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5) Iter di Training Autogeno in 4 stadi e modello metapsicologico Gastaldo/Ottobre. (più in dettaglio ai punti:
5.1) in lingua italiana,
5.2) in lingua spagnola,
5.3) in lingua inglese).
a) ITER di Training Autogeno in quattro stadi GASTALDO/OTTOBRE
disegno di L.Latino
L’iter autogeno in quattro stadi di Gastaldo / Ottobre. È un percorso psicoterapeutico e psicopromozionale frutto della ricerca patrocinata dall'A.I.R.D.A. sotteso da un apposito modello metapsicologico.
Tale iter è uno dei percorsi potenzialmente delineabili con il T. A. Basale e le varie modalità del Training Avanzato, elaborate da Schultz e allievi; ogni stadio è completo in se stesso e nello stesso tempo è una preparazione per il successivo; ogni soggetto si ferma allo stadio in cui ha raggiunto i risultati sperati (terapia quanto basta). L'organizzazione in stadi ben definiti è stata fatta per favorire la ricerca statistica sui risultati clinici di tutto l'iter. (Gastaldo 1988, Gastaldo Ottobre 1987, 1988, 1989, 1994, 1995, 1996, Ottobre 1990, 1993).
IL T.A.Inferiore o Basale -Primo Stadio- è solitamente insegnato in nove incontri di tre ore ciascuno, ad un gruppo di 8/12 persone. All'insegnamento classico vengono premessi tre incontri, focalizzati all'ascolto delle sensazioni corporee e analisi degli atteggiamenti che sottendono il dialogo interno fra: "io e sé corporeo". Tutto ciò serve come preparazione per apprendere correttamente il Training Autogeno, per entrare più profondamente nel concetto di Autogenicità. (Vedi libro: Il T.A. in diretta Ed Armando, Roma, maggio 2008).
I meccanismi di guarigione messi in atto si possono così sintetizzare: Alternanza sistema nervoso parasimpatico/simpatico, stato autogeno e recupero dell’atteggiamento di fiducia, esercizio all’accettazione, rettifica atteggiuasmenti e mentalità, depiramidalizzazione, apprendimento dell’ABC del dialogo, meccanismi di tipo analitico e analisi delle resistenze, meccanismi di tipo gnosico-comportamentale, rilassamento e tranqullizzazione, chiusura di Gestalt, le scariche autogene. (dall’indice del libro: Psicoterapia Autogena in quattro stadi, Ed Armando, Roma marzo 2008).
Nel Secondo Stadio, ( Terapia Immaginativa Analitica Autogena -T.I.A.A.-, sigla propria dello Studio Gastaldo / Ottobre) i soggetti, in sedute individuali svolte nello Studio, dopo il T. A. Basale raccontano, e registrano in audiocassette, ciò che accade nel loro immaginario.
Le sedute sono atematiche come quelle di "Neutralizzazione Autogena"; l'apparato psichico, in esse, segue un iter autogeno determinato dal cervello (senza intervento né dell’io del paziente né dal terapeuta) in cui avvengono spontaneamente meccanismi di reset intrapsichico ovvero di riorganizzazione del proprio archivio interiore attraverso meccanismi specifici (Recupero di esperienze positive, analisi ovvero scissione di pacchetti esperenziali sincratici e ricomposizione in pacchetti sintetici, catersi, chiusura di Ghestalt, il riconoscimento dei fantasmi come tali. (dal libro: Dottore posso guarire, ED Armando, Roma 2002
Il Terzo Stadio si svolge in gruppo e consta, con qualche variazione (aggiunta di qualche stimolo) del T. A. Avanzato Analitico di Schultz Wallnöfer).I meccanismi di guarigione sono simili a quelli descritti per il II stadio.
Nel Quarto Stadio; Terapia Autogena con Collaborazione di tipo Analitico del Terapeuta -T.A.C.T.- sigla propria dello Studio) i soggetti lavorano a domicilio con sedute di primo, secondo e terzo stadio ed eventuali sedute di collaborazione di tipo analitico con il terapeuta.
Tale iter è uno dei percorsi potenzialmente delineabili con il T. A. Basale e le varie modalità del Training Avanzato, elaborate da Schultz e allievi; ogni stadio è completo in se stesso e nello stesso tempo è una preparazione per il successivo; ogni soggetto si ferma allo stadio in cui ha raggiunto i risultati sperati (terapia quanto basta). L'organizzazione in stadi ben definiti è stata fatta per favorire la ricerca statistica sui risultati clinici di tutto l'iter. (Gastaldo 1988, Gastaldo Ottobre 1987, 1988, 1989, 1994, 1995, 1996, Ottobre 1990, 1993).
IL T.A.Inferiore o Basale -Primo Stadio- è solitamente insegnato in nove incontri di tre ore ciascuno, ad un gruppo di 8/12 persone. All'insegnamento classico vengono premessi tre incontri, focalizzati all'ascolto delle sensazioni corporee e analisi degli atteggiamenti che sottendono il dialogo interno fra: "io e sé corporeo". Tutto ciò serve come preparazione per apprendere correttamente il Training Autogeno, per entrare più profondamente nel concetto di Autogenicità. (Vedi libro: Il T.A. in diretta Ed Armando, Roma, maggio 2008).
I meccanismi di guarigione messi in atto si possono così sintetizzare: Alternanza sistema nervoso parasimpatico/simpatico, stato autogeno e recupero dell’atteggiamento di fiducia, esercizio all’accettazione, rettifica atteggiuasmenti e mentalità, depiramidalizzazione, apprendimento dell’ABC del dialogo, meccanismi di tipo analitico e analisi delle resistenze, meccanismi di tipo gnosico-comportamentale, rilassamento e tranqullizzazione, chiusura di Gestalt, le scariche autogene. (dall’indice del libro: Psicoterapia Autogena in quattro stadi, Ed Armando, Roma marzo 2008).
Nel Secondo Stadio, ( Terapia Immaginativa Analitica Autogena -T.I.A.A.-, sigla propria dello Studio Gastaldo / Ottobre) i soggetti, in sedute individuali svolte nello Studio, dopo il T. A. Basale raccontano, e registrano in audiocassette, ciò che accade nel loro immaginario.
Le sedute sono atematiche come quelle di "Neutralizzazione Autogena"; l'apparato psichico, in esse, segue un iter autogeno determinato dal cervello (senza intervento né dell’io del paziente né dal terapeuta) in cui avvengono spontaneamente meccanismi di reset intrapsichico ovvero di riorganizzazione del proprio archivio interiore attraverso meccanismi specifici (Recupero di esperienze positive, analisi ovvero scissione di pacchetti esperenziali sincratici e ricomposizione in pacchetti sintetici, catersi, chiusura di Ghestalt, il riconoscimento dei fantasmi come tali. (dal libro: Dottore posso guarire, ED Armando, Roma 2002
Il Terzo Stadio si svolge in gruppo e consta, con qualche variazione (aggiunta di qualche stimolo) del T. A. Avanzato Analitico di Schultz Wallnöfer).I meccanismi di guarigione sono simili a quelli descritti per il II stadio.
Nel Quarto Stadio; Terapia Autogena con Collaborazione di tipo Analitico del Terapeuta -T.A.C.T.- sigla propria dello Studio) i soggetti lavorano a domicilio con sedute di primo, secondo e terzo stadio ed eventuali sedute di collaborazione di tipo analitico con il terapeuta.
5.b) modello metapsicologico Gastaldo/Ottobre
L’analisi e lo studio di tredicimila vissuti in Stato Autogeno, registrati ecatalogati per contenuti emozionali e simbolici, hanno portato alla costruzione di un modello metapsicologico utile ai terapeuti per capire alcune psicodinamiche e ai pazienti per rafforzare le spinte, verso labionomia, che imprimono a se stessi attraverso i vissuti autogeni; possiamo così riassumerlo:
1) "Pacchetti di esperienze" (metafora propria degli autori), nell'età evolutiva e in particolar modo nella prima infanzia, plasmano le modalità di interazione dell'apparato psichico con la realtà modulando i circuiti neuronali che ne sono la base biologica.
2) L'apparato psichico contrassegna tali pacchetti con simboli, che evocano contenuti emozionali degli stessi, e sono le "parole" del dialogo interno e gli elementi che costituiscono i sogni.
3) Esperienze che la mente del bambino non è in grado di interpretare in modo corretto formano "pacchetti di esperienze sincretici" e non "sintetici", oppure simboleggiati in modo inadeguato. Creano così punti di riferimento interni sbagliati, modulazioni di circuiti neuronali che sottendono comportamenti abionomici e quindi modi dolorosi di vivere . (Es: l'ospedalizzazione del bambino nel secondo semestre di vita, con distacco dalla figura materna, viene catalogato dall'apparato psichico come abbandono / tradimento / rifiuto e simboleggiato con un'immagine di madre cattiva, madre mostro;
viene inoltre vissuto come: "madre che mi manda via" il: "vai a giocare con i tuoi amici" e le esperienze alla scuola materna. Si formano cosi' enormi pacchetti sincretici di abbandono / tradimento / rifiuto).
1) "Pacchetti di esperienze" (metafora propria degli autori), nell'età evolutiva e in particolar modo nella prima infanzia, plasmano le modalità di interazione dell'apparato psichico con la realtà modulando i circuiti neuronali che ne sono la base biologica.
2) L'apparato psichico contrassegna tali pacchetti con simboli, che evocano contenuti emozionali degli stessi, e sono le "parole" del dialogo interno e gli elementi che costituiscono i sogni.
3) Esperienze che la mente del bambino non è in grado di interpretare in modo corretto formano "pacchetti di esperienze sincretici" e non "sintetici", oppure simboleggiati in modo inadeguato. Creano così punti di riferimento interni sbagliati, modulazioni di circuiti neuronali che sottendono comportamenti abionomici e quindi modi dolorosi di vivere . (Es: l'ospedalizzazione del bambino nel secondo semestre di vita, con distacco dalla figura materna, viene catalogato dall'apparato psichico come abbandono / tradimento / rifiuto e simboleggiato con un'immagine di madre cattiva, madre mostro;
viene inoltre vissuto come: "madre che mi manda via" il: "vai a giocare con i tuoi amici" e le esperienze alla scuola materna. Si formano cosi' enormi pacchetti sincretici di abbandono / tradimento / rifiuto).
Disegni di Lorenza Latino: vissuto della madre che appare come un mostro fin dall'uscita dal canale del parto
4) nel processo terapeutico, che viene guidato da un particolare archetipo; i pacchetti non omogenei, dopo che sono stati recuperati vissuti positivi, si scindono (analisi), si liberano dall'emozione incongrua (catarsi), si ricompongono diversamente, e si incorporano simboli più adeguati; si formano così punti di riferimento congrui alla realtà in altre parole più Bionomici. E' possibile trovare una descrizione più esaustiva nei seguenti libri, relazioni e articoli:
Il libro: Dottore posso guarire - Come curare i mali oscuri, di Giovanni Gastaldo e Miranda Ottobre ~ Collana Airda, Armando Editore, Roma 2002. In particolare nei capp. V, VI, VII.
Nel libro: La Psicoterapia Autogena in quattro stadi – l’incontro con se stessi, Collana Airda, Ed ARMANDO, Roma, marzo 2008.
Approfondimenti su singole parti del modello (Come si strutturano i simboli (1), Interazioni pacchetti di esperienze/circuiti neuronali (2), Approfondimento sulla struttura, tipologia e funzione delle immagini (3), come opera l’Archetipo degli Archetipi si trovano:
1) Nell'articolo "Considerazioni sulla formazione di alcuni simboli" pubblicato nel libro " Il viaggio come metafora dell'esistenza" a cura di Claudio Widmann ~ Edizioni Scientifiche Magi.
2) Relazione: "l'interazione esperienze/circuiti neuronali come base di alcune modalità di essere" presentata al convegno I.C.S.A.T. ~ Ravenna 25/26 Maggio 2002 (chiedere agli autori)
3) Relazione: "Le immagini che curano - La funzione immaginativa in analisi e in psicoterapia" presentato al convegno I.C.S.A.T. ~ Ravenna 22/23 Maggio 2004 (chiedere agli autori)
4) nel processo terapeutico, che viene guidato da un particolare archetipo; i pacchetti non omogenei, dopo che sono stati recuperati vissuti positivi, si scindono (analisi), si liberano dall'emozione incongrua (catarsi), si ricompongono diversamente, e si incorporano simboli più adeguati; si formano così punti di riferimento congrui alla realtà in altre parole più Bionomici. E' possibile trovare una descrizione più esaustiva nei seguenti libri, relazioni e articoli:
Il libro: Dottore posso guarire - Come curare i mali oscuri, di Giovanni Gastaldo e Miranda Ottobre ~ Collana Airda, Armando Editore, Roma 2002. In particolare nei capp. V, VI, VII.
Nel libro: La Psicoterapia Autogena in quattro stadi – l’incontro con se stessi, Collana Airda, Ed ARMANDO, Roma, marzo 2008.
Approfondimenti su singole parti del modello (Come si strutturano i simboli (1), Interazioni pacchetti di esperienze/circuiti neuronali (2), Approfondimento sulla struttura, tipologia e funzione delle immagini (3), come opera l’Archetipo degli Archetipi si trovano:
1) Nell'articolo "Considerazioni sulla formazione di alcuni simboli" pubblicato nel libro " Il viaggio come metafora dell'esistenza" a cura di Claudio Widmann ~ Edizioni Scientifiche Magi.
2) Relazione: "l'interazione esperienze/circuiti neuronali come base di alcune modalità di essere" presentata al convegno I.C.S.A.T. ~ Ravenna 25/26 Maggio 2002 (chiedere agli autori)
3) Relazione: "Le immagini che curano - La funzione immaginativa in analisi e in psicoterapia" presentato al convegno I.C.S.A.T. ~ Ravenna 22/23 Maggio 2004 (chiedere agli autori)
4) nell’articolo: L’archetipo degli archetipi: come opera nella terapia immaginativa autogena. Nuove prospettive in psicologia (pagg. 13 –20), anno XXII, n° 1, Maggio 2007, n° 37
Contatti:
AIRDA, Studio Gastaldo Ottobre, Centro di Ricerca - Via Chiesa di Ponzano 8 - 31050 Ponzano V.to - TREVISO -,
Tel/fax. 0422 969034, tel. 0422 440862, Cell. 3478214314, E- Mail: [email protected]
www.airda.it - www.psicoterapia-autogena.it - www.gastaldo-ottobre.it - www.trainingautogeno-bionomico.it
Tel/fax. 0422 969034, tel. 0422 440862, Cell. 3478214314, E- Mail: [email protected]
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