “braccio Dx. o Sx. pesante” a seconda del braccio scelto.”
ØAggiungere ai test di routine, prima e dopo ogni tappa di terapia, anche il test di Edimburgo per la lateralizzazione manuale, con aggiunta del test della stretta delle mani, la prova per l’occhio dominante e per il piede con il quale si inizia la marcia.
ØCondurre un’analisi dei vissuti quando le persone, nel periodo di apprendimento del T. A., riportano sensazioni, atteggiamenti, difficoltà inerenti al problema e ciò sia nel T. A. Basale sia in quello Avanzato.
2. 3 Presentiamo una tabella dove sono riportati alcuni dati riguardanti i su menzionati test di lateralità; sono solo un esiguo campione di quelli raccolti dallo Studio, tuttavia sono sufficienti a mostrare ciò che emerge da tutto il rimanente database come diremo nei commenti. Le prime 10 voci riguardano il test di Edimburgo, la 12° e 13° rispettivamente il test dell’incrocio delle mani e dell’occhio dominante; le altre tre voci sono sommatorie. Il campione è di 1191 soggetti.
. 4 Analisi e commento dei dati.
Possiamo subito constatare che ogni manualità ha una propria proporzione fra Dx. e Sx.che va da;1159 Sx. e 25 Dx. per la prima prova fino a: 743 Sx. e 427 Dx. per la prova 10 e addirittura da: 554 Dx e 637 Sx. per il test dell’incrocio delle mani; le più numerose in assoluto sono le persone che scrivono disegnano e adoperano il cucchiaio con la manoDx.
Si può anche intravedere una certa logica in queste differenze.
Per esempio le tre prove prima citate si riferiscono a manualità che più di altre vengono apprese per insegnamento diretto e continuo dell’adulto.
Ancora possiamo notare che è più elevato il numero di sogg. che adoperano il coltello con la mano Sx rispetto a quelli che adoperano il cucchiaio con quella mano. Il Cucchiaio s’impara ad adoperare molto prima del coltello; l’apprendimento avviene già nel primo anno, cioè nell’età in cui gli viene dato direttamente in mano, e pertanto l’influenzamento è presumibilmente maggiore; l’uso del coltello è un apprendimento che, anche se fatto in presenza dell’adulto, è permesso più tardi di altre manualità.
Altro fattore che può influire è il quanto l’adulto possa controllare l’apprendimento o il quanto gli interessi influire; così l’imparare a lanciare a volte non viene appreso direttamente dagli adulti o comunque questi ultimi sono meno interessati a correggere. Ecco che il numero di sogg. che usa per questo compito la mano Sx. è relativamente più elevato che nelle prime otto prove
Tuttavia le differenze nelle prime otto prove possono essere solo indicative perché non è sufficientemente ampia la differenza l’una dall’altra.
Nell’aprire una scatola e nello scopare invece è molto grande il numero dei sogg, che adoperano la mano Sx. e pertanto sono molto più indicative. In tali prove la pressione educativa o la possibilità di mimare del bambino è minore che nelle altre prove; in queste manualità è più difficile che egli veda o intuisca la lateralizzazione degli adulti è quindi anche più difficile che vi si conformi; inoltre è più difficile per l’adulto focalizzare e dare peso al presunto ‘errore’ del bambino e capire che il suo modo di fare sia segno di mancinismo.
Precisiamo a questo punto che ci riferiamo a quel contrariamento che viene fatto per lo più in modo inconsapevole.
Nel test della stretta delle mani che comporta un gesto mai appreso, e quindi l’influenza educativa è nulla, si ha, rispetto alle altre prove, la maggior quantità di soggetti che dimostrano una lateralizzazione a Sx.; (è da notare che in questo test, nelle somministrazioni successive, si hanno minori variazioni rispetto alle altre prove cioè i soggetti nel tempo mantengono costante la loro impostazione. Ad esempio in una seconda somministrazione, dopo due mesi dalla fine del corso di T.A. Basale troviamo che 21 sogg. spostano il pollice sopra da Dx. a Sx. e 24 da Sx. a Dx.. Queste variazioni sono statisticamente non significative dato il grande numero di sogg. in esame e pertanto possono essere considerate casuali. .
Concludendo possiamo dire che da queste considerazioni e dai dati riportati risulta chiaro che è difficile, se non impossibile, definire la dominanza e diventa chiaro che il test di Edimburgo non può misurare la lateralizzazione, ma solamente evidenziare tante lateralizzazioni diverse che sembrano essere condizionate dalla pressione dell’ambiente educativo sull’apprendimento di operazioni concrete che svolge la mano.
Se prendiamo tutti sogg. che eseguono tutte le prove di Edimburgo con la mano Dx. - vedi Sommatoria al n° 11 della tabella - raggiungiamo solo il 50% dei sogg.; è una percentuale simile a quella della prova della stretta di mano. Sono quelli originariamente destrimani secondo l’ipotesi di Cheek, oppure quelli che non hanno superato bene le tappe di maturazione secondo Delacato?
Dalle ultime due sommatorie risulta chiaro che se vogliamo intendere per destrimani solo quelli che sono completamente lateralizzati a Dx. il numero si restinge sempre più fino a 115 su 1191. Come abbiamo già accennato al par.1.3 i dati da noi raccolti ci riportano a percentuali ben diverse (da 50% a molto meno) da quanto ipotizzato dalla teoria di Geschwind N e Galaburda AM.
Abbiamo anche constatato, soprattutto nel T.A. Avanzato, che a determinare certe lateralizzazioni a volte non è solo il mimare del bambino, gli adulti che lo educano o gli interventi attivi degli educatori, ma anche dinamiche intrapsichiche come ad esempio l’opposizione, i conflitti, le paure ecc..
Data la grande plasticità del cervello umano molti fattori contribuiscono a differenziare una dominanza, presunta genetica, da una fattuale lateralizzazione. Non possiamo pertanto dare importanza, nella scelta del braccio con cui iniziare il T. A., alla mano che esegue un compito pratico come ad esempio lo scrivere.
H. Schultz aveva dato questa indicazione in un’epoca in cui ancora non si era focalizzato il problema; comunque già con la sua formulazione: “iniziare il T. A. con la mano che scrive” aveva indicato di differenziare la scelta della ‘porta’ dalla quale entrare nel sé, basandosi su ciò che la realtà biologica comunica. Infatti lo scrivere con una mano è una comunicazione di una realtà/ struttura biologica non importa se geneticamente determinata oppure frutto di condizionamenti.
2. 5 Nei Gruppi di T. A. Basale.
Nei gruppi - nell’incontro successivo a quello in cui diamo come consegna il primo esercizio standard, - con le modalità precedentemente descritte al punto 2. 2 - vengono riportati interessanti vissuti:
Øqualche persona dichiara di avere scelto il braccio Sx, ma di non saperne il perché, in quanto si considera completamente destrimane.
Øaltri di aver nominato il braccio Dx., ma di aver avuto il pensiero attratto dal Sx., o di aver sentito sensazioni, a Sx. –
ØQualcuno ancora denuncia una impossibilità a scegliere il braccio, per cui ha ‘inventato’ di rivolgersi contemporaneamente alle due braccia.
Nel corso della conversazione e delle interviste, le persone che hanno riportato i vissuti di cui sopra, ma anche altre, dichiarano di avere molta difficoltà di scelta fra Dx. e Sx. quando alla guida della macchina viene loro detto repentinamente quale direzione devono prendere.
Altri ancora ricordano che, in momenti di improvviso pericolo, avevano agito con la mano Sx. pur essendo destrimani.
Quasi sempre, sommando tutte le persone che riportano questi vissuti particolari, si raggiunge il 50% dei partecipanti.
Sperimentando il tipo di consegna descritto al punto 2. 2 abbiamo notato:
Øuna diminuzione di alcune specifiche resistenze e scariche autogene che ingeneravano paura.
ØUn notevole arricchimento ed una diversificazione dei vissuti
ØMaggiore possibilità e disponibilità a passare da una posizione di non accettazione e paura della diversità, alla comprensione della ricchezza che questa comporta.
Naturalmente tutto ciò non dipende solo dalla consegna, che altro non è se non un segno e un punto concreto nella linea dell’idea Schultziana dell’autogenicità; la consegna porta alle ultime conseguenze la ricerca e il rispetto assoluto di ciò che nasce spontaneo.
2. 6 L’analisi dei vissuti, nello spirito di Schultz, porta:
Ø a considerare con estremo interesse e con accettazione tutto ciò che la realtà biologica (originaria e frutto della plasmazione ambientale) è e ci comunica.
A questo proposito non finiremo mai di stupirci, e quindi di sottolineare, come l’autentico ascolto di sé nell’autentico “lascio che accada” ci porti con estrema precisione a percepire come, all’interno di noi, si sia evoluta nell’interazione con il mondo plasmante l’originale e genetica struttura. Ci appare la radiografia del nostro interno.
Ø L’analisi dei vissuti nello spirito di Schultz ancora porta:
ad accettare l’equilibrio attuale come punto di partenza per un equilibrio più evoluto, che si può raggiungere quando lasciamo da parte la pretesa dell’Io -“Entichung”- e, nel lasciare che accada, ci affidiamo alla sapienza biologica.
3 1 Diamo qualche esempio di come attorno ad un contrariamento nella lateralizzazione (Cheek), o ad una imperfetta evoluzione (Delacato), si possono coagulare dinamiche che incidono sull’assetto del carattere e della personalità dell’adulto.
vediamo qualche esempio:
3.2 Contrariamento autoritaristico:
(Gastaldo 1981).Vissuto durante una seduta di T.A. Basale, in un soggetto che esegue tutte le prove dell’Edimburgo con la mano Dx. e si definisce destrimane;
Dà lo stimolo al braccio Dx. ma sente pesante quello Sx. Durante alcune sedute si sente girare in un piano orizzontale da Sx. a Dx.
“La mano Sx. è piccola e storpia…le due metà del corpo si allontanano …piccola come un feto il cui corpo si rompe in due tronconi bruciati … Mano fortissima che mi schiaccia … padre e suora che mi schiacciano: … suora cattiva che mi impone di usare la mano Dx … padre mi vietava tutto ciò cui anelavo intensamente. … . Mi ribello!
È evidente in questo vissuto come attorno alla violenza del contrariamento - cita solo la violenza della Suora - si coaugulino, nello stesso pacchetto, altre esperienze - in questo contesto essa cita quella del padre che non influiva sulla lateralizzazione ma bloccava tutte le sue scelte più spontanee.
Sogg. (F) n°594 T.I.A.A. n.°11: (Gastaldo Ottobre 1987) “ … quando è nata mia sorella, papà ci è rimasto un po’ male, io l’ho sentito anche se ero piccola. Il mio braccio sinistro è diventato ancora corto! …La cosa che volevo fare mi è stata impedita… è come se mi avessero tagliato qualcosa… e io l’ho accettato perché i genitori vanno ascoltati… a quell’età non si sa cosa fare e si ascolta sempre una persona adulta …
3.3 Plasmazione per imitazione:
la paura dell’abbandono o del rifiuto porta a conformarsi il più possibile ai desideri degli adulti di riferimento; il conformarsi si coagula, si concretizza nell’organizzazione neuronale, implicita nella lateralizzazione non conforme alla propria tendenza genetica, alla dominanza originaria.
(Gastaldo Ottobre 1987) La giovane paziente ha una storia di ripetuti traumi di abbandono nella prima infanzia; ha avuto un episodio di anoressia.
Le prove di Edimburgo danno la Dx. come dominante e si ritiene completamente destrimane.
Nelle sedute di T.I.A.A. proietta nella parte Dx del suo corpo l’impostazione della sua vita: “conforme ai desiderata di mia madre, ai quali aderisco completamente per la paura di perdere il suo amore”.
Nel test dell’incrocio delle mani è lateralizzata a Sx; nel T. A. Basale pensando al braccio Dx. sente il Sx.. Nella parte Sx. identifica la parte più autentica di sé, “schiacciata, repressa rovinata, annullata, volutamente alienata, da commiserare”.
Sopprime la sua naturale tendenza ad adoperare la Sx, per essere in tutto conforme alla madre destrimane.
Tutte le sedute constano di lunghe elaborazioni di sensazioni attinenti alla parte Dx e Sx del corpo:
Seduta 17 “Ho sviluppato la capacità di fare ciò che gli altri desiderano, le cose pratiche nella parte Dx - piano orizzontale -. Le mie più intime linee di sviluppo la mia originalità non si sono sviluppate, sono nella parte Sx; non mi sono sviluppata sul piano verticale”.
Riportiamo della stessa paziente tre piccoli frammenti della seduta N° 20; immagini che illustra con significativi disegni.
1) “In un terreno di tipo deserto … La mano Sx tenta disperata di tirarmi su, di non cadere anche lei nel buco buio dove c’è la parte Dx.”
2) “La gamba Dx si è incastrata in un perno, dentro la pancia di mia madre, e, attorno a me, è diventato tutto brutto.”
3) “Un uccello esce da una finestra al centro delle mie gambe, solo la parte Sx. è eccitata.”
3. 4 Coaugulazione di tutto il proprio potenziale non sviluppato nell’arto bloccato (impedito) e recupero dell’arto Sx. come momento di traino per l’espandersi di tutta la personalità (Gastaldo Ottobre 1987).
Sogg. (M) n.°337 T.I.A.A. n.°4: “…vedo un campo arato e sullo sfondo un bel sole che tramonta; guardando bene vedo il campo arato solo a metà, cioè la parte destra, mentre l’altra è ancora da lavorare, arida.”
Sogg. (F) n°594 T.I.A.A. n.°11: “ … la spalla sinistra sta andando verso l’alto… come sfuggire qualcosa… che voglio dire io… sta diventando un’ala e infatti il braccio non esiste più. Cerca di sbattere…vuole volare via, non rimanere lì. … voglio liberarmi di tutto … e, e scappare via… . ”
Ma anche questo è insopportabile e così la giovane donna sceglie in un primo momento di: “… tagliare l’ala … ”
Ma poi l’elaborazione continua:
“… si potrebbe farne crescere un’altra, se si potesse…dall’altra parte, in modo che il peso venga equilibrato … braccio destro e sinistro in armonia…
È una cosa che mi fa star meglio, è una cosa calma. Mi viene in mente il mare, il mare tranquillo”.
4) Concludendo
Non esiste una, ma tante lateralizzazioni, non è possibile, attraverso test, sapere quale sia o sia stata la mano geneticamente dominante, non è possibile sapere, prima che una persona abbia fatto un lavoro psicologico profondo, quali sono le dinamiche che s’intrecciano con la lateralizzazione attuale: in tale condizione ci sembra sia proprio il caso di far tesoro delle indicazioni di fondo di I. H. Schultz cioè di lasciare che il soggetto proceda in modo Autogeno e applicarle in questo caso specifico alla scelta del braccio con cui iniziare il proprio cammino interiore. L’organismo che siamo, sempre secondo l’idea di Schultz, è in continua evoluzione interagendo con la realtà con continui mutevoli equilibri.
Nel T.A. non si dovrebbe tendere ad indirizzare un soggetto a ritornare ad una dominanza presunta genetica o ad allineare tutte le lateralizzazioni o a Dx. o a Sx. ma lasciare che l’organismo, attraverso un lavoro di autoreset, cerchi e trovi sempre nuovi e migliori equilibri fra lateralizzazioni attuali, dominanze genetiche e dinamiche psichiche che con tali realtà continuano ad intrecciarsi. Stiamo parlando di adulti mentre il lavoro di Delacato si riferisce specificatamente ai bambini dislessici. Siamo convinti tuttavia che per questi una valida alternativa al lavoro di Delacato potrebbe essere effettuata attraverso il T.A. Basale condotto in modo veramente autogeno; questo però è un lungo discorso che non può essere esposto in questo contesto.
Nelle nostre statistiche constatiamo che non ci sono dei cambiamenti che abbiano direzioni univoche; nei vari sogg. ci sono moltissimi cambiamenti nel susseguirsi delle varie tappe dell’iter autogeno; essi tuttavia sono più indicativi di equilibri diversi delle lateralizzazioni e non tanto di allineamento delle stesse o di rientro nell’originaria dominanza. Nei singoli soggetti constatiamo che raggiungono una maggior accettazione e armonia di utilizzo della loro parte Dx. e Sx. e un miglior rapporto e senso di armonia fra la loro facciata psichica e la loro facciata corporea.
Un discorso parallelo molto importante è quello di evitare che succedano i contrariamenti. Si dovrebbe far capire a genitori ed educatori quanto importante sia il saper ascoltare ed osservare il bambino fin dai primi momenti di vita: far attenzione a quale mano è più disponibile a toccare e prendere gli oggetti e tutto questo inserito in una grande disponibilità e gioia di scoprire, in tutti i campi, la originalità di ogni bambino.
5) Bibliografia
Annett M. (1995): The right, shift theory of a genetic balanced polymorphism for cerebral dominance and cognitive processing. Coh Psychol Cognitive; 14 : 427 - 480
Bakan P. (1977): Left handedness and birth order revisited. Neuropsychologia; 15:837 - 839
Cheek D., & LeCron L.(1968). Clinical hypnotherapy. New York: Grune & Stratton
Cheek D. (1978): Were you originally left – handed? Swedish Journal of Hypnosis, September, 17-25
Delacato C. H.( 1972): Quando è difficile imparare a leggere – guida per i genitori., Roma. Armando Editore.
Gastaldo G.(1982): Indagine statistico-clinica su 117 casi di sogg. con organizzazione nevrotica della personalità trattati con Training Autogeno di Gruppo. Tesi di specialità, alla scuola di specializzazione in Psichiatria della facoltà di Medicina e Chirurgia di Trieste diretta dal Prof. G. Campailla, relatore Prof. L. Peresson. Anno accademico 1981-82.
Gastaldo G., Cipolla B.(1978): “Il Training Autogeno nello studio della dominanza emisferica e del mancinismo” in Training Autogeno – nuovi contributi ed esperienze cliniche – 2° e 3° seminario nazionale I.C.S.A.T., Repubblica di San Marino, 8 maggio 1978.
Gastaldo G Ottobre M.( 1987): "Nel labirinto con il filo di Arianna - lo strutturarsi delle vie dell'energia nell'età evolutiva" Piovan Ed. Abano Terme (Pd).
Gastaldo G Ottobre M.( 1994): Il Training Autogeno in quattro stadi - Armando Editore Roma.
Geschwind N. e Behan PO.( 1984): Laterality, hormones, and immunity. In: Geschwind N e Galaburda AM eds. Cerebral dominance: the biological foundation. Cambridge: Harvard Univ Press.
Geschwind N e Galaburda AM.(1985): Cerebral lateralisation. Biological mechanism, association, and pathology: III.Arc Neurol 1985; 634 -654.
Habib M. e Robichon F.(2001): Dominanza emisferica. Encycl Med Chir (editions Scientifiques et Medicales Elsevier SAS, Paris), neurologia, 17 - 022 - C - 10, 2001, 10 p.
Rossi E. Cheek D.(1988): Mind - Body Therapy; Methods of Ideodynamic Healing in Hypnosis. New York, London. W.W Norton &Company.
Possiamo subito constatare che ogni manualità ha una propria proporzione fra Dx. e Sx.che va da;1159 Sx. e 25 Dx. per la prima prova fino a: 743 Sx. e 427 Dx. per la prova 10 e addirittura da: 554 Dx e 637 Sx. per il test dell’incrocio delle mani; le più numerose in assoluto sono le persone che scrivono disegnano e adoperano il cucchiaio con la manoDx.
Si può anche intravedere una certa logica in queste differenze.
Per esempio le tre prove prima citate si riferiscono a manualità che più di altre vengono apprese per insegnamento diretto e continuo dell’adulto.
Ancora possiamo notare che è più elevato il numero di sogg. che adoperano il coltello con la mano Sx rispetto a quelli che adoperano il cucchiaio con quella mano. Il Cucchiaio s’impara ad adoperare molto prima del coltello; l’apprendimento avviene già nel primo anno, cioè nell’età in cui gli viene dato direttamente in mano, e pertanto l’influenzamento è presumibilmente maggiore; l’uso del coltello è un apprendimento che, anche se fatto in presenza dell’adulto, è permesso più tardi di altre manualità.
Altro fattore che può influire è il quanto l’adulto possa controllare l’apprendimento o il quanto gli interessi influire; così l’imparare a lanciare a volte non viene appreso direttamente dagli adulti o comunque questi ultimi sono meno interessati a correggere. Ecco che il numero di sogg. che usa per questo compito la mano Sx. è relativamente più elevato che nelle prime otto prove
Tuttavia le differenze nelle prime otto prove possono essere solo indicative perché non è sufficientemente ampia la differenza l’una dall’altra.
Nell’aprire una scatola e nello scopare invece è molto grande il numero dei sogg, che adoperano la mano Sx. e pertanto sono molto più indicative. In tali prove la pressione educativa o la possibilità di mimare del bambino è minore che nelle altre prove; in queste manualità è più difficile che egli veda o intuisca la lateralizzazione degli adulti è quindi anche più difficile che vi si conformi; inoltre è più difficile per l’adulto focalizzare e dare peso al presunto ‘errore’ del bambino e capire che il suo modo di fare sia segno di mancinismo.
Precisiamo a questo punto che ci riferiamo a quel contrariamento che viene fatto per lo più in modo inconsapevole.
Nel test della stretta delle mani che comporta un gesto mai appreso, e quindi l’influenza educativa è nulla, si ha, rispetto alle altre prove, la maggior quantità di soggetti che dimostrano una lateralizzazione a Sx.; (è da notare che in questo test, nelle somministrazioni successive, si hanno minori variazioni rispetto alle altre prove cioè i soggetti nel tempo mantengono costante la loro impostazione. Ad esempio in una seconda somministrazione, dopo due mesi dalla fine del corso di T.A. Basale troviamo che 21 sogg. spostano il pollice sopra da Dx. a Sx. e 24 da Sx. a Dx.. Queste variazioni sono statisticamente non significative dato il grande numero di sogg. in esame e pertanto possono essere considerate casuali. .
Concludendo possiamo dire che da queste considerazioni e dai dati riportati risulta chiaro che è difficile, se non impossibile, definire la dominanza e diventa chiaro che il test di Edimburgo non può misurare la lateralizzazione, ma solamente evidenziare tante lateralizzazioni diverse che sembrano essere condizionate dalla pressione dell’ambiente educativo sull’apprendimento di operazioni concrete che svolge la mano.
Se prendiamo tutti sogg. che eseguono tutte le prove di Edimburgo con la mano Dx. - vedi Sommatoria al n° 11 della tabella - raggiungiamo solo il 50% dei sogg.; è una percentuale simile a quella della prova della stretta di mano. Sono quelli originariamente destrimani secondo l’ipotesi di Cheek, oppure quelli che non hanno superato bene le tappe di maturazione secondo Delacato?
Dalle ultime due sommatorie risulta chiaro che se vogliamo intendere per destrimani solo quelli che sono completamente lateralizzati a Dx. il numero si restinge sempre più fino a 115 su 1191. Come abbiamo già accennato al par.1.3 i dati da noi raccolti ci riportano a percentuali ben diverse (da 50% a molto meno) da quanto ipotizzato dalla teoria di Geschwind N e Galaburda AM.
Abbiamo anche constatato, soprattutto nel T.A. Avanzato, che a determinare certe lateralizzazioni a volte non è solo il mimare del bambino, gli adulti che lo educano o gli interventi attivi degli educatori, ma anche dinamiche intrapsichiche come ad esempio l’opposizione, i conflitti, le paure ecc..
Data la grande plasticità del cervello umano molti fattori contribuiscono a differenziare una dominanza, presunta genetica, da una fattuale lateralizzazione. Non possiamo pertanto dare importanza, nella scelta del braccio con cui iniziare il T. A., alla mano che esegue un compito pratico come ad esempio lo scrivere.
H. Schultz aveva dato questa indicazione in un’epoca in cui ancora non si era focalizzato il problema; comunque già con la sua formulazione: “iniziare il T. A. con la mano che scrive” aveva indicato di differenziare la scelta della ‘porta’ dalla quale entrare nel sé, basandosi su ciò che la realtà biologica comunica. Infatti lo scrivere con una mano è una comunicazione di una realtà/ struttura biologica non importa se geneticamente determinata oppure frutto di condizionamenti.
2. 5 Nei Gruppi di T. A. Basale.
Nei gruppi - nell’incontro successivo a quello in cui diamo come consegna il primo esercizio standard, - con le modalità precedentemente descritte al punto 2. 2 - vengono riportati interessanti vissuti:
Øqualche persona dichiara di avere scelto il braccio Sx, ma di non saperne il perché, in quanto si considera completamente destrimane.
Øaltri di aver nominato il braccio Dx., ma di aver avuto il pensiero attratto dal Sx., o di aver sentito sensazioni, a Sx. –
ØQualcuno ancora denuncia una impossibilità a scegliere il braccio, per cui ha ‘inventato’ di rivolgersi contemporaneamente alle due braccia.
Nel corso della conversazione e delle interviste, le persone che hanno riportato i vissuti di cui sopra, ma anche altre, dichiarano di avere molta difficoltà di scelta fra Dx. e Sx. quando alla guida della macchina viene loro detto repentinamente quale direzione devono prendere.
Altri ancora ricordano che, in momenti di improvviso pericolo, avevano agito con la mano Sx. pur essendo destrimani.
Quasi sempre, sommando tutte le persone che riportano questi vissuti particolari, si raggiunge il 50% dei partecipanti.
Sperimentando il tipo di consegna descritto al punto 2. 2 abbiamo notato:
Øuna diminuzione di alcune specifiche resistenze e scariche autogene che ingeneravano paura.
ØUn notevole arricchimento ed una diversificazione dei vissuti
ØMaggiore possibilità e disponibilità a passare da una posizione di non accettazione e paura della diversità, alla comprensione della ricchezza che questa comporta.
Naturalmente tutto ciò non dipende solo dalla consegna, che altro non è se non un segno e un punto concreto nella linea dell’idea Schultziana dell’autogenicità; la consegna porta alle ultime conseguenze la ricerca e il rispetto assoluto di ciò che nasce spontaneo.
2. 6 L’analisi dei vissuti, nello spirito di Schultz, porta:
Ø a considerare con estremo interesse e con accettazione tutto ciò che la realtà biologica (originaria e frutto della plasmazione ambientale) è e ci comunica.
A questo proposito non finiremo mai di stupirci, e quindi di sottolineare, come l’autentico ascolto di sé nell’autentico “lascio che accada” ci porti con estrema precisione a percepire come, all’interno di noi, si sia evoluta nell’interazione con il mondo plasmante l’originale e genetica struttura. Ci appare la radiografia del nostro interno.
Ø L’analisi dei vissuti nello spirito di Schultz ancora porta:
ad accettare l’equilibrio attuale come punto di partenza per un equilibrio più evoluto, che si può raggiungere quando lasciamo da parte la pretesa dell’Io -“Entichung”- e, nel lasciare che accada, ci affidiamo alla sapienza biologica.
3 1 Diamo qualche esempio di come attorno ad un contrariamento nella lateralizzazione (Cheek), o ad una imperfetta evoluzione (Delacato), si possono coagulare dinamiche che incidono sull’assetto del carattere e della personalità dell’adulto.
vediamo qualche esempio:
3.2 Contrariamento autoritaristico:
(Gastaldo 1981).Vissuto durante una seduta di T.A. Basale, in un soggetto che esegue tutte le prove dell’Edimburgo con la mano Dx. e si definisce destrimane;
Dà lo stimolo al braccio Dx. ma sente pesante quello Sx. Durante alcune sedute si sente girare in un piano orizzontale da Sx. a Dx.
“La mano Sx. è piccola e storpia…le due metà del corpo si allontanano …piccola come un feto il cui corpo si rompe in due tronconi bruciati … Mano fortissima che mi schiaccia … padre e suora che mi schiacciano: … suora cattiva che mi impone di usare la mano Dx … padre mi vietava tutto ciò cui anelavo intensamente. … . Mi ribello!
È evidente in questo vissuto come attorno alla violenza del contrariamento - cita solo la violenza della Suora - si coaugulino, nello stesso pacchetto, altre esperienze - in questo contesto essa cita quella del padre che non influiva sulla lateralizzazione ma bloccava tutte le sue scelte più spontanee.
Sogg. (F) n°594 T.I.A.A. n.°11: (Gastaldo Ottobre 1987) “ … quando è nata mia sorella, papà ci è rimasto un po’ male, io l’ho sentito anche se ero piccola. Il mio braccio sinistro è diventato ancora corto! …La cosa che volevo fare mi è stata impedita… è come se mi avessero tagliato qualcosa… e io l’ho accettato perché i genitori vanno ascoltati… a quell’età non si sa cosa fare e si ascolta sempre una persona adulta …
3.3 Plasmazione per imitazione:
la paura dell’abbandono o del rifiuto porta a conformarsi il più possibile ai desideri degli adulti di riferimento; il conformarsi si coagula, si concretizza nell’organizzazione neuronale, implicita nella lateralizzazione non conforme alla propria tendenza genetica, alla dominanza originaria.
(Gastaldo Ottobre 1987) La giovane paziente ha una storia di ripetuti traumi di abbandono nella prima infanzia; ha avuto un episodio di anoressia.
Le prove di Edimburgo danno la Dx. come dominante e si ritiene completamente destrimane.
Nelle sedute di T.I.A.A. proietta nella parte Dx del suo corpo l’impostazione della sua vita: “conforme ai desiderata di mia madre, ai quali aderisco completamente per la paura di perdere il suo amore”.
Nel test dell’incrocio delle mani è lateralizzata a Sx; nel T. A. Basale pensando al braccio Dx. sente il Sx.. Nella parte Sx. identifica la parte più autentica di sé, “schiacciata, repressa rovinata, annullata, volutamente alienata, da commiserare”.
Sopprime la sua naturale tendenza ad adoperare la Sx, per essere in tutto conforme alla madre destrimane.
Tutte le sedute constano di lunghe elaborazioni di sensazioni attinenti alla parte Dx e Sx del corpo:
Seduta 17 “Ho sviluppato la capacità di fare ciò che gli altri desiderano, le cose pratiche nella parte Dx - piano orizzontale -. Le mie più intime linee di sviluppo la mia originalità non si sono sviluppate, sono nella parte Sx; non mi sono sviluppata sul piano verticale”.
Riportiamo della stessa paziente tre piccoli frammenti della seduta N° 20; immagini che illustra con significativi disegni.
1) “In un terreno di tipo deserto … La mano Sx tenta disperata di tirarmi su, di non cadere anche lei nel buco buio dove c’è la parte Dx.”
2) “La gamba Dx si è incastrata in un perno, dentro la pancia di mia madre, e, attorno a me, è diventato tutto brutto.”
3) “Un uccello esce da una finestra al centro delle mie gambe, solo la parte Sx. è eccitata.”
3. 4 Coaugulazione di tutto il proprio potenziale non sviluppato nell’arto bloccato (impedito) e recupero dell’arto Sx. come momento di traino per l’espandersi di tutta la personalità (Gastaldo Ottobre 1987).
Sogg. (M) n.°337 T.I.A.A. n.°4: “…vedo un campo arato e sullo sfondo un bel sole che tramonta; guardando bene vedo il campo arato solo a metà, cioè la parte destra, mentre l’altra è ancora da lavorare, arida.”
Sogg. (F) n°594 T.I.A.A. n.°11: “ … la spalla sinistra sta andando verso l’alto… come sfuggire qualcosa… che voglio dire io… sta diventando un’ala e infatti il braccio non esiste più. Cerca di sbattere…vuole volare via, non rimanere lì. … voglio liberarmi di tutto … e, e scappare via… . ”
Ma anche questo è insopportabile e così la giovane donna sceglie in un primo momento di: “… tagliare l’ala … ”
Ma poi l’elaborazione continua:
“… si potrebbe farne crescere un’altra, se si potesse…dall’altra parte, in modo che il peso venga equilibrato … braccio destro e sinistro in armonia…
È una cosa che mi fa star meglio, è una cosa calma. Mi viene in mente il mare, il mare tranquillo”.
4) Concludendo
Non esiste una, ma tante lateralizzazioni, non è possibile, attraverso test, sapere quale sia o sia stata la mano geneticamente dominante, non è possibile sapere, prima che una persona abbia fatto un lavoro psicologico profondo, quali sono le dinamiche che s’intrecciano con la lateralizzazione attuale: in tale condizione ci sembra sia proprio il caso di far tesoro delle indicazioni di fondo di I. H. Schultz cioè di lasciare che il soggetto proceda in modo Autogeno e applicarle in questo caso specifico alla scelta del braccio con cui iniziare il proprio cammino interiore. L’organismo che siamo, sempre secondo l’idea di Schultz, è in continua evoluzione interagendo con la realtà con continui mutevoli equilibri.
Nel T.A. non si dovrebbe tendere ad indirizzare un soggetto a ritornare ad una dominanza presunta genetica o ad allineare tutte le lateralizzazioni o a Dx. o a Sx. ma lasciare che l’organismo, attraverso un lavoro di autoreset, cerchi e trovi sempre nuovi e migliori equilibri fra lateralizzazioni attuali, dominanze genetiche e dinamiche psichiche che con tali realtà continuano ad intrecciarsi. Stiamo parlando di adulti mentre il lavoro di Delacato si riferisce specificatamente ai bambini dislessici. Siamo convinti tuttavia che per questi una valida alternativa al lavoro di Delacato potrebbe essere effettuata attraverso il T.A. Basale condotto in modo veramente autogeno; questo però è un lungo discorso che non può essere esposto in questo contesto.
Nelle nostre statistiche constatiamo che non ci sono dei cambiamenti che abbiano direzioni univoche; nei vari sogg. ci sono moltissimi cambiamenti nel susseguirsi delle varie tappe dell’iter autogeno; essi tuttavia sono più indicativi di equilibri diversi delle lateralizzazioni e non tanto di allineamento delle stesse o di rientro nell’originaria dominanza. Nei singoli soggetti constatiamo che raggiungono una maggior accettazione e armonia di utilizzo della loro parte Dx. e Sx. e un miglior rapporto e senso di armonia fra la loro facciata psichica e la loro facciata corporea.
Un discorso parallelo molto importante è quello di evitare che succedano i contrariamenti. Si dovrebbe far capire a genitori ed educatori quanto importante sia il saper ascoltare ed osservare il bambino fin dai primi momenti di vita: far attenzione a quale mano è più disponibile a toccare e prendere gli oggetti e tutto questo inserito in una grande disponibilità e gioia di scoprire, in tutti i campi, la originalità di ogni bambino.
5) Bibliografia
Annett M. (1995): The right, shift theory of a genetic balanced polymorphism for cerebral dominance and cognitive processing. Coh Psychol Cognitive; 14 : 427 - 480
Bakan P. (1977): Left handedness and birth order revisited. Neuropsychologia; 15:837 - 839
Cheek D., & LeCron L.(1968). Clinical hypnotherapy. New York: Grune & Stratton
Cheek D. (1978): Were you originally left – handed? Swedish Journal of Hypnosis, September, 17-25
Delacato C. H.( 1972): Quando è difficile imparare a leggere – guida per i genitori., Roma. Armando Editore.
Gastaldo G.(1982): Indagine statistico-clinica su 117 casi di sogg. con organizzazione nevrotica della personalità trattati con Training Autogeno di Gruppo. Tesi di specialità, alla scuola di specializzazione in Psichiatria della facoltà di Medicina e Chirurgia di Trieste diretta dal Prof. G. Campailla, relatore Prof. L. Peresson. Anno accademico 1981-82.
Gastaldo G., Cipolla B.(1978): “Il Training Autogeno nello studio della dominanza emisferica e del mancinismo” in Training Autogeno – nuovi contributi ed esperienze cliniche – 2° e 3° seminario nazionale I.C.S.A.T., Repubblica di San Marino, 8 maggio 1978.
Gastaldo G Ottobre M.( 1987): "Nel labirinto con il filo di Arianna - lo strutturarsi delle vie dell'energia nell'età evolutiva" Piovan Ed. Abano Terme (Pd).
Gastaldo G Ottobre M.( 1994): Il Training Autogeno in quattro stadi - Armando Editore Roma.
Geschwind N. e Behan PO.( 1984): Laterality, hormones, and immunity. In: Geschwind N e Galaburda AM eds. Cerebral dominance: the biological foundation. Cambridge: Harvard Univ Press.
Geschwind N e Galaburda AM.(1985): Cerebral lateralisation. Biological mechanism, association, and pathology: III.Arc Neurol 1985; 634 -654.
Habib M. e Robichon F.(2001): Dominanza emisferica. Encycl Med Chir (editions Scientifiques et Medicales Elsevier SAS, Paris), neurologia, 17 - 022 - C - 10, 2001, 10 p.
Rossi E. Cheek D.(1988): Mind - Body Therapy; Methods of Ideodynamic Healing in Hypnosis. New York, London. W.W Norton &Company.
Contatti:
AIRDA, Studio Gastaldo Ottobree, Centro di Ricerca - Via Chiesa di Ponzano 8 - 31050 Ponzano V.to - TREVISO -,
Tel/fax. 0422 969034, tel. 0422 440862, Cell. 3478214314, E- Mail: [email protected]
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