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4) Psicoterapia Autogena
PSICOTERAPIA AUTOGENA DI SCHULTZ E ALLIEVI
Schultz e allievi elaborano un complesso, completo, duttile, coerente sistema psicoterapeutico che, partendo dall’idea della Bionomia e dalla constatazione dell'Unità e del Continuum fra psiche e soma,attraverso l'Allenamento all'accettazione profonda e al lasciar emergere ciò che nasce spontaneo da tale unità, arriva alla gestione, a fini terapeutici e psicopromozionali di tali preziosi momenti usufruendo di meccanismi sia di tipo analitico che catartico.(Gastaldo Ottobre 1994)
Schultz nel 1932 pubblica la prima descrizione completa del suo metodo: "Das Autogene Training"(1968,1991).
Gli allievi di prima generazione: W. Luthe (1965), H. Wallnöfer (1978, 1993, 1999), Durand De Busingen (1976, 1978), Kuhnel L.G. (1949), K. Rosa (1986), H. Kraft (1976), K. Thomas (1986) (v. bibliografia essenziale sul T.A.), hanno ripreso e ulteriormente sviluppato le componenti: immaginativa/catartica, analitica, e psicagogica/pedagogica.
La base di tutta la costruzione è il Training Autogeno Basale sulla quale si sviluppano le varie modalità del Training Avanzato.
4.1) training autogeno basale (o inferiore o anche somatico) Attenzione! Diamo una breve descrizione dello svolgimento delle sedute di T.A. solamente per dare un’idea vaga e superficiale del metodo.
Il T. A. consiste nell’allenarsi (fare gli esercizi più volte al giorno seduti o distesi comodamente) ad ascoltare le sensazioni che emergono spontaneamente dal proprio essere psicosomatico dopo essersi dati degli ‘stimoli’ consistenti in brevi frasi ripetute mentalmente. (stimolo, fra virgolette, in quanto è una dizione adottata da Gastaldo/Ottobre per contrapporla all’inconscia frequente tendenza ad imporsi una sensazione cioè a considerare la frase un comando o una suggestione. Schultz dice: “PRINCIPALMENTE basta distanziare il Training Autogeno da tutti gli sforzi di autopersuasione).
Gli esercizi sono sei e vengono fatti tutti in ogni seduta una volta appreso tutto il metodo.
I Esercizio
“Braccio ….. pesante” Ripetuto mentalmente alcune volte (4/5 senza contarle):
{Al posto dei puntini diremo: Dx. o Sx. a seconda del braccio al quale, nell’apprendimento del T.A., ci siamo rivolti spontaneamente – modo di presentare la scelta del braccio adottato dallo studio Gastaldo dopo ricerca di molti anni su destrismo e mancinismo nel T.A. vedi in bibliografia Gastaldo Ottobre …..).
Con la parola “pesante” non si intende che si debba sentire il braccio pesante, ma si intende che il braccio, in quanto realtà fisica, biologica, ha un suo peso, una sua concretezza; nel braccio, o nel corpo intero, possiamo sentire qualsiasi tipo di sensazione come anche nessuna sensazione – anche questo è un modo specifico di presentare l’esercizio dello studio Gastaldo Ottobre -. Quello che è opportuno fare è “LASCIARE CHE ACCADA” e accettare la risposta che questa nostra realtà, in quel momento, ci manda. La risposta, ad esempio una sensazione, può venire da qualsiasi parte del corpo anzi da qualsiasi altra parte della nostra unità psicosomatica. La risposta quindi può essere rappresentata anche da sentimenti, emozioni, oppure pensieri, compresi quelli ritenuti banali: è fondamentale lasciare che accada ed accettare ciò che accade come dice l’autore del metodo.
Quanto detto vale per tutti gli esercizi: le frasi che ci ripetiamo sono solo degli ‘stimoli’ e indicano realtà anatomiche e caratteristiche fisiologiche; non sono suggerimenti o comandi che indichino sensazioni o modi di essere. È importante lasciare che la nostra realtà psico-fisica si esprima, in completa libertà, e le risposte non siano indotte da suggestioni o comandi del nostro Io.}
Si completa l’esercizio, dopo aver ascoltato le risposte dalle varie parti del nostro, corpo con la frase:
“Corpo pesante”; 4/5 volte senza contarle
“sono calmo/a e disteso/a.” (vedi spiegazione del significto di questa frase alla fine del paragrafo)
II Esercizio
“Braccio…caldo”; 4/5 volte senza contarle
“Corpo caldo; 4/5 volte senza contarle
“sono calmo/a e disteso/a.”
III Esercizio
“Cuore batte calmo e regolare”; 4/5 volte senza contarle
“pesante, caldo” “sono calmo/a e disteso/a.”
IV Esercizio
“Respiro calmo e tranquillo”; 4/5 volte senza contarle
“sono calmo/a e disteso/a.”
V Esercizio
“Plesso solare irradia calore”; 4/5 volte senza contarle
“sono calmo/a e disteso/a.”
VI Esercizio
“Fronte fresca”; 4/5 volte senza contarle
“sono calmo/a e disteso/a.”
Fra un esercizio e l’altro si richiama alla mente la finalità per la quale ci esercitiamo con il T.A.; ci esercitiamo perché desideriamo acquistare, sempre più, quella armonia interiore che ci fa essere nella vita calmi e distesi. Per ricordare questa finalità ci ripetiamo mentalmente (una sola volta) la frase:
“sono calmo/a e disteso/a.” Attenzione: non è un esercizio né una frase per comandarci la calma in quel momento; in quel momento lasciamo che accada ed accettiamo ciò che accade, anche se è una tensione o comunque una risposta non gradevole.
Alla fine del T.A. è importantissimo ed indispensabile (mai dimenticarlo), fare gli:
“ESERCIZI DELLA RIPRESA” prima di ritornare alle nostre abituali occupazioni.
Tali esercizi constano di tre movimenti energici di flessione ed estensione delle braccia e delle mani; l’ultimo movimento è accompagnato da un soffio forte e troncato e dall’apertura degli occhi.
Le formule intenzionali completano il Training Autogeno Basale..
Schultz nel 1932 pubblica la prima descrizione completa del suo metodo: "Das Autogene Training"(1968,1991).
Gli allievi di prima generazione: W. Luthe (1965), H. Wallnöfer (1978, 1993, 1999), Durand De Busingen (1976, 1978), Kuhnel L.G. (1949), K. Rosa (1986), H. Kraft (1976), K. Thomas (1986) (v. bibliografia essenziale sul T.A.), hanno ripreso e ulteriormente sviluppato le componenti: immaginativa/catartica, analitica, e psicagogica/pedagogica.
La base di tutta la costruzione è il Training Autogeno Basale sulla quale si sviluppano le varie modalità del Training Avanzato.
4.1) training autogeno basale (o inferiore o anche somatico) Attenzione! Diamo una breve descrizione dello svolgimento delle sedute di T.A. solamente per dare un’idea vaga e superficiale del metodo.
Il T. A. consiste nell’allenarsi (fare gli esercizi più volte al giorno seduti o distesi comodamente) ad ascoltare le sensazioni che emergono spontaneamente dal proprio essere psicosomatico dopo essersi dati degli ‘stimoli’ consistenti in brevi frasi ripetute mentalmente. (stimolo, fra virgolette, in quanto è una dizione adottata da Gastaldo/Ottobre per contrapporla all’inconscia frequente tendenza ad imporsi una sensazione cioè a considerare la frase un comando o una suggestione. Schultz dice: “PRINCIPALMENTE basta distanziare il Training Autogeno da tutti gli sforzi di autopersuasione).
Gli esercizi sono sei e vengono fatti tutti in ogni seduta una volta appreso tutto il metodo.
I Esercizio
“Braccio ….. pesante” Ripetuto mentalmente alcune volte (4/5 senza contarle):
{Al posto dei puntini diremo: Dx. o Sx. a seconda del braccio al quale, nell’apprendimento del T.A., ci siamo rivolti spontaneamente – modo di presentare la scelta del braccio adottato dallo studio Gastaldo dopo ricerca di molti anni su destrismo e mancinismo nel T.A. vedi in bibliografia Gastaldo Ottobre …..).
Con la parola “pesante” non si intende che si debba sentire il braccio pesante, ma si intende che il braccio, in quanto realtà fisica, biologica, ha un suo peso, una sua concretezza; nel braccio, o nel corpo intero, possiamo sentire qualsiasi tipo di sensazione come anche nessuna sensazione – anche questo è un modo specifico di presentare l’esercizio dello studio Gastaldo Ottobre -. Quello che è opportuno fare è “LASCIARE CHE ACCADA” e accettare la risposta che questa nostra realtà, in quel momento, ci manda. La risposta, ad esempio una sensazione, può venire da qualsiasi parte del corpo anzi da qualsiasi altra parte della nostra unità psicosomatica. La risposta quindi può essere rappresentata anche da sentimenti, emozioni, oppure pensieri, compresi quelli ritenuti banali: è fondamentale lasciare che accada ed accettare ciò che accade come dice l’autore del metodo.
Quanto detto vale per tutti gli esercizi: le frasi che ci ripetiamo sono solo degli ‘stimoli’ e indicano realtà anatomiche e caratteristiche fisiologiche; non sono suggerimenti o comandi che indichino sensazioni o modi di essere. È importante lasciare che la nostra realtà psico-fisica si esprima, in completa libertà, e le risposte non siano indotte da suggestioni o comandi del nostro Io.}
Si completa l’esercizio, dopo aver ascoltato le risposte dalle varie parti del nostro, corpo con la frase:
“Corpo pesante”; 4/5 volte senza contarle
“sono calmo/a e disteso/a.” (vedi spiegazione del significto di questa frase alla fine del paragrafo)
II Esercizio
“Braccio…caldo”; 4/5 volte senza contarle
“Corpo caldo; 4/5 volte senza contarle
“sono calmo/a e disteso/a.”
III Esercizio
“Cuore batte calmo e regolare”; 4/5 volte senza contarle
“pesante, caldo” “sono calmo/a e disteso/a.”
IV Esercizio
“Respiro calmo e tranquillo”; 4/5 volte senza contarle
“sono calmo/a e disteso/a.”
V Esercizio
“Plesso solare irradia calore”; 4/5 volte senza contarle
“sono calmo/a e disteso/a.”
VI Esercizio
“Fronte fresca”; 4/5 volte senza contarle
“sono calmo/a e disteso/a.”
Fra un esercizio e l’altro si richiama alla mente la finalità per la quale ci esercitiamo con il T.A.; ci esercitiamo perché desideriamo acquistare, sempre più, quella armonia interiore che ci fa essere nella vita calmi e distesi. Per ricordare questa finalità ci ripetiamo mentalmente (una sola volta) la frase:
“sono calmo/a e disteso/a.” Attenzione: non è un esercizio né una frase per comandarci la calma in quel momento; in quel momento lasciamo che accada ed accettiamo ciò che accade, anche se è una tensione o comunque una risposta non gradevole.
Alla fine del T.A. è importantissimo ed indispensabile (mai dimenticarlo), fare gli:
“ESERCIZI DELLA RIPRESA” prima di ritornare alle nostre abituali occupazioni.
Tali esercizi constano di tre movimenti energici di flessione ed estensione delle braccia e delle mani; l’ultimo movimento è accompagnato da un soffio forte e troncato e dall’apertura degli occhi.
Le formule intenzionali completano il Training Autogeno Basale..
4.2 Formule intenzionali
Le formule intenzionali sono delle semplici frasi che si ripetono mentalmente, fra un esercizio standard e il successivo, nel Training Autogeno basale. Si abbinano alla frase “Sono calmo e disteso” che si ripete fra un esercizio e l’altro per ricordarsi che la finalità in prospettiva del fare regolarmente gli esercizi del T.A. e quella di diventare un giorno mentalmente più calmi e fisicamente più distesi.
H Wallnöefer a pag. 66 del libro “sani con il Training Autogeno e la psicoterapia autogena”(Wallnöefer 2008 Ed. Armando) a questo proposito scrive: “La formula intenzionale serve a dare la possibilità a colui che si esercita, di eliminare, o pilotare in altre direzioni, quei comportamenti che sono per lui disturbanti e che vuole cambiare.(come ad esempio l’abitudine di fumare o di mangiare troppo) Per questo si possono utilizzare formule che hanno dati buoni risultati, come formule standard (fumare è del tutto indifferente - divento subito sazio), ma si possono trovare anche formule ‘individuali’…. Seguendo il principio autogeno, attribuiamo molto valore al fatto che la persona, che vuol cambiare il proprio comportamento, trovi da sé la propria formula
Nel libro citato l’Autore da alcuni suggerimenti per creare le formule intenzionali; la prima è di non formulare la frase al negativo ma al positivo come ad esempio evitare di dire: “non ho paura”, ma dire invece “sono coraggioso”. Così suggerisce ancora di evitare la parola ‘problema’: “colui che vuole agire contro la propria paura non dovrà allenarsi con la frase “sono senza paura”. Con il riflesso psicogalvanico si dimostra che la parola ‘paura’ immediatamente disturba l’immersione e la quiete.
Nel libro seguono altri cinque suggerimenti molto importanti.
H Wallnöefer a pag. 66 del libro “sani con il Training Autogeno e la psicoterapia autogena”(Wallnöefer 2008 Ed. Armando) a questo proposito scrive: “La formula intenzionale serve a dare la possibilità a colui che si esercita, di eliminare, o pilotare in altre direzioni, quei comportamenti che sono per lui disturbanti e che vuole cambiare.(come ad esempio l’abitudine di fumare o di mangiare troppo) Per questo si possono utilizzare formule che hanno dati buoni risultati, come formule standard (fumare è del tutto indifferente - divento subito sazio), ma si possono trovare anche formule ‘individuali’…. Seguendo il principio autogeno, attribuiamo molto valore al fatto che la persona, che vuol cambiare il proprio comportamento, trovi da sé la propria formula
Nel libro citato l’Autore da alcuni suggerimenti per creare le formule intenzionali; la prima è di non formulare la frase al negativo ma al positivo come ad esempio evitare di dire: “non ho paura”, ma dire invece “sono coraggioso”. Così suggerisce ancora di evitare la parola ‘problema’: “colui che vuole agire contro la propria paura non dovrà allenarsi con la frase “sono senza paura”. Con il riflesso psicogalvanico si dimostra che la parola ‘paura’ immediatamente disturba l’immersione e la quiete.
Nel libro seguono altri cinque suggerimenti molto importanti.
4.3) Training Autogeno Avanzato Analitico
In tale modalità le sedute sono di tipo analitico, solitamente di gruppo. Una parte della seduta viene riservata all'esperienza; i soggetti, ognuno per proprio conto, fanno il Training Autogeno Basale a cui fanno seguire la formulazione mentale della "frase stimolo" convenuta; quindi, sempre "lasciando accadere" nel loro essere psicofisico, mentalmente registrano ciò che accade: immagini, sensazioni di qualsiasi tipo, emozioni, pensieri ecc. A domicilio poi si esercitano sul medesimo stimolo.
Il materiale psichico emerso sarà oggetto di analisi nel rimanente tempo della seduta di gruppo; l'intervento del terapeuta ha, come dice Wallnöfer 1978, le seguenti caratteristiche: -ascolto silenzioso, attento - domande neutre, astinenti, - indicazioni caute.
Ecco la sequenza degli stimoli seguiti dalle rispettive "frasi stimolo"; viene sempre premessa la frase "davanti il mio occhio interiore lascio che....":
1) Il colore libero; "....si sviluppa un colore". 2) Colore prefissato, desiderato; "....si sviluppa un colore; io vedo (nomina un colore)" 3) Il colore blu e il passaggio agli oggetti; "....si sviluppa un colore: vedo un blu intenso e saturo ( quindi il soggetto, con una frase creata da se', richiama un limone)". 4) Oggetti astratti;"....Vedo un cubo", "....Vedo un cerchio", "....Vedo un triangolo". 5) Mare; "....sono disteso sulla superficie del mare e mi lascio scendere lentamente al fondo". 6) Montagna. "....sono ai piedi di una montagna e salgo". 7) Concetti astratti; "....vedo (nomina un concetto astratto)". 8) L'altro "libero"; "....vedo l'altro" 9) L'altro "scelto" "....vedo (nomina una persona)". 10) Domande all'inconscio (preconscio); "...lascio apparire la risposta a questa domanda" 11) Vedo me stesso; "....vedo me stesso".
Attualmente H.Walnofer 1998 è sempre più impegnato in un profondo scambio culturale scientifico con l’Oriente; in particolare con il Giappone e la Cina. Focalizza sempre più gli aspetti integrativi fra il modello schultziano (ma anche di altri modelli psicoterapici dell’Occidente) e le Vie alla Vita dell’Oriente.
H. Wallnöfer 1978, 1993, 1999,
Collaboratore di Schultz per 15 anni, ha contribuito allo sviluppo della componente analitica del metodo e del Training Autogeno Avanzato Analitico. Abituato anch'egli, come Luthe, al rigore scientifico sperimentalista della linea Vogt/Schultz, ha studiato e sperimentato moltissimi aspetti, e correlazioni, degli effetti sia fisici che psichici, della Terapia Autogena focalizzando maggiormente l'attenzione sulla componente analitica della stessa, usufruendo di un archivio di quindicimila casi da lui trattati e seguiti con nutrite batterie di test.
(Vedi in bibliografia libri e articoli di questo studioso in lingua italiana)
Il materiale psichico emerso sarà oggetto di analisi nel rimanente tempo della seduta di gruppo; l'intervento del terapeuta ha, come dice Wallnöfer 1978, le seguenti caratteristiche: -ascolto silenzioso, attento - domande neutre, astinenti, - indicazioni caute.
Ecco la sequenza degli stimoli seguiti dalle rispettive "frasi stimolo"; viene sempre premessa la frase "davanti il mio occhio interiore lascio che....":
1) Il colore libero; "....si sviluppa un colore". 2) Colore prefissato, desiderato; "....si sviluppa un colore; io vedo (nomina un colore)" 3) Il colore blu e il passaggio agli oggetti; "....si sviluppa un colore: vedo un blu intenso e saturo ( quindi il soggetto, con una frase creata da se', richiama un limone)". 4) Oggetti astratti;"....Vedo un cubo", "....Vedo un cerchio", "....Vedo un triangolo". 5) Mare; "....sono disteso sulla superficie del mare e mi lascio scendere lentamente al fondo". 6) Montagna. "....sono ai piedi di una montagna e salgo". 7) Concetti astratti; "....vedo (nomina un concetto astratto)". 8) L'altro "libero"; "....vedo l'altro" 9) L'altro "scelto" "....vedo (nomina una persona)". 10) Domande all'inconscio (preconscio); "...lascio apparire la risposta a questa domanda" 11) Vedo me stesso; "....vedo me stesso".
Attualmente H.Walnofer 1998 è sempre più impegnato in un profondo scambio culturale scientifico con l’Oriente; in particolare con il Giappone e la Cina. Focalizza sempre più gli aspetti integrativi fra il modello schultziano (ma anche di altri modelli psicoterapici dell’Occidente) e le Vie alla Vita dell’Oriente.
H. Wallnöfer 1978, 1993, 1999,
Collaboratore di Schultz per 15 anni, ha contribuito allo sviluppo della componente analitica del metodo e del Training Autogeno Avanzato Analitico. Abituato anch'egli, come Luthe, al rigore scientifico sperimentalista della linea Vogt/Schultz, ha studiato e sperimentato moltissimi aspetti, e correlazioni, degli effetti sia fisici che psichici, della Terapia Autogena focalizzando maggiormente l'attenzione sulla componente analitica della stessa, usufruendo di un archivio di quindicimila casi da lui trattati e seguiti con nutrite batterie di test.
(Vedi in bibliografia libri e articoli di questo studioso in lingua italiana)
4.4) neutralizzazione autogena di Luthe
W. Luthe ha sviluppato la componente catartica del metodo. Il suo trattato sul T.A. s'intitola "Autogenic Therapy"(1965, attualmente riedito); sono sei volumi, di complessive 1753 pagine. I primi quattro libri sono firmati congiuntamente da Luthe e da Schultz; nel primo c'è una esposizione generale del metodo: Training Autogeno Basale; Meditazione, Modificazione e Neutralizzazione Autogena. Il secondo tratta delle applicazioni mediche del sistema, il terzo delle applicazioni in psicoterapia: psicosi, neurosi, disturbi psicosomatici, disturbi di personalità; tale settore verrà poi ripreso e sviluppato nel quinto e sesto volume, nei quali l'autore descrive la "neutralizzazione autogena",che è quella modalità del Training Avanzato da lui maggiormente sviluppata e sperimentata. Il quarto volume verte sulla teoria del metodo e sulle ricerche.
In quest'opera ogni minimo fenomeno, sia sul versante psichico che fisico, viene osservato, studiato, misurato, anche statisticamente ovviamente con metodologie ora datate.
Il nucleo della modalità di conduzione di W. Luthe del T. A. Avanzato parte dalla seguente constatazione; quando attraverso l’allenamento si è imparato a "lasciare che accada", l’apparato psichico, così come nel T.A. Basale anche nell'Avanzato, effettua spontanei reset eliminando tensioni disturbanti sotto forma di sensazioni fisiche spiacevoli di determinati organi o apparati - scariche autogene - .
Tali reset favoriscono il passaggio da una posizione abionomia ad una bionomia; si ha una neutralizzazione dei contenuti disturbanti - Neutralizzazione Autogena –(Gastaldo Ottobre attraverso un’analisi profonda ed accurata di circa 15.000 vissuti hanno constatato, e descritto nel loro modello metapsicologico, che sia la neutralizzazione autogena che la catarsi non sono fenomeni semplici e primitivi, ma la conseguenza di precedenti meccanismi di guarigione quali il recupero di esperienze positive, l’analisi intesa come scomposizione di pacchetti di esperienze sincretiche, la chiusura di Ghestalt aperte e l’effettuazione del lasciare che agisca un particolare archetipo che hanno denominato ‘archetipo degli archetipi’. - vedi articoli e libri Gastaldo Ottobre -). Dopo alcune sedute di prova nello studio dello psicoterapeuta, il paziente effettua da solo sedute nelle quali, dopo il T.A. Basale, lascia che sequenze di simboli emergano da sé. (Nello Studio Gastaldo Ottobre si prolunga molto di più questo momento delle sedute in studio (vedi II stadio dell’iter Gastaldo/Ottobre) e si rimanda all’esecuzione delle sedute a domicilio al III stadio).
In quest'opera ogni minimo fenomeno, sia sul versante psichico che fisico, viene osservato, studiato, misurato, anche statisticamente ovviamente con metodologie ora datate.
Il nucleo della modalità di conduzione di W. Luthe del T. A. Avanzato parte dalla seguente constatazione; quando attraverso l’allenamento si è imparato a "lasciare che accada", l’apparato psichico, così come nel T.A. Basale anche nell'Avanzato, effettua spontanei reset eliminando tensioni disturbanti sotto forma di sensazioni fisiche spiacevoli di determinati organi o apparati - scariche autogene - .
Tali reset favoriscono il passaggio da una posizione abionomia ad una bionomia; si ha una neutralizzazione dei contenuti disturbanti - Neutralizzazione Autogena –(Gastaldo Ottobre attraverso un’analisi profonda ed accurata di circa 15.000 vissuti hanno constatato, e descritto nel loro modello metapsicologico, che sia la neutralizzazione autogena che la catarsi non sono fenomeni semplici e primitivi, ma la conseguenza di precedenti meccanismi di guarigione quali il recupero di esperienze positive, l’analisi intesa come scomposizione di pacchetti di esperienze sincretiche, la chiusura di Ghestalt aperte e l’effettuazione del lasciare che agisca un particolare archetipo che hanno denominato ‘archetipo degli archetipi’. - vedi articoli e libri Gastaldo Ottobre -). Dopo alcune sedute di prova nello studio dello psicoterapeuta, il paziente effettua da solo sedute nelle quali, dopo il T.A. Basale, lascia che sequenze di simboli emergano da sé. (Nello Studio Gastaldo Ottobre si prolunga molto di più questo momento delle sedute in studio (vedi II stadio dell’iter Gastaldo/Ottobre) e si rimanda all’esecuzione delle sedute a domicilio al III stadio).
Contatti:
AIRDA, Studio Gastaldo Ottobre, Centro di Ricerca - Via Chiesa di Ponzano 8 - 31050 Ponzano V.to - TREVISO -,
Tel/fax. 0422 969034, tel. 0422 440862, Cell. 3478214314, E- Mail: [email protected]
www.airda.it - www.psicoterapia-autogena.it - www.gastaldo-ottobre.it - www.trainingautogeno-bionomico.it
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